Di Cosimo Mongelli – 12 ottobre 2014
“Ha giocato un match perfetto. Io non ho giocato male ma Roger faceva quello che voleva con la palla: questa è la sensazione che ho avuto in campo. Ha giocato in maniera fantastica. E' perfetto. Ha 33 anni e l'età sembra non contare per lui, riesce ad esprimere il suo miglior tennis. Ovviamente mi dispiace che la mia striscia vincente di 28 partite si sia interrotta ma è andata così, spero di tornare il prossimo anno. Adesso andrò a casa e mi preparerò a diventare padre”. Non possono esserci parole migliori, di quelle di Nole Djokovic, per descrivere quel che si è visto a Shanghai, nella semifinale che lo vedeva opposto a Roger Federer. Parole perfette, che raccontano come Roger, a 33 anni, se non può essere più il fenomeno imbattibile o quasi di qualche anno fa, sempre fenomeno rimane. E nelle giornate come quelle di oggi, quando mette in scena la sua miglior versione, quando il feeling con la pallina si ritrova ad essere speciale, si dimentica dell'età, si dimentica dei tempi che furono e ti mette in un angolo. Il serbo, che in Cina non perdeva una partita da tempo immemore, da quell'angolo non ci è mai uscito, per tutto l'incontro. Bastano 4 game e Nole palesa già le prime difficoltà. Commette un paio di errori non forzati e spiana la strada a Roger. Il quale, dopo aver annullato l'unica palla break concessa nell'incontro, si porta a casa il set con la ciliegina del game perfetto, con 4 aces in nemmeno 50 secondi. Inizia il secondo set e Djokovic continua a mostrarsi inerme, spaesato e nervoso. E quando non è lui a sbagliare è Roger a regalare spettacolo, come il dritto anticipato con il quale lo svizzero si prende immediatamente il break. E a questo punto, con il maestro comodamente in cattedra, non si deve far altro che aspettare i titoli di coda.
ROGER LOTTA INSIEME A NOI
Titoli di coda più volte rimandati, con Novak che cerca di limitare i danni e annulla numerose palle break. E quando Roger va a servire per il match e si ritrova 15-30, sembra un peccato mortale che questa disputa possa avere all'improvviso una svolta. Svolta che non arriva, al contrario dei tre punti vincenti dello svizzero che conquista, in poco più di un'ora e mezza di gioco, la sua quinta finale Masters 1000 dell'anno. Davvero tanta roba per un giocatore derubricato oramai da (quasi) tutti quale ottuagenario, campione sul viale del tramonto o che al cospetto dei migliori, oramai, cede l'onore delle armi. Niente di tutto questo. Roger è vivo e lotta insieme a noi. E i suoi record sono destinati ancora ad essere aggiornati. A cominciare da oggi. Lo svizzero, sicuro si salire al n° 2 del mondo nella nuova classifica ATP, oggi contro Simon disputerà la sua 122ª finale in carriera alla ricerca dell 81° titolo, il 23° in un Masters 1000. E il livello dei suoi avversari, tra infortunati e promesse incompiute, non è così mostruoso da precludergli d'esser protagonista anche per le stagioni a venire.
MASTERS 1000 SHANGHAI – Semifinali
Roger Federer (SUI) b. Novak Djokovic (SRB) 6-4 6-4
Gilles Simon (FRA) b. Feliciano Lopez (SPA)