Il serbo mantiene l'imbattibilità a Pechino: 5 titoli, 24 partite, 24 vittorie. In finale massacra Berdych che rischia addirittura il doppio 6-0. Per Djokovic è il primo titolo dopo il matrimonio.

Di Cosimo Mongelli – 5 ottobre 2014

 

E' difficile mettere in piedi uno stralcio di cronaca dopo aver assistito ad un incontro di questo tipo. Certo, già dalla vigilia i presupposti e i precedenti non lasciano molto spazio alla fantasia. Nole è reduce da 23 vittorie su 23 in questo torneo. I precedenti contro Berdych, suo avversario in finale a Pechino, sono di 14 a 2 per il serbo. Nole è favorito, nettamente favorito. Ma forse nemmeno lui immagina di trovarsi di fronte un avversario così arrendevole e restio nell'imbastire anche la più elementare trama di gioco, sin dai primissimi scambi. Non è passato che un quarto d'ora e Djokovic è già avanti 4 a 0, poco meno di un allenamento. Aleggia un'aria quasi surreale, in campo e sugli spalti. Un sporadico sussulto di vita s'ode al quinto game, con il ceco si porta sul 40-15. Ma Tomas non riesce a chiudere. Subisce la rimonta, cede nuovamente il servizio e l'umiliazione del doppio 6-0 (o bagel, che dir si voglia) è lì dietro l'angolo. E l'avvio del secondo set, con Berdych che cede nuovamente il servizio con l'imbarazzante chiosa di un doppio fallo, rende quest'umiliazione sempre più vicina al concretizzarsi. Umiliazione che forse non rende nemmeno merito a Nole che sì, sta giocando una partita perfetta, ma la cui prestazione sarebbe fuori luogo esaltare e rimarcare con aggettivi altisonanti. Più consoni quando dall'altra parte della rete c'è un avversario consapevole d'esser sceso in campo per disputare una finale, e non uno spaesato sparring partner.
 

NOLE VERSO UN FINALE TRIONFALE?
E chissà se proprio questi pensieri hanno distratto o messo dei dubbi al serbo, ad un passo dallo scrivere questa sin troppo severa sentenza. Nole serve sul 5 a 0 e ottiene il match point che vale, appunto, il doppio 6-0. Che farebbe solo statistica, non renderebbe migliore il curriculum del serbo e non renderebbe giustizia nemmeno al ceco, che è giocatore di tutt'altro valore e spessore per rendersi protagonista di una simile figuraccia. Il serbo commette i primi errori dell'incontro (e tra i pochissimi del torneo) e , tra il visibilio grottesco del pubblico, c'è il break. Tomas riesce quindi a tenere la battuta per la prima volta nel match e la risata , pregna di autoironia, che dipinge il suo volto al cambio campo è la fotografia perfetta per ricordare questa finale. Finale sulla quale Nole mette la firma in calce il game seguente. Al quarto match point, pochi minuti dopo, Djokovic sigilla il 6-0 6-2 finale. Quinto trofeo sollevato dal serbo nel 2014, quarantaseiesimo in carriera. E il finale di stagione si prospetta come un One Man Show, visti i segnali non incoraggianti provenienti da Nadal, Federer e Murray. Riguardo Berdych, deve solo passare la nottata. Difficilmente gli ricapiterà una giornata del genere. Certo, non è un giocatore sempre pronto ad essere protagonista nelle occasioni che contano, ma non è nemmeno il comprimario che non ha tenta nemmeno di giocarsela, come accaduto oggi, nei primi 10 games.

 

ATP 500 PECHINO – FINALE

Novak Djokovic (SRB) b. Tomas Berdych (CZE) 6-0 6-2