I temi del momento ruotano attorno allo svizzero: se batte Raonic chiude la corsa al Masters e resta in lizza per il numero 1 ATP. E se Wawrinka non si risolleva rischia di giocare “da solo” la finale di Davis.

Di Riccardo Bisti – 31 ottobre 2014

 
La vittoria di Andy Murray, con annessa polemica (ha scritto “bad year” sulla telecamera, chiaro riferimenti a chi lo critica), ha quasi messo fine alla corsa per le ATP World Tour Finals. Lo scozzese ha battuto Grigor Dimitrov con un doppio 6-3 ed è il quinto a staccare il biglietto per Londra. Il suo finale di stagione è stato notevole: un mese fa sembrava in bilico, ma i tre titoli negli ultimi cinque tornei gli hanno permesso di evitare la bagarre finale (che tanto bagarre non è, come vedremo). Dovesse arrivare in finale a Parigi Bercy, tra l’altro, acciufferebbe Stan Wawrinka al quarto posto nella Race. Una risposta di carattere che sta rivalutando la scelta di affidarsi ad Amelie Mauresmo, tanto criticata in estate, ma che oggi sta dando i primi frutti. E la francese, fedele al suo stile, sta vivendo con discrezione questo momento positivo. Per Murray è la settima qualificazione consecutiva al Masters e arriva dopo la 58esima vittoria stagionale su 75 partite, maturata in appena 69 minuti. Andy non ha fronteggiato neanche una palla break ed è parso molto soddisfatto: “Non ho avuto cali. Di solito mi capita di scendere un po’ durante una partita, soprattutto contro i più forti. Ma stavolta non è successo. Giocare il Masters sarà un modo divertente per chiudere l’anno”. Nei quarti di Bercy se la vedrà con l’eterno amico-rivale Novak Djokovic, che nell’ultimo match di giovedì ha eliminato Gael Monfils, ultimo francese in gara. Curiosamente, il match sarà più importante per il serbo, chiamato a difendere la prima posizione dall’assalto di Roger Federer. Murray potrà giocare rilassato dopo cinque settimane a tutta birra.
 
FERRER-NISHIKORI CONTERA'…O NO?
Sono ancora disponibili tre posti per Londra. Con Marin Cilic qualificato in virtù del successo allo Us Open, e l’eliminazione di Grigor Dimitrov (il bulgaro ha già fatto sapere che non andrà a Londra come riserva), sono in lizza quattro giocatori. Ottima situazione per Kei Nishikori e Tomas Berdych, mentre l’ultimo posto è una lotta a due tra David Ferrer e Milos Raonic. Lo spagnolo ha 25 miseri punti di vantaggio che risulteranno decisivi se entrambi perderanno allo stesso turno. Ride Tomas Berdych: se oggi dovesse battere Kevin Anderson sarà matematicamente qualificato. E’ il suo avversario preferito, visto che lo ha battuto 11 volte su 11 (è una delle strisce maledette di cui abbiamo scritto qualche settimana fa). Il match chiave sarà Nishikori-Ferrer. Come Berdych, il giapponese ha la certezza di qualificarsi in caso di vittoria. Da parte sua, il valenciano ha bisogno di arrivare in finale (come peraltro accaduto nelle ultime due edizioni) per acciuffare Londra. I precedenti sono 4-3 per il giapponese, ma sono spesso stati equilibrati. Sarà il match clou di giornata, ma potrebbe essere reso inutile (per la gioia di Ferrer) se Federer dovesse battere Milos Raonic. Ed è certamente favorito, visto che il suo gioco si sposa alla perfezione con quello del canadese, battuto sei volte su sei. Dopo un paio di episodi equilibrati, ne ha imparato a leggere il gioco e lo ha battuto nettamente a Wimbledon e Cincinnati. Ferrer spera che lo svizzero continui così: in quel caso, ogni calcolo sarebbe inutile e al Masters andrebbero Nishikori, Berdych e Ferrer. Il programma non è il massimo: Federer-Raonic giocheranno nel pomeriggio, mentre Nishikori-Raonic scenderanno in campo in serata. In caso di vittoria di Federer, dunque, scenderanno senza stimoli per il Masters ma “solo” per 180 punti ATP in più e circa 70.000 euro, la differenza tra un piazzamento nei quarti e uno in semifinale.
 
