Il sistema Adaptive consente di trasformare la nuova Speed MP da un telaio 16×16 ad uno 16×16. Paghi uno e prendi due, con la possibilità di testare entrambe le soluzioni. Perché lo schema aperto necessita di un certo periodo di adattamento.Di Lorenzo Cazzaniga – 19 novembre 2014
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Una bella rivoluzione. Si chiama Adaptive String Pattern ed è un sistema che ha la straordinaria capacità di offrire due telai al prezzo di uno. Il segreto sta nel passacorde: nasce come un ormai tradizionale 16 x 19 ma, con una semplice operazione, si chiudono alcuni buchi passacorde nella parte centrale dell’ovale, e il telaio si trasforma in un modernissimo 16×16, per esaltare rotazioni e velocità di uscita della palla, con una traiettoria molto particolare. Le altre caratteristiche tecniche sono uguali alla versione MP, così come l’uso del graphene di nuova generazione. Però il cambio di pattern è decisivo e trasforma letteralmente la racchetta. Chiaramente, il set up con le corde diventa ancora più importante ma, in linea generale, si può ottenere una traiettoria ancora più arcuata (la palla sembra uscire letteralmente in direzione verticale!), aumentando lo spin e diminuendo il rischio che la pala vada oltre la linea di fondo.
Tutto questo sulla carta. Come per altri tentativi simili (vedi la tecnologia Spin di Wilson), gli studi tecnico-scientifici devono poi scontrarsi con le sensazioni dei giocatori. Attualmente, soprattutto con appassionati tradizionalisti come gli italiani, questi nuovi pattern più aperti non hanno riscontrato un grande successo. Non tanto perché non mantengano le promesse, ma perché serve un periodo di tempo non necessariamente breve per adattarsi alla nuova uscita di palla e a traiettorie diverse, e non sempre il giocatore ha tempo, desiderio e volontà per testare un prodotto nel medio-lungo temine. E comunque non è semplice adattarsi a traiettorie modificate rispetto a quelle alle quali si è abituati da anni. Testata con la nuova corda Gravity, che già aumenta le capacità di rotazione, l’effetto era visibile a occhio nudo anche per chi colpiva la palla, che pareva impennarsi subito dopo l’impatto. Confermando che serve tempo per adattarsi. Però i dati di laboratorio confermano che questi sistemi permettono di ottenere maggior potenza e rotazione, una manna per i giocatori moderni. Il vantaggio, col sistema Adaptive di Head, è che non è necessario acquistare un altro telaio ma si può semplicemente trasformare lo stesso e fare, con la dovuta pazienza, le prove del caso, fino a capire quale soluzione si adatta meglio alle proprie caratteristiche. La MPA incordata con la Gravity è il top che questa sistema può offrire, ma consigliamo di procedere passo per passo e usare, al principio, una corda meno estrema.
HEAD Graphene XT Speed MP A
Lunghezza 68,5 cm
Profilo 22 mm costante
Ovale 100 pollici
Peso 315 gr
Bilanciamento 33,2 cm
Inerzia 320
Rigidità 67
Schema incordatura 16×19A chi la consigliamo
Al giocatore che, oltre ai perfetti equilibri che garantisce la Speed MP, vuole estremizzare la velocità di uscita di palla e la rotazione. Serve un buon feeling e controllo dei gesti per ottimizzare questa possibilità. Considerando i benefici di servizio e gioco al volo, si adatta anche agli specialisti del doppio.
Giudizio finale
Telaio particolare nella configurazione 16×16, con l traiettoria della palla che esce diversa, più arcuata rispetto al solito e una certa esasperazione dello spin. Al principio, o la si ama o la si odia profondamente. Con l’abitudine invece, potrebbe diventare una valida alleata perché consente di picchiare ancora più forte con ancora maggior top spin. Fondamentale avere pazienza, testarla anche in partita e provare vari set up con le corde per mantenere i giusti compromessi. Ottima per i doppisti: servizio slice o piatto, back d’approccio e colpi al volo: eccelle in tutto questo.
