La WTA annuncia la nascita di un nuovo torneo, il WTA Elite Trophy. Sostituirà il Tournament of Champions e si giocherà a Zhuhai, in Cina. Ammesse le giocatrici tra la 9° e la 20° posizione WTA. E la tradizione è sempre più schiaffeggiata.

Di Riccardo Bisti – 9 ottobre 2014

 
Lo hanno chiamato “WTA Elite Trophy” ed è il nuovo “Masters B” della WTA. Il torneo si giocherà a partire dal 2015 e sostituirà il Tournament of Champions, attuale Masters di consolazione per le giocatrici che non chiudono l’anno tra le prime otto. Il nuovo torneo è un miscuglio tra passato e futuro: cambiano i criteri di ammissione, ma si rivede la formula della prima edizione. Andiamo con ordine. Il nuovo torneo si giocherà nella località cinese di Zhuhai, certamente non famosa come Bali o Sofia, sedi del Tournament of Champions. Per questo, la WTA ne ha specificato la collocazione geografica. Si trova nella costa sudest della Cina, non troppo distante da Hong Kong e Macao. Di recente, l’accademia cinese dei servizi sociali l’ha definita “città più vivibile della Cina”. Il torneo offrirà un montepremi di 2,15 milioni e ha siglato un accordo di cinque anni, valido fino al 2019. Si torna alla vecchia formula del Masters B: dodici giocatrici divise in quattro gironi. La vincente di ciascun gruppo accederà alle semifinali a eliminazione diretta. Novità: ci sarà anche il doppio, con sei coppie divise in tre gruppi da tre. La vincente di ciascun gruppo giocherà la finale.”Questa nuova formula, un fantastico stadio nuovo e la splendida posizione di Zhuhai sono gli ingredenti che renderanno questo evento un grande successo” ha detto Stacey Allaster, presidente e amministratore delegato della WTA.
 
WTA UGUALE ASIA
Cambiano i criteri di accesso: non ci saranno più le giocatrici meglio piazzate ad aver vinto un torneo International (ma fuori dalle prime otto) più due wild card. Saranno ammesse le giocatrici che hanno chiuso la stagione in una posizione compresa tra la nona e la ventesima posizione, con l’aggiunta di una wild card. Insomma, un vero e proprio “Masters B”. Non è chiaro come si inserirà la wild card nel campo di partecipazione, giacchè le tenniste dal numero 9 al numero 20 sono già dodici. Forse saranno ammesse le tenniste fino alle 19esima posizione più una wild card? Dettagli a parte, si rafforza il legame tra la WTA e l’Asia, in particolare la Cina. E forse non è un caso che il ruolo di direttore del torneo sia stato assegnato a Peter Jonhston, responsabile della WTA per l’area Asia-Pacifico. Con lo spostamento delle WTA Finals a Singapore, il baricentro del circuito si sposta sempre più a oriente e cresce il numero di torneo in quell’area. Nel solo 2014, ben 17 tornei hanno avuto luogo nella zona, con netta predominanza della Cina.
 
POVERA TRADIZIONE
La prima edizione si giocherà dal 2 all'8 novembre 2015. Nessuna concomitanza con la finale di Fed Cup. Dopo i tanti casi di contemporaneità negli ultimi anni, spesso imbarazzanti, l’ITF ha fatto un passo indietro e ha spostato di una settimana la finale di Fed Cup, dando alle giocatrici la possibilità di andare a Sofia. Quest’anno, ad esempio, Andrea Petkovic potrà giocare il Tournament of Champions e poi raggiungere le compagne nella finale contro la Repubblica Ceca. In passato, Flavia Pennetta e Roberta Vinci hanno rinunciato al torneo individuale per rispondere alla convocazione di Barazzutti, mentre le russe Elena Vesnina ed Ekaterina Makarova hanno preferito i soldi del Tournament of Champions (35.000 dollari per la sola partecipazione). Il nuovo WTA Elite Trophy, in sostanza, triplicherà il montepremi e per le giocatrici sarà difficile rinunciare a una settimana extra di lavoro. La formula è interessante ma sembra fine a se stessa: se la vincitrice del Masters può definirsi “Maestra” della stagione appena terminata, che titolo offrirà questo torneo? Quello di supplente? Nessuna giocatrice, crediamo, ambisce alla nomea. Allora bisogna dire la verità: si tratta di un’operazione economica che porterà qualche soldo nelle casse della WTA. Il tennis femminile ne ha bisogno, molto più che il maschile. E allora va bene così, a patto che non si ecceda nella distruzione delle tradizioni in nome del Dio Denaro. Questo torneo non è un problema perchè è nato appena cinque anni fa, mentre è più preoccupante la riduzione dei tornei su terra battuta e la pressochè totale sparizione della stagione indoor europea. Sono rimasti soltanto Linz, Mosca e Lussemburgo. Stoccarda (ex Filderstadt) lo hanno spostato sulla terra, Zurigo, Lipsia, Bratislava, Brighton e altri sono scomparsi per lasciare spazio all’avanzata cinese. E nemmeno il ritorno di Anversa deve consolare, perchè sarà una semplice sostituzione del defunto Parigi indoor. Innovare va bene, guardare il portafoglio anche, ma disintegrare la tradizione non è mai positivo.