Head lancia la nuova linea Speed con Graphehe Next. E insieme nuove corde che promettono un abbinamento super.

Di Lorenzo Cazzaniga – 19 novembre 2014

 

Se è vero come sostiene la maggior parte dei giocatori professionisti che la vera rivoluzione negli ultimi anni l’abbiamo vissuta nel settore delle corde, diventate talmente performanti da permettere di picchiare con un miglior margine di errore, è altrettanto corretto sostenere che per i giocatori di club anche i nuovi telai hanno rappresentato un improvement notevole, grazie a nuove tecnologie che non sempre soddisfano i top players ma che sicuramente rendono più agevole il compito agli umani.

 

In questo senso, lo sfruttamento del graphene rappresenta una delle novità più significative. Si tratta del materiale più leggero e al contempo più resistente che si conosca, adottato in tanti settori, compreso quello aerospaziale. Head lo utilizza dalla scorsa stagione e ora lo ha inserito nel processo produttivo della nuova linea Speed, quella di Novak Djokovic, per intenderci. In realtà, si tratta già di una evoluzione (da qui il gioco di parole di un abile direttore marketing: GrapheNext), essendo questo nuovo graphene il 30% più resistente, dato che migliora ulteriormente la sua efficacia. In sostanza, questo materiale posto al cuore del telaio, permette di ridistribuire maggior peso sul manico e sulla testa, ottenendo di fatto un telaio più potente, a parità di peso. Un concetto che in realtà si evidenzia ancor meglio sui modelli Rev, dove un telaio superleggero riesce a mantenere un dato di inerzia (quindi di attitudine alla spinta) di un telaio che pesa un 20% in più.

 

Arrivate nei negozi questa settimana, ecco cosa ci ha colpito della nuova linea Speed, ricordando che la versione Pro, la “Djokovic”, arriverà a metà gennaio.

 

1. Adaptive String Pattern. La vera novità di questa linea (che verrà estesa alla linea Instinct e poi, supponiamo, a tutti i modelli top): si tratta di un sistema di passacorde intercambiabile che consente di passare da un tradizionale pattern 16×19 ad uno 16×16, per generare maggior potenza e spin. In sostanza, paghi un telaio e ne porti a casa due. Vero che questi pattern molto aperti hanno fino adesso riscosso poco successo in Italia, ma l’idea di poterlo testare nel tempo senza costi, aiuterà a farci l’abitudine e a sfruttarne i vantaggi, che sulla carta non sono trascurabili.

 

2. Equilibri perfetti. E’ la prima caratteristica che emerge e il graphene deve avere la sua influenza. Si manovra con un agio straordinario e mai si direbbe, muovendola anche a vuoto, che stiamo parlando di telai agonistici, generalmente limitati nell’utilizzo a giocatori dal braccio piuttosto allenato. Per questo si spinge senza troppa fatica, si trovano rotazioni e sensibilità. Insomma, pur senza estremizzazioni, si riesce a far tutto, e piuttosto bene.

 

3. Una gamma completa. Ormai è una consuetudine alla quale il consumatore finale non saprebbe più rinunciare. Basta eccessive (e fantasiose) customizzazioni, ogni linea esce con telai di vari pesi, per adattarsi dall’agonista puro al giocatore amatoriale, partendo da una base comune. Si parte dal modello Pro da 315 grammi, si passa dalla MP e MP A (300 grammi), quindi dalla versione S (285 grammi), la Rev Pro (265 grammi) e infine la PWR (255 grammi). Oh, sfido chiunque a non trovare il suo peso ideale.

 

4. Il testimonial migliore. Il numero uno del mondo, Novak Djokovic, il possibile dominatore delle prossime stagioni, il giocatore che meglio incarna i processi evolutivi del tennis moderno: grande sicurezza nei colpi da fondo, uso di tutte le rotazioni senza estremizzazioni, perfetti compromessi tra fase di attacco e difesa. Pare davvero un telaio taylor made.

 

5.Melius abundare quam deficere. E’ effettivamente complicato lamentarsi di una gamma così completa. Head propone ormai 5 linee top: dagli estremi di Prestige (telai tradizionali, super controllo) ed Extreme (telai moderni, ottima potenza e spin), nel mezzo vi sono le linee Speed, Radical e Instinct. In totale, tra vari pesi e pattern, parliamo di una trentina di racchette tra le quali non è facile districarsi per il consumatore finale, mentre per il negoziante è più una questione commerciale (volendo presentare tutti i modelli del mercato, si andrebbe sopra i 100 telai!). Chissà se avremmo mai visto una linea Speed non ci fosse stato Nole Djokovic, ma la qualità di Head, a differenza di altri competitor, è quella di riuscire ad abbinare a ciascuna linea un top testimonial: Djokovic per la Speed, ma anche Andy Murray per la Radical e il duo Berdych-Sharapova per la Instinct. Chapeau.

 

Ma non è finita qui. In attesa di testare le nuove scarpe (di cui ci raccontano meraviglie) e di osservare i nuovi completi di abbigliamento (per i quali speriamo si siano affidati ad uno stilista italiano…), vi sono nuove corde che si abbinano perfettamente alle nuove Speed. Su tutte, suggeriamo due armeggi che ci hanno colpito positivamente:

 

1. Head Lynx. Il monofilo (calibri da 1.20, 1.25 e 1.30) che non sembra un monofilo, per sensibilità e comfort. Ideale per il giocatore agonista di club, il quarta categoria (ma anche il buon terza) che farebbe fatica con un classico monofilamento (pensiamo alla Hawk). Un ottimo compromesso tra potenza e controllo, spin e comfort di gioco. Sulla Speed MP è una meraviglia. 

 

2. Head Gravity. La novità più curiosa. Un ibrido tra due monofilamenti, uno estremamente triangolare con i vertici molto acuti (per le verticali, calibro 1.25), l’altro più classico e rotondo (per le orizzontali, calibro 1.20). Entrambi sono prodotti con materiali molto resistenti allo sfregamento e comunque la corda triangolare si muove in maniera tale da appoggiare sempre col lato piatto su quella rotonda. Lo snap back (la capacità di muoversi e tornare nella posizione originaria) è ottimale e lo spin che si riesce a generare notevole. Astenersi giocatori che colpiscono solo piatto, in stile anni 80.
 

Post scriptum: interpellati alcuni incordatori doc, si sono trovati d’accordo su due questioni: 1. Il costo della manodopera per il montaggio della Gravity dovrebbe raddoppiare perché fa bene alle rotazioni ma fa male ai polpastrelli. 2. La Lynx è una signora corda e permetterà agli incordatori professionisti dei negozi di combattere gli “abusivi” da circolo che montano corde monofilamento no-brand (o poor-brand…) grazie ai prezzi molto concorrenziali. La matassa da 200 metri di Lynx (18 incordature) costa circa 100 euro al pubblico. A conferma che è un monofilo perfetto per l’agonista di club, che non lascia traumi al braccio, consente di spingere bene e (last but not least) ha un costo contenuto: è ciò che ci voleva.