La corda ideale
Soluzione di non facile lettura: un monofilo stile Gravity permette rotazioni estreme ma serve tanta pazienza per trovare il giusto ritmo. Un monofilo tradizionale è un corretto passaggio intermedio. Attenzione a non salire troppo con la tensione o ad utilizzare corde di calibro troppo grosso per compensare la perdita di controllo: un pattern così aperto serve per estremizzare le soluzioni, non per trovare (con altri sistemi) le solite caratteristiche alle quali eravate abituati. Probabile servano tre, quatto tentativi prima di fare la scelta giusta.
Test in laboratorio
Piatto da 100 pollici quadrati (ormai è la media), lunghezza tradizionale, profilo costante da 22 millimetri, peso 300 grammi non incordata con bilanciamento leggermente verso la testa e un grado di inerzia (quindi di attitudine alla spinta) interessante, senza che diventi troppo complicato muoverla. Lo schema di incordatura è l’innovativo 16×16, con la possibilità di tornare ad un tradizionale 16×19.
Test in campo
Lorenzo, 43 anni, classifica 3.5
Al principio è indecifrabile, con la palla che parte quasi verticale. Certo, si può esasperare la rotazione ma la traiettoria assume caratteristiche così diverse dal solito che si fatica a trovare la giusta interpretazione al gesto. Giurano che serve pazienza, ma nel frattempo continuo a godere con la 16×19.
Paolo, 24 anni, classifica 3.2
Meglio di quanto pensassi perché in effetti arrotando tanto si trovano traiettorie pazzesche, che infastidiscono tanto l’avversario. Però non avverto la stessa sicurezza che ho impugnando la 16×19.
Flavio, 16 anni, classifica 4.1
Non l’ho capita, va un po’ dappertutto, ma deve essere colpa mia. Vero che pian piano ci si abitua. Però pian piano…
Tommaso, 34 anni, classifica 4.1
Non mi dispiace per nulla perché la palla esce facile, sfrutto alla grande il back e i colpi al volo e l’avversario sembra non capire bene la traiettoria che assume la palla. Ottimo anche lo slice e i colpi di tocco.
Michele, 43 anni, classifica 4.3
In doppio funziona alla grande: back di contenimento in risposta, chip&charge, volée e smash che viaggiano facili. Onestamente non avrei ancora capito quale corda si può adattare meglio, ma di sicuro offrendo essendo sensazioni particolari bisogna tenere sempre tutto sotto controllo.Della serie, se la corda perde troppa tensione, bisogna cambiarla subito.
Una bella rivoluzione. Si chiama Adaptive String Pattern ed è un sistema che ha la straordinaria capacità di offrire due telai al prezzo di uno. Il segreto sta nel passacorde: nasce come un ormai tradizionale 16 x 19 ma, con una semplice operazione, si chiudono alcuni buchi passacorde nella parte centrale dell’ovale, e il telaio si trasforma in un modernissimo 16×16, per esaltare rotazioni e velocità di uscita della palla, con una traiettoria molto particolare. Le altre caratteristiche tecniche sono uguali alla versione MP, così come l’uso del graphene di nuova generazione. Però il cambio di pattern è decisivo e trasforma letteralmente la racchetta. Chiaramente, il set up con le corde diventa ancora più importante ma, in linea generale, si può ottenere una traiettoria ancora più arcuata (la palla sembra uscire letteralmente in direzione verticale!), aumentando lo spin e diminuendo il rischio che la pala vada oltre la linea di fondo.
Tutto questo sulla carta. Come per altri tentativi simili (vedi la tecnologia Spin di Wilson), gli studi tecnico-scientifici devono poi scontrarsi con le sensazioni dei giocatori. Attualmente, soprattutto con appassionati tradizionalisti come gli italiani, questi nuovi pattern più aperti non hanno riscontrato un grande successo. Non tanto perché non mantengano le promesse, ma perché serve un periodo di tempo non necessariamente breve per adattarsi alla nuova uscita di palla e a traiettorie diverse, e non sempre il giocatore ha tempo, desiderio e volontà per testare un prodotto nel medio-lungo temine. E comunque non è semplice adattarsi a traiettorie modificate rispetto a quelle alle quali si è abituati da anni. Testata con la nuova corda Gravity, che già aumenta le capacità di rotazione, l’effetto era visibile a occhio nudo anche per chi colpiva la palla, che pareva impennarsi subito dopo l’impatto. Confermando che serve tempo per adattarsi. Però i dati di laboratorio confermano che questi sistemi permettono di ottenere maggior potenza e rotazione, una manna per i giocatori moderni. Il vantaggio, col sistema Adaptive di Head, è che non è necessario acquistare un altro telaio ma si può semplicemente trasformare lo stesso e fare, con la dovuta pazienza, le prove del caso, fino a capire quale soluzione si adatta meglio alle proprie caratteristiche. La MPA incordata con la Gravity è il top che questa sistema può offrire, ma consigliamo di procedere passo per passo e usare, al principio, una corda meno estrema.