FEDERER, BERCY E' FONDAMENTALE
Ma se la lotta per il Masters potrebbe sciogliersi improvvisamente, ce n’è un’altra che sta per infiammarsi. La battaglia per il numero 1 ha preso forma torneo dopo torneo, con Roger Federer sempre più competitivo e in condizione psico-fisica strepitosa. Negli ottavi ha battuto il giovane francese Lucas Pouille, proveniente dalle qualificazioni ed esaltato per il solo fatto di affrontarlo. Un paio di break, entrambi al settimo game, sono bastati per sigillare il 6-4 6-4 finale. La vittoria di Novak Djokovic mantiene la situazione inalterata, con 490 punti di distacco. Per effettuare il sorpasso già a Parigi, Roger deve vincere il torneo e sperare che Djokovic perda prima della finale. Ma per Federer sarà importante soprattutto…evitare che il serbo vinca il torneo, magari battendolo in finale. Se Djokovic dovesse vincere il torneo, infatti, metterebbe praticamente in ghiaccio la leadership mondiale. 900 o più punti di distacco sarebbero quasi impossibili da colmare entro il 2014 (salvo ribaltoni al Masters). Quando gli hanno chiesto se ha mai vissuto una situazione simile a quella di Pouille, Federer ha indicato tre partite della sua gioventù: contro Agassi a Basilea 1998, contro Moya a Marsiglia 1999 e contro Pat Rafter, sempre nel 1999, al Roland Garros. “Non volevo affrontare Agassi perchè sapevo che avrebbe avuto gioco facile con il mio rovescio. All’epoca non era così buono, però giocai un buon match e portai a casa cinque giochi. Ero contento”. Pouille non era contento, di più. Sembrava estasiato alla sola idea di stringere la mano a Federer. Normale, per un ragazzo che aveva 9 anni quando lo svizzero intascava il suo primo Wimbledon.
 
WAWRINKA DIETRO LA LAVAGNA
A Bercy si parla tantissimo dell’imminente finale di Coppa Davis tra Francia e Svizzera. 15 anni dopo Nizza 1999, i francesi tornano a giocare una finale in casa. Al Palais Omnisports, i protagonisti di Lille sono stati eliminati (salvo Federer). Ma se i francesi sembravano come distratti, come se Bercy fosse un impiccio prima degli allenamenti sulla terra battuta, sorprende la sconfitta di Stan Wawrinka. Si è arreso a Kevin Anderson giocando piuttosto male. “E’ stato un 2014 di alti e bassi, ma i picchi sono stati molto alti da una parte e molto bassi dall’altra. Non la cambierei: ho vinto uno Slam, sono quarto nella Race e ho da giocare una finale di Coppa Davis”. A (parziale) giustificazione della cattiva prestazione, va detto che è stato vittima di un virus nel corso della settimana. “Alla fine ho fatto qualche errore stupido, ma non sono nel panico. Adesso continuerò ad allenarmi. Ho perso, non posso farci niente. Non cambierò le corde o la racchetta perchè ho perso una partita”. L’impressione è che dovrà fare un grande sforzo per tornare il giocatore di qualche mese fa, perchè da un paio di mesi il suo rendimento è in caduta libera. E i francesi sperano. Di sicuro metterebbero 10 firme per non avere neanche un rappresentante nei quarti di Bercy (come è effettivamente successo) ma di sollevare la decima, agognata, Insalatiera d’argento.
 
MASTERS 1000 PARIGI BERCY
Ottavi di finale

Novak Djokovic (SRB) b. Gael Monfils (FRA) 6-3 7-6
Andy Murray (GBR) b. Grigor Dimitrov (BUL) 6-3 6-3
David Ferrer (SPA) b. Fernando Verdasco (SPA) 6-1 6-2
Kei Nishikori (GIA) b. Jo Wilfried Tsonga (FRA) 6-1 4-6 6-4
Tomas Berdych (CZE) b. Feliciano Lopez (SPA) 7-5 6-3
Kevin Anderson (SAF) b. Stan Wawrinka (SUI) 6-7 7-5 7-6
MilosRaonic (CAN) b. Roberto Bautista Agut (SPA) 7-5 7-6
Roger Federer (SUI) b. Lucas Pouille (FRA) 6-4 6-4