US OPEN – Il nuovo presidente del Players Council ATP è il doppista Eric Butorac, 33 anni, ex vicepresidente. “Avrò più tempo per il mio ruolo”. E sulla parità dei montepremi dice…

Di Riccardo Bisti – 1 settembre 2014

 
Roger Federer ed Eric Butorac avevano in comune soltanto l’anno di nascita, ma adesso è cambiato qualcosa. Il doppista americano avrà una grande responsabilità: sostituire lo svizzero come presidente del Player Council ATP. Dopo sei anni di presidenza, Federer ha abbandonato l’incarico un paio di mesi fa e durante lo Us Open è stato eletto il sostituto. Il Council è un organo molto importante: attraverso esso, infatti, vengono stabilite le proposte che poi i tre rappresentanti dei giocatori (Giorgio Di Palermo, Justin Gimelstob e David Edges) portano al Consiglio d’Amministrazione ATP, presieduto da Chris Kermode e di cui fanno parte anche i tre rappresentanti dei tornei (con interessi spesso opposti a quelli dei giocatori). La presidenza Federer è stata colma di successi per i giocatori, soprattutto sull’argomento dei prize money. Il carisma e la popolarità di Federer sono stati fondamentali per ottenere certi risultati. Il compito di Butorac non sarà facile, poichè la sua popolarità non è nemmeno paragonabile a quella di Federer. Per intenderci, mentre lo svizzero viene sempre programmato sul Campo Centrale, la sua carriera si snoda sui campi secondari. E i suoi match sono riservati a pochi appassionati. Federer scatena l’interesse di media, sponsor e appassionati, mentre Butorac non fa vendere un solo biglietto in più. Per questo, merita un applauso per il coraggio di assumersi una responsabilità così importante.
 
IL LAVORO CON FEDERER
L'elezione di Butorac, ovviamente, non è casuale. Professionista dal 2003 dopo un’intensa attività NCAA, ha rapidamente capito che il singolare non faceva per lui (best ranking al n. 935), così è diventato un doppista di discreto successo. Attualmente fa coppia con il sudafricano Raven Klaasen. Insieme, hanno colto una bella finale all’Australian Open. Grazie a questo risultato, Butorac è n. 28 nella classifica di specialità. Allo Us Open sono giunti nei quarti grazie al successo su Garcia Lopez-Oswald. La sua attività dietro le quinte è stata piuttosto intensa. Membro del consiglio dal 2008, è stato vicepresidente negli ultimi due anni (dopo le dimissioni di Rafael Nadal). In effetti, gli ultimi 24 mesi sono stati pieni di successi per i giocatori. “Lavorare con Federer è stato surreale – ha detto Butorac al New York Times – soprattutto vedere come riusciva a gestire tutto e fare molte cose, soprattutto durante i negoziati con i tornei del Grand Slam”. A suo dire, la sua esperienza nel tour, fatta di sacrifici e scarsa popolarità, era complementare alla visione di Federer, che vedeva il circuito dalla punta della piramide. E proprio i suggerimenti di Butorac hanno offerto la giusta prospettiva sui guadagni dei giocatori di seconda fascia. “Gli ho fatto presente le preoccupazioni di alcuni giocatori, cogliendolo di sorpresa”. Federer gli disse che non poteva credere che i giocatori fossero preoccupati di perdere il prize-money di un primo turno Slam, ma Butorac gli rispose: “40.000 dollari, per chi è stento tra i top-100, è una cifra enorme”. Da lì è iniziata una battaglia che raggiungerà il suo compimento nel 2017, quando lo Us Open distribuirà l’impressionante cifra di 50 milioni di dollari. Rispetto a Federer, Butorac avrà un vantaggio: la sua attività di doppista gli consentirà di dedicare ancora più tempo al nuovo incarico. Il ruolo di vicepresidente è stato preso da Gilles Simon.
 
LA WTA AL PARI DELL'ATP
“Non devo firmare molti autografi – dice Butorac – così avrò il tempo di stare nello spogliatoio e ascoltare i problemi dei giocatori. Inoltre potrò incontrare i direttori dei tornei, tenendo sempre il pulsante pigiato e trasmettendo molte informazioni”. Butorac ha preso molto sul serio il suo incarico. Come fosse un giornalista, va in giro con un taccuino dove si appunta gli argomenti da trattare in Consiglio. Come tutti, ha le sue priorità. Gli piacerebbe che ci fosse un incremento dei campi coperti dalla TV nei tornei del Grande Slam. Vorrebbe più ore di televisione, o almeno di streaming. Pare che l’anno prossimo sarà accontentato, visto che ESPN progetta di produrre tutti i campi dello Us Open. Inoltre vorrebbe che sempre più giocatori ottengano guadagni dignitosi. Per lui, la linea di demarcazione è un prize money annuo di 150.000 dollari. Lo scorso anno, ce l’hanno fatta in 165. Il primo argomento “hot” da affrontare saranno le negoziazioni con i Masters 1000, i cui accordi sui montepremi attuali scadono nel 2014. Ovviamente, i giocatori vorrebbero un incremento del prize money. “I Masters 1000 hanno avuto un grande successo, ma c’è anche un po’ di discrepanza tra loro. Alcuni hanno fatto più di altri – dice Butorac, senza fare nomi – vorrei fare in modo che i giocatori vengano trattati bene e questi tornei non finiscano troppo distanti dagli Slam”. L’obiettivo è terminare le discussioni in tempo per le ATP World Tour Finals di novembre. “Le richieste sono semplici: vorremmo soltanto che i giocatori siano compensati in modo corretto. Allo stesso tempo non vogliamo conpromettere i tornei e fare si che paghino più del dovuto. Non vogliamo che vadano in bancarotta. Bisogna trovare il giusto punto d’incontro”. Da buon presidente (e quindi diplomatico), Butorac non si espone più di tanto sulla parità del montepremi tra uomini e donne. “Negli ultimi quattro anni, l’ATP è stata più forte della WTA. Però ci sono stati momenti in cui, forse, la WTA era al pari dell’ATP. Quindi dubito che torneremo indietro su questo punto. Più che altro vorrei ragionare in un altro modo, coltivando la torta intera e lavorando insieme. Ci sono tanti eventi combined: se le strutture sono giuste e i tornei hanno successo, possiamo andare avanti. Non credo valga la pena tornare indietro”.