HEAD Graphene XT Speed MP A
Lunghezza 68,5 cm
Profilo 22 mm costante
Ovale 100 pollici
Peso 315 gr
Bilanciamento 33,2 cm
Inerzia 320
Rigidità 67
Schema incordatura 16×19
A chi la consigliamo
Al giocatore che, oltre ai perfetti equilibri che garantisce la Speed MP, vuole estremizzare la velocità di uscita di palla e la rotazione. Serve un buon feeling e controllo dei gesti per ottimizzare questa possibilità. Considerando i benefici di servizio e gioco al volo, si adatta anche agli specialisti del doppio.
Giudizio finale
Telaio particolare nella configurazione 16×16, con l traiettoria della palla che esce diversa, più arcuata rispetto al solito e una certa esasperazione dello spin. Al principio, o la si ama o la si odia profondamente. Con l’abitudine invece, potrebbe diventare una valida alleata perché consente di picchiare ancora più forte con ancora maggior top spin. Fondamentale avere pazienza, testarla anche in partita e provare vari set up con le corde per mantenere i giusti compromessi. Ottima per i doppisti: servizio slice o piatto, back d’approccio e colpi al volo: eccelle in tutto questo.
La corda ideale
Soluzione di non facile lettura: un monofilo stile Gravity permette rotazioni estreme ma serve tanta pazienza per trovare il giusto ritmo. Un monofilo tradizionale è un corretto passaggio intermedio. Attenzione a non salire troppo con la tensione o ad utilizzare corde di calibro troppo grosso per compensare la perdita di controllo: un pattern così aperto serve per estremizzare le soluzioni, non per trovare (con altri sistemi) le solite caratteristiche alle quali eravate abituati. Probabile servano tre, quatto tentativi prima di fare la scelta giusta.
Test in laboratorio
Piatto da 100 pollici quadrati (ormai è la media), lunghezza tradizionale, profilo costante da 22 millimetri, peso 300 grammi non incordata con bilanciamento leggermente verso la testa e un grado di inerzia (quindi di attitudine alla spinta) interessante, senza che diventi troppo complicato muoverla. Lo schema di incordatura è l’innovativo 16×16, con la possibilità di tornare ad un tradizionale 16×19.
Test in campo Lorenzo, 43 anni, classifica 3.5
Al principio è indecifrabile, con la palla che parte quasi verticale. Certo, si può esasperare la rotazione ma la traiettoria assume caratteristiche così diverse dal solito che si fatica a trovare la giusta interpretazione al gesto. Giurano che serve pazienza, ma nel frattempo continuo a godere con la 16×19.
Paolo, 24 anni, classifica 3.2
Meglio di quanto pensassi perché in effetti arrotando tanto si trovano traiettorie pazzesche, che infastidiscono tanto l’avversario. Però non avverto la stessa sicurezza che ho impugnando la 16×19.
Flavio, 16 anni, classifica 4.1
Non l’ho capita, va un po’ dappertutto, ma deve essere colpa mia. Vero che pian piano ci si abitua. Però pian piano…
Tommaso, 34 anni, classifica 4.1
Non mi dispiace per nulla perché la palla esce facile, sfrutto alla grande il back e i colpi al volo e l’avversario sembra non capire bene la traiettoria che assume la palla. Ottimo anche lo slice e i colpi di tocco.
Michele, 43 anni, classifica 4.3
In doppio funziona alla grande: back di contenimento in risposta, chip&charge, volée e smash che viaggiano facili. Onestamente non avrei ancora capito quale corda si può adattare meglio, ma di sicuro offrendo essendo sensazioni particolari bisogna tenere sempre tutto sotto controllo.Della serie, se la corda perde troppa tensione, bisogna cambiarla subito.
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