I regolamenti ITF prevedono un minimo di presenze in Coppa Davis e Fed Cup per partecipare alle Olimpiadi. A due anni da Rio, possiamo già capire chi sono i big che rischiano di non poter giocare.

Di Riccardo Bisti – 23 settembre 2014

 
Noi siamo tranquilli. Il rinnovato appeal della maglia azzurra ha fatto si che tutti i migliori rispondessero alle convocazioni di Corrado Barazzutti. Per questo, quando il 6 febbraio 2016 la FIT dovrà inviare i nominativi dei tennisti eleggibili per le Olimpiadi di Rio de Janeiro, i nomi di Fabio Fognini, Andreas Seppi e Simone Bolelli saranno regolarmente in lista. Stesso discorso per le donne, con Sara Errani e Roberta Vinci che stanno tranquillamente rispettando i requisiti e potranno esserci anche in Brasile, così come Camila Giorgi e Karin Knapp. Anche Flavia Pennetta non dovrebbe avere problemi, poichè ha risposto a due convocazioni nel 2013 (pur senza giocare). Ma se in Italia non abbiamo problemi, in altri paesi non è così. E qualcuno sta già tremando. Mancano quasi due anni all’atteso evento di Rio de Janeiro, quando l’Olympic Tennis Center di Barra de Tijuca metterà in palio le agognate medaglie, eppure è già tempo di calcoli per capire chi ci sarà, chi potrà esserci e chi invece rischia di non giocare. E’ ancora fresco il caso di Marion Bartoli, che nel 2012 non potè giocare a Londra a causa dei cattivi rapporti con la sua federazione e le continue assenze in Fed Cup. Già, perchè – giusto o sbagliato che sia – per giocare le Olimpiadi bisogna rispettare alcuni requisiti piuttosto rigidi. E il ranking mondiale passa in secondo piano. Ma cosa dice il regolamento? “Per poter partecipare ai Giochi di Rio de Janeiro, tutti gli atleti devono avere un buon rapporto con la propria federazione nazionale e con l’ITF. Inoltre, devono aver raccolto un numero minimo di partecipazioni in Coppa Davis (o  Fed Cup), in accordo con i regolamenti ITF”.
 
RAFA NADAL IN SERIE B?
La Federazione Internazionale è consapevole dell’appeal del torneo olimpico presso i giocatori. Un appeal ben superiore rispetto a Coppa Davis e Fed Cup. Per questo, gestendo entrambe le competizioni, hanno stabilito che per giocare le Olimpiadi bisogna raccogliere un numero minimo di presenze con la maglia della nazionale. Quante? “I giocatori devono collezionare almeno tre presenze nel periodo compreso tra Londra 2012 e Rio 2016. Almeno in una di queste deve essere nel 2015 o nel 2016. Un paese non può presentare un giocatore se non soddisfa il numero minimo di presenze”. E qui casca l’asino: non tutti i giocatori hanno voglia di giocare in Davis-Fed Cup (non necessariamente perchè sono in guerra con la propria federazione), dunque c’è il rischio che in Brasile si presenti una situazione simile a quella di Marion Bartoli. In realtà, dando un’occhiata agli attuali Ranking ATP-WTA, si scopre che quasi tutti i migliori hanno risposto alla chiamata della nazionale con regolarità, o comunque entro i limiti stabiliti dall’ITF. L’unico che sembra essere a rischio per Rio de Janeiro è Rafael Nadal. E’ un paradosso, poichè ha vinto ben quattro Insalatiere, un oro olimpico (Pechino 2008) e avrebbe dovuto essere il portabandiera della Spagna a Londra. Per lui fu una delusione tremenda: non è certo un segreto che Rio de Janeiro sia tra i suoi programmi. Eppure, negli ultimi due anni, ha giocato una sola partita (Spagna-Ucraina del 2013). Per essere eleggibile, dunque, dovrà sciropparsi ancora un paio di match, a partire dalla scomoda sfida di luglio 2015, quando la Spagna giocherà molto probabilmente in Russia.
 
