Da Brescia, Riccardo Bisti – 11 novembre 2014
(Foto Angelo Scaroni)
L'eroe di giornata è un ragazzone siciliano dai modi gentili e un educazione d'altri tempi. Salvatore Caruso, “Salvo” per chi lo conosce, ci ha messo tutto il cuore possibile per battere Jimmy Wang. In una partita tesa, combattuta e spettacolare, l'azzurro ha raccolto la più bella vittoria in carriera. “Si, non c'è dubbio – ha detto dopo il 6-1 4-6 7-6 finale – Bella e inaspettata, me la godo al 100%. E poi che cornice di pubblico, fantastica. Tra l'altro non gioco così spesso sui campi veloci, anche se sto cercando di intensificare l'attività sul duro. In fondo è il mio gioco, sono un attaccante, mi piace prendere la rete…mi sono divertito”. Dopo uno splendido primo set, Caruso ha subìto il break sul 4-4 al secondo, un gioco eterno in cui ha cancellato cinque palle break ma è stato beffato da un cross stretto di Wang. Perso il set, è andato sotto di un break nel terzo (2-1 Wang), ma non ha mollato. Una partita generosa, coraggiosa, in cui ha esplorato ogni centimetro del campo e in più occasioni ha terminato la corsa sui cartelloni pubblicitari. Dopo aver avuto un matchpoint sul 6-5 (cancellato da un ace di Wang), ha giocato un ottimo tie-break e l'ha chiuso con una liberatoria volèe a campo aperto. E dopo il matchpoint ha tenuto le braccia al cielo per qualche secondo. Una scena limpida, bellissima. E pensare che 24 ore prima era impegnato a Bassano del Grappa, sulla terra battuta, dove aveva battuto Matteo Donati in Serie A1. “In effetti mi ha un po' sorpreso essere collocato al lunedì, ma mi sono adattato subito. Sapevo che l'avrei potuto fare, poi i campi erano meno veloci del previsto. Certo, è un altro tipo di gioco, affrontavo un grande giocatore…che gioia!”.
QUELLE DURE PRESSIONI
Wang, ex fenomeno junior (finalista ad Australian Open e Us Open), era davvero un avversario di livello. Ex top-100, quest'anno sta vivendo una seconda giovinezza e ha ottenuto il miglior risultato in carriera, raggiungendo il terzo turno a Wimbledon. E pensare che Caruso è appena numero 439 ATP, trecento posizioni più indietro. Normale chiedergli come mai quest'anno sia sceso di 100 posti rispetto a fine 2013. “Pressione – dice convinto – quando fai una stagione come il mio 2013 non è facile riconfermarsi. Ci sono tante tensioni e pressioni a cui non ero abituato, le pacche sulle spalle prima di un torneo…è normale. Il mio coach mi diceva sempre che a tennis so giocare, ma io ero ansioso, volevo strafare anche quando non c'era bisogno. Adesso cerco soltanto di divertirmi sul campo e fare quello che mi riesce meglio”. Dovrà mostrarlo al secondo turno, dove avrà un test delicatissimo contro il vincente di Hernych-Kravchuk. Il primo, tra l'altro, era in tribuna a seguire con attenzione il match. Ma questo Caruso dove può arrivare? “Il top sarebbe entrare con i top-50. Col mio allenatore Paolo Cannova e il preparatore atletico Pino Maioli ci siamo prefissati questo traguardo a lungo termine. Speriamo di raggiungerlo, non importa quando”. Il suo compagno in Serie A1, Stefano Valenti, lo ha definito un "Lorenzi in miniatura". Sul piano tecnico, la sua gestualità ci ha ricordato quella dell'ex top-10 argentino Guillermo Canas. “Dove devo firmare per avere una carriera come la sua? Firmo subito, anche col sangue! In realtà mi sento un po' più da veloce rispetto a lui…però ha battuto Federer due volte di fila sul cemento. Stasera vado a riguardarmi gli highlights, promesso!”. Difficile non esaltarsi riguardando certi spezzoni su Youtube. Chissà che per Salvo non sia una carica in più,