Di Alessandro Mastroluca – 31 agosto 2014
Il duro la esalta. È questa l'ultima trasformazione di Flavia Pennetta, al quinto ottavo di finale a New York, nonché il quinto negli ultimi sei slam disputati sul cemento. Certo, affrontare Nicole Gibbs al terzo turno è un regalo notevole, ma la brindisina ha saputo scartarlo con solo qualche superabile (e superata) titubanza iniziale. Il 6-4 6-0 finale, con un parziale di 11 giochi a uno dall'1-3, la proietta così al 12esimo quarto turno Slam (ne ha giocati anche due in Australia, due a Parigi e tre a Wimbledon), con chance altissime di celebrare il sesto quarto di finale in un major. Perché i regali della sorte non sono finiti per l'azzurra, destinata a incrociare non Ana Ivanovic, battuta da Karolina Pliskova, ma Casey Dellacqua, che ha sconfitto la ceca mai arrivata così avanti in uno Slam. Tra Flavia e l'australiana, che ha giocato già due ottavi di finale sempre in Australia (2008 e 2014) c'è un solo precedente ma poco rilevante, datato 2007: vinse l'azzurra al secondo turno a Bangkok. Certo, poi per difendere la semifinale dell'anno scorso, Flavia dovrebbe battere Serena Williams: difficile che i regali continuino ad arrivare.
NON È COME L'ANNO SCORSO
Dodici mesi fa, Nicole Gibbs ha incrociato Flavia Pennetta al primo turno. Era ancora una giocatrice dilettante, le mancava un anno per la laurea in economia. Era una sorta di piccola leggenda a Stanford, dove nel 2012 aveva firmato un piccolo pezzo di storia NCAA. Aveva battuto in finale Mallory Burdette, che per questo era stata costretta a rinunciare al prize money del terzo turno a Flushing Meadows, poi insieme avevano conquistato il titolo in doppio: non era mai successo nella storia del circuito universitario americano, né maschile né femminile. Tra il 60 62 dell'anno scorso e il 64 60 di quest'anno passano più differenze di quanto l'analogia dei punteggi lascerebbe intuire. La giovane americana, che ha eliminato Caroline Garcia e Pavlyuchenkova, inizia meglio, spinge di più nei primi game, Flavia è passiva negli scambi e poco incisiva al servizio. Al secondo turno contro Shelby Rogers era riuscita a neutralizzare la prima palla break, che avrebbe potuto complicare la partita. Stavolta, invece, cede subito il servizio e Gibbs allunga 3-1. Ma appena Pennetta registra i suoi colpi la partita nella sostanza smette di esistere e il doppio fallo sul set point che certifica il 6-4 è un primo segnale di resa dell'americana. Un segnale che si rivelerà definitivo.
UN SOLO BRIVIDO
Il 6-0 del secondo set nasconde le insidie che l'azzurra ha comunque fronteggiato, e non premia abbastanza lo spirito di Gibbs che comunque ha portato Pennetta ai vantaggi in tre game su sei e l'ha costretta sul suo servizio al game più lungo del match, un braccio di ferro da 16 punti e quasi nove minuti. Ma anche lì Flavia ha fatto valere l'esperienza. Ha mancato cinque palle game, è vero, ma non ha concesso nemmeno una palla break e alla fine Gibbs ha provato a liberarsi dello scambio con un dritto incrociato fin troppo arrischiato, e comunque troppo largo. Gibbs ha ancora una chance di evitare il bagel, al servizio nell'ultimo game, ma si incarta in due doppi falli dal 40-15 e sul match point affossa un altro dritto. È il 34esimo gratuito della sua partita, davvero troppi per pensare di farcela. Perché 34 errori rappresentano praticamente la metà dei 69 punti di Flavia Pennetta, cui è bastato limitarsi a 15 vincenti e 19 gratuiti per evitare qualunque problema. A Nicole Gibbs resta comunque la soddisfazione per l'ingresso tra le top-100. Guadagnerà 35 posizioni e sarà proprio numero 100. Avrebbe anche potuto salire al numero 99, ma è rimasta frustrata dalla vittoria a sorpresa della piccola Aleksandra Krunic che ha messo KO Petra Kvitova e salirà almeno al numero 91 con un balzo in avanti di 54 posizioni. Si fa interessante, invece, per Flavia la corsa ai Championships di Singapore. Già fuori Ivanovic, Kerber e Cibulkova, rispettivamente ottava, nona e decima nella Race, le ultime posizioni utili potrebbero risultare rivoluzionate. Dietro la slovacca, infatti, lottano Jankovic, Errani, Pennetta e Wozniacki racchiuse in meno di 300 punti. E Pennetta sul duro, in America, si esalta.