L'INTERVISTA – Parla Renè Stammbach, presidente di Swiss Tennis. “Questa finale è fondamentale per la promozione del tennis Dal nostro Centro Tecnico usciranno gli eredi di Federer. Roger in federazione? Se vorrà…”

Dall'inviato a Ginevra, Riccardo Bisti – 16 settembre 2014

 
Basta osservarlo per pochi minuti, e capisci che Renè Stammbach è un grande personaggio. Presidente di Swiss Tennis, la federazione svizzera, ha un ruolo importante anche in seno all'ITF, dove fa parte del comitato di Fed Cup. Tipo affabile, dai modi ruspanti e signorili allo stesso tempo, si gode il periodo d'oro del tennis svizzero e ha dedicato il successo contro l'Italia a Erik Keller, ex vice-presidente scomparso qualche mese fa ad appena 65 anni. Noi lo abbiamo intercettato subito dopo il raggiungimento della finale, certamente il momento più felice della sua presidenza. 
 
Stammbach, c'è stato un momento, prima o durante la partita, in cui ha temuto di perdere?
Sinceramente no. Poteva esserci un pizzico di tensione alla vigilia, ma dopo il primo punto di Federer mi sono rilassato. Contro Bolelli ha avuto qualche problema nel primo set, ma poi è venuto fuori bene. Poi Wawrinka ha battuto Fognini faticando meno del previsto: da allora sono sempre stato tranquillo. Sapevamo che il doppio si poteva vincere o perdere, ma l'importante era tenere Federer fresco per il singolare. Se devo essere onesto, sabato notte ho dormito tranquillamente.
 
Cosa significa questa finale per il tennis svizzero?
Moltissimo. Dopo il matchpoint non ero felice…di più. Questo successo è importante per la federazione, per i fans, ma anche per tutto il movimento. Il tennis è uno sport particolare perchè si può praticare dai 6 fino ai 90 anni di età. Quindi è molto bello dargli un po' di promozione tramite le vittorie. Il 2014 è stato un anno di gloria: pochi giorni fa sono tornato dallo Us Open, dove abbiamo festeggiato una semifinale tra gli uomini e un quarto tra le donne grazie alla giovane Belinda Bencic.
 
Roger Federer non è eterno. Cosa succederà dopo il suo ritiro? Vi state organizzando per il dopo-Federer?
Ci pensiamo da anni. Abbiamo creato un Centro Tecnico Nazionale, a Biel, dove ospitiamo tutti i giovani dai 14 anni in su che hanno deciso di provarci seriamente. E' un centro a tutto tondo, con foresteria dotata di 22 camere, sedici doppie e sei singole: i ragazzi vivono lì e sono ospitati e seguiti dalla federazione. Il ritiro di Federer sarà un momento difficile, ma veniamo da 20-30 anni straordinari in cui, oltre a Federer, abbiamo avuto campioni come Rosset, Hingis, Schnyder e lo stesso Wawrinka. Penso che lo sport vada a cicli: basta osservare le difficoltà di paesi importanti come Stati Uniti, Gran Bretagna e Australia. Noi facciamo del nostro meglio: Dopo Federer ci vorrà un anno, forse due, magari cinque, ma sono convinto che continueranno ad esserci giocatori svizzeri competitivi.
 
Sappiamo che c'è una storia curiosa dietro al vostro Centro Tecnico…
Vero. C'è un milionario svizzero-tedesco, si chiama Karl-Heinz Kipp, che è un grande appassionato di tennis e ha deciso di aiutarci. Quando abbiamo rifatto il Centro, lui ha contribuito con una donazione di un milione e mezzo di franchi. Allora abbiamo deciso di intitolargli l'impianto, che infatti si chiama Karl-Heinz Kipp Tennis Center.
 
Lei fa parte del Comitato di Fed Cup dell'ITF. Cosa pensate del progetto WTA di fare un mondiale a squadre in sede unica, racchiuso in una settimana?
Va benissimo. La cosa non ci disturba e non ci preoccupa. La Fed Cup è un evento eccezionale, di portata mondiale, cui prendono parte più di 100 nazioni. E occupa appena tre settimane all'anno. Se la WTA vuole fare uno show di questo genere, lo faccia pure. A noi va benissimo, non creerà problemi alla Fed Cup perchè resteranno due competizioni ben distinte. 
 
Non è che dopo il ritiro di Federer gli offrirete un ruolo dirigenziale a Swiss Tennis?
Ah non lo so, dipende da lui! Certamente le porte della nostra federazione sono sempre aperte, soprattutto per uno come lui. Se vorrà darci una mano, saremo lieti di accoglierlo. Ma speriamo che quel giorno sia il più lontano possibile: in fondo stiamo parlando del numero 3 del mondo e so che ha ancora molto tennis davanti a sè.

Presidente, vincerete la Coppa Davis?
Diciamo che avrei preferito giocare la finale in Svizzera, ma dobbiamo essere contenti di aver organizzato due partite in casa, davanti a così tanto pubblico. La Francia è una grande squadra, con tanti giocatori tra i primi 40. Hanno battuto in due giorni la Repubblica Ceca prendendosi il lusso di tenere fuori Monfils. Ma ci siamo anche noi, con il numero 3 e il numero 4 ATP. Classifiche alla mano, penso che la Svizzera abbia una chance di vincere. Forse anche qualcosa di più.