Trionfando a Shanghai, lo svizzero si prende un torneo che gli era sempre sfuggito. Quarto titolo in stagione, numero 2 ATP, e la prima posizione non è più un miraggio. Dovesse vincere il Masters…

Di Riccardo Bisti – 12 ottobre 2014

 

Roger aveva scritto il destino mercoledì, quando ha dovuto cancellare cinque matchpoint a Leonardo Mayer. Quando rischi di perdere così ma poi te la cavi, beh, provi un vivo senso di onnipotenza. Lo svizzero lo ha trasferito sul braccio e sulla racchetta, giocando sempre meglio fino a raggiungere il miglior rendimento possibile nella semifinale contro Novak Djokovic. Era difficile giocare meglio di così, infatti ha avuto qualche difficoltà in più nella finale contro Gilles Simon, con cui aveva perso i primi due scontri diretti ed era stato costretto al quinto in altre due circostanze. Più che la qualità assoluta del suo tennis, Federer ha mostrato una grande attenzione e solidità mentale. Nel 7-6 7-6 che gli ha regalato il 23esimo Masters 1000 in carriera ha dovuto cancellare setpoint sia nel primo che nel secondo set. Dopo la fantastica prestazione di sabato, sapeva che avrebbe dovuto lottare su ogni palla. Lo ha capito già nel primo game, quando il francese gli ha strappato il servizio e ha fatto gara di testa. Se Arnaud Clement, capitano della Francia di Coppa Davis, ha dato un'occhiata a questa finale avrà certamente qualche dubbio in più per il ruolo di singolarista. Ma Gillou, avanti 5-3, non è riuscito a chiudere e ha dovuto cancellare un setpoint sul 5-6. Nel tie-break ha conquistato tre punti consecutivi (da 3-5 a 6-5), ma Federer ha mostrato tutta la sua classe: due servizi vincenti e uno splendido passante di rovescio lo hanno spedito avanti di un set. Si pensava che Simon, sofferente agli adduttori (per questo è uscito dal campo a fine set), potesse mollare.


NOVE MASTERS DIVERSI: E' RECORD

Invece è rimasto ostinatamente attaccato alla partita, cancellando palle break allo svizzero sia nel terzo che nel settimo game. Da parte sua, Federer ha confermato i problemi nel trasformare le palle break: ne ha avute sette e e ne ha trasformata solo una, quando Simon aveva servito per il primo set. L'ostinazione del francese lo ha premiato nel penultimo game, quando si è trovato 15-40 sul servizio di Federer. Stavolta se la deve prendere con se stesso, visto che li ha sciupati con altrettanti errori di dritto. E stavolta Federer ha dominato il tie-break, frutto dell'abitudine a giocare tante partite di questo tipo. Simon è rimasto senza energie nervose e ha ceduto 7-2, accontendandosi della seconda finale Masters 1000 in carriera, a sei anni di distanza da Madrid 2008, quando perse da Andy Murray dopo una gran vittoria su Nadal. Si consolerà con il ritorno tra i top-20. Per Federer è il 23esimo Masters 1000 in carriera, a quattro lunghezze dal record di Rafa Nadal. Difficilmente lo raggiungerà come numeri assoluti, ma intanto può vantare un altro primato: ha vinto nove Masters 1000 diversi. Sette degli attuali nove (gli mancano soltanto Monte Carlo e Roma) più i due defunti eventi di Amburgo e Madrid indoor. Federer ha vinto più partite di tutti nei Masters 1000, con un bilancio di 309 vittorie e 89 sconfitte. Con questo successo si prende il titolo numero 81 in carriera, il quarto stagionale dopo Dubai, Halle e Cincinnati. A inizio anno aveva detto ipotizzato di vincere cinque titoli: comunque vada a finire, può esultare. E si porta a meno di 1.000 punti di distacco da Novak Djokovic nella Race stagionale: dovesse vincere le ATP World Tour Finals, e magari il torneo amico di Basilea, potrebbe clamorosamente tornare al numero 1 ATP. In barba a chi lo dava per finito e non più competitivo per il primato.

 

MASTERS 1000 SHANGHAI – Finale

Roger Federer (SUI) b. Gilles Simon (FRA) 7-6 7-6

 

MASTERS 1000 – I PLURIVINCITORI
Rafael Nadal – 27
Roger Federer – 23
Novak Djokovic – 19
Andre Agassi – 17
Pete Sampras – 11
Andy Murray – 9
Thomas Muster – 8
Michael Chang – 7
Boris Becker – 5
Jim Courier – 5
Gustavo Kuerten – 5
Marcelo Rios – 5
Andy Roddick – 5
Marat Safin – 5