Di Riccardo Bisti – 15 ottobre 2014
Mancano pochi giorni alle WTA Finals di Singapore. Dopo tre partecipazioni negli ultimi quattro anni, non ci sarà una tennista italiana (almeno in singolare, mentre in doppio ci saranno Sara Errani e Roberta Vinci). Ma l'evento resta attraente perchè è in palio la prima posizione mondiale, con Maria Sharapova che potrebbe superare Serena Willams. Sarebbe un paradosso, poiché la russa non batte l'americana da 10 anni esatti. Tuttavia, c'è in palio molto di più. Il tennis femminile vuole cambiare e non si accontenta di stare al passo con i tempi: vuole essere precursore. A breve si deciderà se far visualizzare le statistiche alle giocatrici e si proverà a raggiungere un accordo per trasmettere in TV le oltre 2.000 partite stagionali. Sono le speranze di Stacey Allaster, amministratore delegato e presidente della WTA. La canadese ha definito “sana” la situazione finanziaria del tour, ma non vuole fermarsi qui e sta cercando nuovi sistemi per mantenere l'entusiasmo dei fan e trovare nuove fonti di reddito. Mentre l'ATP valuterà se spostare o meno la sede del Masters, le donne hanno abbandonato la Turchia (sede di tre ottime edizioni) e hanno spostato il Masters nel mastodontico Singapore Sports Hub. “E' straordinario poter giocare in una città così innovativa e con un grande campo di partecipazione” ha detto la Allaster. Non c'è dubbio che Singapore sia la gallina dalle uova d'oro per il salvadanaio WTA: pare che il contratto di cinque anni, valido fino al 2018, abbia fruttato la bellezza di 70 milioni di dollari. Il nuovo Masters (che da quest'anno si chiama WTA Finals, o meglio “BNP Paribas WTA Finals Singapore by SCglobal”) è il simbolo degli sforzi per affermarsi in Asia. In dieci anni, gli eventi in Cina sono passati da 2 a 10. Nell'area Asia-Pacifico sono 17, un terzo del totale. Ci sono i soldi, e dove ci sono i soldi ci sono le migliori. Quest'anno la WTA è stata particolarmente fortunata, poiché ci sarà la lotta per il numero 1 (Williams-Sharapova) e la presenza di tre giocatrici molto popolari: Eugenie Bouchard, Caroline Wozniacki e Ana Ivanovic. Manca soltanto Na Li, che a Singapore sarebbe stata quasi di casa.
ARRIVANO LE STATISTICHE SUL CAMPO?
La cinese (che si era qualificata) sarà comunque sul posto per partecipare a diverse attività con fan, media e sponsor. “Siamo appena all'inizio di quello che potrebbe essere l'impatto di Na Li sul tennis femminile in Asia, e persino sull'intero genere femminile nel continente” ha detto la Allaster, che nei mesi scorsi l'aveva paragonata a Billie Jean King per la sua spinta rivoluzionaria. Ma dovrebbe esserci una rivoluzione anche sul campo: la WTA potrebbe consentire a SAP, partner tecnologico, di mettere a disposizione di coach e giocatrici i dettagli statistici degli incontri e permettere di utilizzarli durante il coaching. I vari dati dei match potrebbero essere visualizzati tramite una app mobile a disposizione dei coach, i quali potrebbero poi girarli alle giocatrici. Una cosa del tipo: “La tua avversaria sta sbagliando troppi dritti, insisti da quella parte!” oppure “Metti troppe palle in rete, alza la traiettoria!”. Il Board WTA potrebbe decidere già a Singapore in vista di un utilizzo nel 2015. Alcuni addetti ai lavori sostengono che la regola potrebbe essere discriminatoria per le tenniste che non hanno un allenatore, magari perchè non possono permetterselo. La pensa così Nick Saviano, coach della Bouchard, ma la Allaster ha risposto così: “Il nostro approccio è uguale a quello del coaching. E' a disposizione se tennista e coach lo vogliono utilizzare. Lo stesso sarà per i dati”. C'è poi l'intenzione di realizzare un accordo televisivo che permetta la trasmissione di tutto il tour a partire dal 2017.
2.000 PARTITE IN TV?
Come detto, il circuito WTA è composto da circa 2.000 partite. Attualmente, il partner di distribuzione della WTA (Perform Group) ne produce circa 700. “La nostra strategia è centralizzare i diritti di tutti i 54 tornei, massimizzare gli incassi ed essere più vicini agli appassionati”. Sarebbe una piccola rivoluzione: significherebbe che le TV detentrici del circuito WTA avrebbero tutti i tornei, evitando l'attuale suddivisione dei diritti. Attualmente, soltanto i Premier vengono venduti in blocco, mentre i tornei International possono offrirsi al miglior offerente. Ci sono poi diverse tematiche piuttosto dibattute. Tra loro, l'eccessivo rumore dei grugniti e i time-out tattici, sia quelli per presunti infortuni che le scappatelle in bagno. Su questi punti non ci sono novità. “Non è stato fatto molto nel 2014” ha ammesso la Allaster. L'argomento del grunting era stato molto dibattuto un paio d'anni fa, con la WTA che aveva scelto di “educare al silenzio” le nuove generazioni senza porre limitazioni alle tenniste attuali. Il Masters di Singapore avrà diverse novità rispetto alle ultime edizioni: sette giorni anziché sei, con il torneo di doppio portato a otto coppie contro le quattro del passato. Più in generale, sarà una festa del tennis con un torneo delle leggende, un torneo con le migliori giovani dell'area Asia-Pacifico, concerti ed eventi collaterali. Sul piano economico, “procede bene” la diversificazione delle entrate dopo che nel 2010 il tennis femminile è rimasto senza title-sponsor (l'ultimo era stato Sony Ericsson). Anche per questo, la WTA guarda con favore all'imminente ricambio generazionale che porterà aria fresca e nuovi personaggi dopo un decennio nel segno di Serena Williams, Maria Sharapova e altre ex campionesse (Clijsters, Henin, Na Li, Dementieva, Safina e altre ancora). Il tennis femminile sta cambiando. E vuole cambiarsi.