SERIE A1 – Per il secondo anno di fila, Alice Balducci aprirà le finali. "L'anno scorso ho patito la pressione, ma adesso mi sento pronta. Tengo tantissimo a questo scudetto".

Di Marco Caldara – 5 dicembre 2014
(Foto Costantini / FIT – E' di Costantini anche la foto in home page)

 
Nella finale dello scorso anno perse singolare e doppio, salutando Rovereto con tanta amarezza. Dodici mesi più tardi Alice Balducci è pronta a riscattarsi e sogna uno scudetto che potrebbe dare una svolta alla propria carriera. Chiuso col sorriso un 2013 foriero dei primi tre titoli a livello internazionale, quest'anno la ventottenne marchigiana trapiantata a Bergamo (dove si allena col fidanzato-coach Luca Rovetta) ha incontrato qualche difficoltà in più, ma dopo un'ottima Serie A1 vede il lieto fine dietro l'angolo. Per il suo Tennis Club Genova 1893 la finale era l'obiettivo minimo, ora le ragazze di Marco Lubrano vogliono cucirsi il tricolore sul petto, per bissare il titolo del 1998 e vendicare la sconfitta rimediata un anno fa col Tennis Club Prato. Alla Balducci, elemento del vivaio grazie agli anni di tesseramento da under ("non c’erano molti circoli dove poter giocare con continuità, così scelsi Genova"), il compito di provare a portare il primo punto, che potrebbe già dare alla contesa una piega molto importante. Ad aiutarla c'è la superficie veloce del 105 Stadium, anche se dall'altra parte della rete troverà una fra Zuzana Kucova e Martina Trevisan, le ultime due capaci di batterla in A1. Lei, tuttavia, preferisce non pensarci.

Che ricordo hai della finale del 2013? Dopo il singolare eri molto rammaricata…
Avevamo delle aspettative molto alte, anche perché contro di loro nel girone avevamo chiuso in parità. Mi ha giocato un brutto scherzo la pressione, per me era la prima volta in una finale così importante, e rispetto al match del girone ho raccolto molto meno contro la Kucova. Credo però che quell’esperienza mi tornerà utile quest’anno. Ora so cosa aspettarmi e come comportarmi. Sicuramente mi godrò la finale al 100%.
 
Sabato giocherai contro Zuzana Kucova o Martina Trevisan, chi preferiresti affrontare?
È indifferente, cercherò di concentrarmi principalmente sul mio gioco, senza guardare troppo all'avversaria. Devo provare a giocare in maniera aggressiva e quando posso andare a prendermi il punto a rete. La Kucova forse sul veloce è un pochino più insidiosa, ma non facendo più attività internazionale magari ha meno continuità. La Trevisan invece è in ottima forma, ha chiuso la stagione alla grande, ma sarebbe sicuramente più difficile da battere sulla terra.
 
Sono le ultime due capaci di batterti in A1. Pensi di poter ribaltare il risultato dell’ultimo scontro diretto?
Lo spero. Il Play It è una superficie che mi piace molto, e potrebbe darmi una mano importante. Se dovessi trovarmi di fronte la Kucova, mi auguro che giochi meno bene rispetto all'anno scorso.
 
Sarai la prima a scendere in campo. Responsabilità doppia?
So benissimo che il mio match sarà una sorta di ago della bilancia dell’intera contesa. Ma non ho paura. Le grandi giocatrici sono quelle che sanno assumersi le proprie responsabilità, gestire la pressione e rendere al meglio nei momenti che contano. Non è facile scendere in campo per prima, ma nemmeno sul 2-0 con la possibilità di chiudere, o sullo 0-2 con l’obbligo di vincere per restare in partita. Ogni situazione ha dei pro e dei contro. La mia non mi dispiace: via il dente, via il dolore.
 
Come hai preparato la finale?
Fortunatamente nella struttura dove mi alleno (a Urgnano, in provincia di Bergamo, ndr) abbiamo i campi in Play IT, la stessa superficie montata al 105 Stadium. Negli ultimi tre giorni mi sono allenata tantissimo, entrando in campo alle 9 e uscendo alle 17. Sono pronta anche per giocare doppio e doppio di spareggio, ma spero non ci sia bisogno di arrivare fino a quel punto.
 
A Genova avete iniziato a lavorare da stamattina. Come siete organizzate?
Siamo arrivate tutte fra mercoledì sera e giovedì. Ci alleneremo per due giorni al palazzetto, cercando di prendere la maggior confidenza possibile con la superficie. E poi cercheremo di stare tutti insieme il più possibile, nelle competizioni a squadre lo spirito di gruppo è fondamentale.
 
Avrete la gran parte del pubblico tutto per voi. Sarà quello il vostro punto di forza?
Lo speriamo, poter giocare una finale in casa è sempre un bel vantaggio. Il palazzetto è molto grande, e riempirlo non sarà per nulla facile. Però ci sarà sicuramente molta più gente rispetto allo scorso anno, quando a seguire i match femminili gli spettatori non erano moltissimi. E poi quest’anno possiamo contare su una giocatrice come Karin Knapp. È vero che ogni punto ha lo stesso peso, ma avere in squadra una come lei è sicuramente un vantaggio. Possiamo stare tutte più tranquille.
 
Quanto sarebbe importante per te uno scudetto?
Moltissimo. Sia perché non l’ho mai vinto, sia perché tengo parecchio a questo circolo, dove ho giocato per tanti anni da giovane. Vincerlo con Tc Genova sarebbe bellissimo. In più penso possa diventare uno stimolo in più per il prossimo anno. Sia il possibile titolo, sia anche solo il match di sabato. Ci tengo talmente tanto che una vittoria avrebbe un peso veramente importante.
 
Hai parlato del 2015. Che obiettivi ti sei posta per la prossima stagione?
Sono rimasti gli stessi di questa. Nel 2014 sono partita bene, ma a un certo punto ho avuto alcuni problemi personali che hanno intralciato la mia attività. Non sono riuscita a tenerli separati dal tennis, quindi la seconda metà di stagione è stata un po' deludente. Da gennaio riprenderò la scalata, provando a raggiungere una classifica che mi permetta di giocare le qualificazioni nei tornei del Grande Slam. Gli anni passano, ma finché potrò non smetterò di provarci.
 
Lo scorso anno avevate preparato qualche idea per i festeggiamenti, poi è andata male e non se n’è fatto nulla. Per quest’anno vi siete già organizzate?
Per scaramanzia non abbiamo preparato assolutamente nulla. Non ci abbiamo nemmeno pensato. Se dovessimo vincere lo scudetto saremo ben contente di improvvisare.