La federtennis russa possiede un budget di appena 8 milioni di dollari contro i 225 della USTA. “Ma abbiamo un sistema che funziona” dice Shamil Tarpischev.
Di Riccardo Bisti – 11 ottobre 2014
E’ uno dei personaggi più potenti del tennis, forse anche dello sport mondiale. Basti pensare che Shamil Tarpischev è diventato membro del CIO pur senza parlare inglese. Aveva un rapporto privilegiato con Boris Eltsin, al quale dava lezioni di tennis dopo essere stato un discreto giocatore negli anni 70. L’ex premier russo, grande appassionato del nostro sport, investì tantissimo sul tennis e fu una delle ragioni per cui la Russia divenne una potenza mondiale a cavallo tra il 20esimo e il 21esimo secolo. Tarpischev ne ha colto i benefici nelle sue molteplici vesti: presidente della federtennis russa, nonchè capitano di Coppa Davis e di Fed Cup. Oggi, a 66 anni di età, ha abbandonato solo il primo incarico (lasciato ad Anastasia Myskina) e mantenuto gli altri due. Il suo personaggio torna alla ribalta in questi giorni, quando il circuito ATP-WTA fa tappa a Mosca, nell’immenso Olympic Stadium, gigantesco palazzo dello sport costruito per le Olimpiadi del 1980. E’ un momento difficile, molto difficile per il tennis russo. Tra gli uomini non hanno più punte (e infatti sono franati nella Serie B di Coppa Davis), mentre tra le donne se la cavano con Maria Sharapova (che di russo ha ben poco) e qualche altra buona giocatrice. E il torneo di Mosca avrà la peggiore entry list di sempre, falcidiato da un’impressionante serie di rinunce. Lo scorso anno si parlò di un possibile spostamento in oriente, giacchè la licenza appartiene ad Octagon e la WTA vuole accorciare il calendario e spostarlo sempre di più in Asia. Per ora tiene duro, e dall’anno prossimo la finale sarà spostata al venerdì per concedere alle giocatrici più spazio in vista delle WTA Finals di Singapore. Non sappiamo se sarà un accorgimento sufficiente, visto che quest’anno hanno dato tutte forfait. La tappa ATP, al contrario, appartiene alla federtennis e non dovrebbe correre rischi, se non quello di cambiare data. Alla vigilia del torneo, Tarpischev sta rilasciando una serie di interviste. Qualche giorno fa, presso una TV russa, ha pronunciato un’infelice battuta sulle sorelle Venus e Serena Williams, definendole “fratelli”. Ben più interessante la chiacchierata con il Moscow Times, in cui spiega le ragioni del declino del tennis russo e, più in generale, le prospettive di un paese che negli ultimi anni ha dato tantissimo al tennis mondiale. Ma che oggi è in grande difficoltà.
PAROLA DI PRESIDENTE
“La federazione russa ha un budget che non è minimamente paragonabile a quello di altri paesi. Nel 2013 ammontava a 8 milioni di dollari, mentre quella americana ne ha 225 e quella cinese 150. Pochi soldi permetteranno di tirare fuori un campione, tanti soldi frutteranno tanti campioni. E’ un dato di fatto. Ma noi abbiamo trovato un metodo che ha reso vincente il nostro sistema. Negli ultimi 10 anni, la Russia è il paese leader nei tornei junior. Lo scorso anno abbiamo ottenuto il doppio dei punti della Repubblica Ceca, seconda classificata. E quest’anno abbiamo vinto sette tornei giovanili di categoria top. Se avessimo un budget maggiore sarebbe meglio, ma dobbiamo convicere con i mezzi a disposizione e sviluppare i nostri sistemi”.
“La popolarità del tennis in Russia continua a crescere, ma si è rallentata rispetto agli anni 90. Quando è arrivata la crisi economica, oltre 30 dei nostri sponsor erano imprese di medie dimensioni. E hanno tutte rimosso il patrocinio. Più in generale, sono calati gli investimenti sullo sport. Bank of Moscow li ha aumentati e adesso è il title-sponsor della Kremlin Cup. Anche il governo di Mosca aiuta il torneo. In Russia, il tennis va dove è amato. Si sviluppa nelle regioni dove le autorità sono appassionate. Il fenomeno è in corso, ma non ci sono ancora sufficienti possibilità di sviluppo”.
“Credo che il tennis sia già uno sport di massa. Ospitiamo oltre 2.000 tornei, cui prendono parte 7.000 bambini e 23.000 amatori. Si tratta di cifre importanti, tenendo conto che in molte zone del paese il tennis è uno sport stagionale”.
“Siamo una delle pochissime nazioni in cui il tennis viene insegnato all’Università. L’anno prossimo apriremo una facoltà esclusivamente tennistica presso la Facoltà di Educazione Fisica dell’Università di Kazan. Formeremo professionisti secondo i metodi dell’ITF e della stessa federazione russa. Non credo che ci siano molti paesi a considerare l’insegnamento del tennis addirittura a quel livello”.
“Boris Eltsin? Lui ha semplicemente riscoperto il tennis. Ai tempi dell’Unione Sovietica non andava male, ma era considerato uno sport borghese, fuori dal contatto delle persone. Quando la gente ha visto Eltsin in pantaloncini e con una racchetta in mano, molti hanno deciso di praticarlo. E’ stato il catalizzatore dello sviluppo del tennis nel nostro paese. Veniva dalla pallavolo, quindi aveva un buon servizio. Giocavamo il doppio insieme, e quando uno dei due ha un buon servizio è difficile perdere. Il suo stile evidenziava il fatto che fosse stato un buon atleta. Giocava meglio nelle situazioni delicate, come le palle break. Al contrario, Vladimir Putin non gioca a tennis. Ma se avessero dovuto fare una sfida a lotta libera, avrebbe sicuramente vinto Putin!”.
IL RITORNO DI YOUZHNY
Il torneo ATP di Mosca vedrà ai nastri di partenza giocatori in corsa per il Masters ATP come Marin Cilic e Milos Raonic, senza dimenticare i nostri Fabio Fognini, Andreas Seppi e Paolo Lorenzi. Tra i giocatori russi, ci sarà il ritorno di Dmitry Tursunov e Mikhail Youzhny, quest’ultimo assente da ben cinque anni. Le wild card saranno assegnate ai membri del team russo di Coppa Davis: Andrey Kuznetsov, Evgeny Donskoy e il giovane Karen Kachanov. Premiato anche il baby Andrei Rublev, vincitore di Roland Garros junior. Nel torneo femminile, stesso omaggio per Daria Kasatkina.
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