UN REGOLAMENTO INTERPRETABILE
Ancora più complicata la situazione in campo femminile. La situazione di Serena Williams è analoga a quella di Nadal: ha giocato solo una partita, quindi deve raccogliere un altro paio di presenze tra il 2015 e il 2016. Magari le toccherà una fastidiosa trasferta in Argentina nel prossimo febbraio, valida per il World Group II. Già, perchè senza di lei gli Stati Uniti sono retrocessi. Crediamo che in qualche modo ci sarà, mentre è più complicata la situazione di Maria Sharapova. La russa, medaglia d’argento a Londra (battuta proprio da Serena) non gioca in Fed Cup dal 2011. Circa un mese fa, durante il torneo di Cincinnati, ha detto che la nazionale rientra nei suoi piani per il 2015, ma volendo credere alla rigidità dei regolamenti dovrebbe giocare praticamente tutte le partite della Russia nel 2015 e nel 2016. Ma davvero l’ITF terrà fuori Masha se dovesse giocare solo due partite? Difficile, anche perchè il regolamento si presta – per natura – a molteplici interpretazioni. Prendiamo il caso di Carlos Berlocq. Nel 2012, l’argentino giocò a Londra eppure non aveva mai giocato in Coppa Davis. La federtennis argentina disse che era sempre stato disponibile, ma semplicemente non era stata convocato. Seguendo questa tesi, dunque, ciò che conta non è l’effettiva partecipazione ma la disponibilità a rispondere a una convocazione. Ufficialmente, se non c’è convocazione, non c’è rinuncia. Ciò che conta, insomma, è il rapporto tra il giocatore e la sua dirigenza. Nel caso di Maria Sharapova potrebbero raccontarci che non ha rifiutato alcuna convocazione ma che sono state convocate le varie Panova, Khromacheva e Gasparyan per “scelta tecnica”. Di certo non ci saranno problemi di “rapporti”, visto che la federtennis russa ha certamente più bisogno di Maria che viceversa.

I CASI DI WOZNIACKI E DEL POTRO
Anche per questo, l'ITF ha stabilito una postilla in cui si riserva l'ultima parola per casi limite come questo. Ancora più complicata la situazione di Caroline Wozniacki. Unica danese di livello, non gioca del 2011 e senza di lei il paese è franato addirittura nel Gruppo III, l’equivalente della Serie D. Davvero Caroline andrà a giocare contro Namibia, Malta, Cipro, Moldavia e Madagascar? Nella situazione attuale, la presenza della Wozniacki in Brasile sembra un grosso punto interrogativo. A meno che l’ITF e la commissione tripartita decidano di invitarla ugualmente con una wild card. La Federazione Internazionale ha a disposizione sei inviti, mentre la commissione olimpica ne ha altri due. In questo calderone potrebbe finire anche Juan Martin Del Potro, i cui rapporti con la AAT (la federtennis argentina) sono pessimi e potrebbero mettere in dubbio la sua partecipazione. Per lui sarebbe un duro colpo, visto che a Londra aveva conquistato una splendida medaglia di bronzo. Insomma, l’impressione è che tutti i migliori dovrebbero esserci perchè i regolamenti presentano più di una scappatoia (tra interpretazioni e wild card). Tuttavia, il rischio di qualche assenza c’è. Per questo, nelle prossime tornate di Coppa Davis e Fed Cup prepariamoci a presenze eccellenti. Ma non dovremo pensare a chissà quale istinto patriottico. O qualcuno pensa che Maria Sharapova giochi una partita di Serie B per onorare la Grande Madre Russia?
 

SHARAPOVA E NADAL A RISCHIO

Abbiamo raccolto tutte le presenze in Coppa Davis e Fed Cup da settembre 2012 a oggi, in modo da delineare la situazione di ciascun giocatore. Fermo restando che tutti devono raccogliere almeno una presenza nel prossimo anno e mezzo, pare chiaro che il torneo maschile non dovrebbe correre il rischio di assenze di prestigio. Un po’ diversa la situazione tra le donne.
 
COPPA DAVIS – Presenze dal settembre 2012 a oggi
Novak Djokovic 4
Rafael Nadal 1
Roger Federer 4
Stan Wawrinka 6
David Ferrer 2
Tomas Berdych 7
Milos Raonic 5
Kei Nishikori 3
Grigor Dimitrov 2
Andy Murray 3
 
FED CUP – Presenze dal settembre 2012 a oggi
Serena Williams 1
Simona Halep 2
Maria Sharapova 0
Agnieszka Radwanska 4
Eugenie Bouchard 4
Petra Kvitova 4
Ana Ivanovic 3
Caroline Wozniacki 0
Angelique Kerber 3
Jelena Jankovic 1