Di Riccardo Bisti – 7 novembre 2014
E' un'esagerazione, ma in Germania ci hanno costruito i titoli. Nel weekend si giocherà l'attesa finale di Fed Cup e per noi sarà una strana sensazione, abituati a vedere l'Italia spesso protagonista. Ma il campo veloce di Ostrava era troppo ostico per le azzurre, così alla 02 Arena di Praga si sfideranno Repubblica Ceca e Germania. C'è soltanto una vincitrice Slam in campo, Petra Kvitova, ma non è detto che sia un male. Sarà una finale molto equilibrata. “Se guardiamo i match, direi che è una finale da 50 e 50 – dice Barbara Rittner, capitana tedesca – però loro hanno una grande esperienza, quindi direi che noi siamo outsider”. Petr Pala, suo omologo ceco, non la pensa così. “Non credo che la Germania sia sfavorita. Loro hanno una grande fame di vittoria. Ricordo l'ultima sfida contro di loro, vincemmo 4-1 ma fu molto equilibrata”. Per la Germania è una finale storica. Il filo che lega questo weekend all'ultimo successo, datato 1992, è proprio la Rittner. C'era anche lei nel quartetto che nel 1992 vinse il trofeo, guidato da Steffi Graf in campo e da Klaus Hofsass in panchina. I media internazionali l'hanno già paragonata a nomi che hanno fatto la storia del tennis: Billie Jean King, Chris Evert e Margaret Court. Sono le uniche ad aver vinto la Fed Cup sia da giocatrici che da capitane. La Rittner le può imitare, e per lei sarebbe un traguardo da brividi. In fondo, da giocatrice, non è stata un fenomeno. Best ranking al numero 24, ha avuto la sfortuna di capitare nell'epoca di Steffi Graf. Non c'era spazio per Anke Huber, figurarsi per lei. E pensare che nel 1991, quando Barbara vinse il torneo junior di Wimbledon, si pensava che potesse essere una degna erede di Steffi. Quell'anno, la Graf vinse il torneo senior al termine di una storica finale contro Gaby Sabatini. Ma Barbara non aveva le stesse qualità.
"NIENTE PARAGONI CON IL 1992"
L'anno dopo si aggiudicò il suo primo titolo WTA, vincendo a Schenectady. Ma impiegò nove anni per vincere il secondo, ad Anversa. Nell'Era Open, soltanto Marcie Louie aveva aspettato più di lei per conquistare il suo secondo titolo. La vittoria più bella, contro Amelie Mauresmo, arrivò addirittura nel 2003, a 30 anni e a due passi dal ritiro. Nel mezzo, due ottavi Slam e poco altro. Insomma, neanche lontanamente paragonabile alle campionesse appena citate. Però nel 1992 c'era anche lei, e nel 2005 le hanno consegnato le chiavi della Fed Cup tedesca al posto di Klaus Eberhard. Sono stati anni difficili, per un paese orfano di Steffi Graf. Sono uscite più volte dal gruppo mondiale e sono sparite persino dalla TV in chiaro, affidandosi agli streaming per fanatici. Ma la Rittner ha preso sul serio l'impegno, ha continuato a lavorare a più non posso e ora raccoglie i risultati. Forse non hanno una punta, ma Kerber, Petkovic e Lisicki garantiscono un ottimo livello medio. “Non saprei, non è facile paragonare il 1992 con oggi – dice la Rittner quando le chiedono se un successo da capitano significherebbe di più – sono orgogliosa del mio vecchio successo, ma non era così ovvio nella mia mente. Adesso è tutto molto più intenso. Lavorare con queste ragazze per tanti anni mi ha fatto bene. Allora ero una riserva e non avevo pressione, poi giocammo a Francoforte davanti 4-5.000 persone. Stavolta giochiamo fuori casa, con 11.000 spettatori”. Il suo grande merito è aver riportato interesse attorno al tennis femminile tedesco. Magari non ci saranno 35 inviati e 3 troupe televisive come nel 1987 a Vancouver, anno della prima Fed Cup tedesca, sigillata da una diciottenne Steffi Graf, ma in Germania c'è attesa. Tanto che Klaus Hofsass, capitano di quegli anni gloriosi, ha paragonato la Rittner a Franz Beckenbauer, pure lui vincitore di un mondiale prima da giocatore (1974) e poi da allenatore (1990). Lei tiene i piedi per terra “Credo che questa finale avrà influenza sul tennis tedesco solo se vinceremo. Ovviamente è bello aver ritrovato l'interesse della gente”.
IL RUOLO DELLA LISICKI
Ci vuole un certo carisma per mettere in squadra Sabine Lisicki dopo che la ex campionessa di Wimbledon non era stata convocata per le sfide in Slovacchia e in Australia. E ce ne vorrà altrettanto per tenerla a bada. “E' una che ama essere al centro dell'attenzione, ma a Praga avrà un ruolo di supporto. Magari potrà diventare protagonista durante la partita, ma sarà interessante vedere come si integrerà con le altre”. Gli accoppiamenti, dunque, sono fatti: nella prima giornata giocheranno Kvitova-Petkovic e Kerber-Safarova (o Pliskova, ma sembra difficile). “La Kerber è la leader della nostra squadra, ha vinto tutti i suoi singolari. Ma la Petkovic è fondamentale perchè ha un carattere aperto ed estroverso, a volte è il collante tra me e tutte le altre”. Proprio la Petkovic sarà decisiva, poiché dovrà vincere almeno un punto per togliere pressione alla Kerber. “Ho vissuto due settimane molto dure, ma adesso mi sono ripresa e sono in frma, anche se molto stanca”. E' reduce dal trionfo al Tournament of Champions e adesso è chiamata a un ultimo sforzo. Sarebbe una bella impresa, poiché la Germania ha giocato in trasferta tutti i match del 2014. “E non è stato facile andare fino in Australia nel bel mezzo della stagione”. Ma le tedesche ci credono. E poi Barbara Rittner ha quel record da ottenere. I libri di storia, in fondo, non sono mica riservati soltanti alle Chris Evert o ai Franz Beckenbauer….