Tra i telai più attesi della nuova stagione, la versione da 300 grammi è quella più universale. La nuova generazione di Graphene ha consentito di trovare equilibri ancora più sorprendenti per chi ha un bagaglio tecnico completo. Sarà sicuramente un bestseller.

Di Lorenzo Cazzaniga – 2 dicembre 2014

 

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Sarà il Graphene di nuova generazione (ma la stessa sensazione si avvertiva anche con quello di prima generazione) ma gli equilibri che gli ingegneri austriaci sono riusciti a trovare sono davvero ideali, al punto da esaltare un po’ tutte le caratteristiche principali. Ciò che impressiona maggiormente è la manovrabilità: chi esegue gesti ampi troverà una facilità esecutiva straordinaria. Si picchia con adeguato controllo, si tocca con ottima sensibilità e solo l’agonista più spinto vorrebbe qualche grammo di più in testa per esasperare le rotazioni, la potenza nel servizio e il pestaggio sula palla molle. Per questi, a gennaio sarà disponibile la versione Pro, la “Djokovic” per intenderci. 
Il telaio ha forme tradizionali con specifiche attuali: 300 grammi (non incordata), un bilanciamento senza esasperazioni, profilo né troppo sottile né troppo allargato, ovale da 100 pollici e uno schema di incordatura da 16×19.
Il Graphene (materiale leggero quanto resistente, posto al cuore del telaio) aiuta dunque a ridistribuire meglio i pesi tra manico e testa della racchetta, ritrovandosi di fatto nelle mani un attrezzo più potente ma non per questo più pesante. Se poi (come suggerisce l’ingegner Pinaffo) si trova un giusto set up con le corde, si rischia davvero di poter picchiare quanto si vuole, senza veder mai scappar via la palla. Difficile chiedere di più.
 
HEAD Graphene XT Speed MP
Lunghezza 68,5 cm
Profilo 22 mm costante
Ovale 100 pollici
Peso 315 gr
Bilanciamento 33,2 cm
Inerzia 320
Rigidità 67
Schema incordatura 16×19
 


A chi la consigliamo
Al giocatore che cerca perfetti equilibri, grande manovrabilità e una potenza…controllabile. Ideale per chi ha movimenti ampi, un gioco completo a tutto campo e che si affida alle botte piatte o con un filo di top spin. Meno consigliata agli arrotini puri.
 
Giudizio finale
Gran racchetta. Sarà il Graphene, ma è una costante negli ultimi modelli Head (leggi Radical). Impressionano gli equilibri tra le caratteristiche principale: potenza, controllo e manovrabilità, tutti ben sincronizzati, senza esasperazioni. Per questo diventa una racchetta universale, adatta a chi ama giocare a tutto campo, che non limita nelle scelte. L’agonista puro proverà la versione Pro (la Djokovic) o magari apprezzerebbe la MP con qualche grammo in più verso la testa. Il giocatore di club (anche agonista, il quarta categoria, per intenderci) troverà bilanciamenti ideali e una manovrabilità che consente di spingere a lungo e di trovare quella profondità e potenza che altrimenti solo le tubolari saprebbero offrire (però con conseguente perdita di controllo e sensibilità). Insomma, una racchetta davvero ben riuscita. Bisogna tuttavia trovare (come al solito) un corretto set up con le corde per ottimizzare le sue qualità.
 
La corda ideale
Una telaio così completo consente di sbizzarrirsi nella scelta della corda. L’agonista più allenato può esaltare controllo e spin con un monofilamento, quello che cerca comfort e sensibilità dovrebbe invece affidarsi ad un multifilo o ad un ibrido tra budello e monofilo, per tenere gli equilibri intatti. Nella nuova gamma di corde Head, consigliamo agli arrotini di provare la Gravity, agli altri di affidarsi saggiamente alla Lynx. Tensione media? tra i 22 e i 25 kg.
 
Test in laboratorio
Piatto da 100 pollici quadrati (ormai è la media), lunghezza tradizionale, profilo costante da 22 millimetri, peso 300 grammi non incordata con bilanciamento leggermente verso la testa e un grado di inerzia (quindi di attitudine alla spinta) interessante, senza che diventi troppo complicato muoverla. Lo schema di incordatura è il classico 16×19 che, nella versione Adaptive può trasformarsi anche in 16×16.
 
Test in campo
Lorenzo, 43 anni, classifica 3.5 
Notevole: la si muove con grande agio, l’impatto è (sorprendentemente) confortevole e la palla esce rapida, senza fatica. Si può colpire forte con adeguato controllo e la si tocca che è un piacere. Le rotazioni? Back ottimo, top spin idem, anche se chiaramente meno performante di un telaio tubolare (vedi Extreme per restare in casa Head). Si fatica solo sulla palla molle, quando non si riesce a sfruttare l’enorme manovrabilità (e in questo senso, se il braccio la supporta, la versione Pro sarà perfetta).
 
Paolo, 24 anni, classifica 3.2 
Bellissima: si picchia con gran controllo, senza la sensazione che possa scappar via. Per non parlare della precisione: la traiettoria resta lineare (anche grazie alle nuove corde) e aumenta la fiducia quando si prendono rischi nei momenti importanti del match. Ottime anche le rotazioni. Manca un filo di peso in testa nell’esecuzione del servizio.
 
Flavio, 16 anni, classifica 4.1
La muovo facilmente e trovo buona profondità, senza particolare fatica. Si muove bene a tutto campo, anche sotto rete, dove si colpisce con buona sensibilità.
 
Tommaso, 34 anni, classifica 4.1
Non avessero inventato le racchette tubolari, mi avrebbe convinto. Questa o la Radical, che ho trovato abbastanza simili. Però con una tubolare è ancora più facile trovare profondità e dare top spin, anche quando stai un mese senza toccare palla.
 
Michele, 43 anni, classifica 4.3
Gioco classico e questo aiuta perché sfrutto l’ottima manovrabilità, sia nei colpi d’incontro da fondocampo, sia nei pressi della rete. Ci faccio un po’ tutto: colpi violenti, smorzate, tagli…