US OPEN – Shuai Peng collassa sul campo e deve alzare bandiera bianca. Hanno sbagliato a rimandarla in campo dopo che aveva già mostrato un chiaro stato confusionale. La danese torna in finale dopo cinque anni.
Di Riccardo Bisti – 6 settembre 2014
Fosse stato un film, Shuai Peng si sarebbe rialzata come Lazzaro. E magari avrebbe anche vinto, ottenendo quello che nemmeno Na Li ha saputo raggiungere: una finale allo Us Open. Ma la realtà non ha registi nè sceneggiature, ed in compenso sa essere molto crudele. La povera cinese si è ritirata durante il match contro Caroline Wozniacki sul punteggio dsi 7-6 4-3 per la danese. Probabilmente avrebbe perso, ma stava giocando una partita più che dignitosa. Nell’ultimo game è uscita dal campo, all’improvviso, prima di giocare una palla break, ed è rimasta fuori a lungo, tra diagnosi e trattamento. E’ tornata con l’aria spaurita, da “Show Must Go On”, ha anche tirato un vincente a occhi chiusi, ma a un certo punto si è accasciata e l’hanno portata via in barella. La sua espressione, a tratti ha persin preoccupato. La verità è che i responsabili non avrebbero dovuto darle l’OK a tornare in campo, risparmiando scene pietose e dolorose. Ma se la giocatrice dice che ce la fa, che sta giocando il match più importante in carriera…come fai a non darle una chance? I problemi fisici della cinese hanno fatto la differenza, però la Wozniacki l’ha lavorata ai fianchi nel migliore dei modi, mettendo in mostra una condizione atletica impressionante. Il messaggio era chiaro: per ottenere un punto, la Peng avrebbe dovuto colpire la riga un paio di volte per ogni scambio. Sulle prime si pensava che la Peng fosse stata travolta dai crampi, poi il direttore del torneo David Brewer ha parlato di un “colpo di calore”. E pensare che circa 30 minuti prima, era andata a servire per il primo set sul 6-5. Ma a quel punto ha sofferto di vertigini (metaforiche, per carità) e si è fatta riacchiappare.
SHUAI IN SEDIA A ROTELLE
La Wozniacki, meno brillante rispetto al match contro la Errani, ha giocato un tie-break sontuoso. Spingendo senza pause, ha costretto la Peng a commettere tre errori consecutivi che l’hanno portata sul 5-1. Ancora due punti e il primo set era in tasca. Quando la Peng ha mostrato una dolorosa smorfia, e si è appoggiata sulla racchetta, tutti hanno pensato che si trattasse di delusione. Sensazione alimentata dall’avvio di secondo set, quando il suo gioco quadrumane (che può essere molto efficace se trova il giusto timing) l’ha spinta sul 2-0. Al cambio di campo sul 2-1, la Wozniacki ha chiesto l’intervento del trainer e si è presa una pastiglia (a fine match ha rivelato di essere stata costretta a letto nei giorni scorsi). Ma il dramma doveva ancora consumarsi. Sul 4-3 per la Wozniacki, la Peng si è appoggiata al telone di fondo campo. Aiutata dal trainer e dalla parete, ha preso alcuni farmaci e un integratore e si è trascinata fuori dal campo. Era il momento di fermarla. Ma nessuno l’ha fatto, così è tornata in campo dopo un medical time out durato oltre 10 minuti, durante i quali la Wozniacki si è lamentata con il giudice di sedia Louise Engzell mentre cercava di restare “attiva” provando alcuni servizi. Al rientro, una Peng completamente sfasata si è accasciata al suolo, in posizione fetale, tra le lacrime, spaventando il suo clan. Anche la Wozniacki è corsa al suo capezzale per sincerarsi delle sue condizioni. Finalmente il match è stato interrotto, ma nessuno ha sorriso. Neanche la danese, che torna in una finale Slam dopo cinque anni e può provare a giocarsela contro Serena Williams, contro cui ha giocato due ottimi match a Montreal e Cincinnati. Ma stavolta non c’è davvero niente da festeggiare. Lei è la prima a saperlo.
US OPEN 2014 – DONNE
Semifinali
Caroline Wozniacki (DAN) b. Shuai Peng (CHN) 7-6 4-3 Rit.
Serena Williams (USA) b. Ekaterina Makarova (RUS) 6-1 6-3
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