Dopo un periodo difficile, il russo sembra davvero essere tornato al top: battendo Sebastian Korda, ha conquistato la sua seconda semifinale Slam consecutiva
Con il successo conquistato ai danni di Sebastian Korda, costretto al ritiro per un problema al polso in svantaggio di due set e di un break sul risultato di 7-6(5) 6-3 6-0, Karen Khachanov ha conquistato la sua seconda semifinale Slam consecutiva. Dopo esserci riuscito agli US Open, il russo proverà a spingersi ancora più avanti agli Australian Open: “Penso che le semifinali che ho fatto agli US Open lo scorso anno mi abbiano dato ulteriore fiducia e slancio, mostrando così chi sono e di cosa sono capace – ha detto il russo in conferenza stampa -. Credere in quello che posso fare quando sono al mio massimo livello mi ha spinto dove sono ora“.
Parlando del livello dei tennisti russi, ha invece spiegato: “È come una competizione tra di noi, per vedere chi va oltre, per vedere chi è al meglio. Negli ultimi due anni siamo cambiati. Daniil era davanti a noi, ma Andrey era comunque tra i primi 10, io ero top 20, top 15. Ad un certo punto sono sceso un po’ in classifica quando ho avuto dei problemi personali, quelli sono stati tempi duri per me, ma ho sempre creduto nelle mie possibilità e in quello che dovevo fare per dare il meglio di me stesso. Quindi penso che questo tipo di competizione tra di noi sia qualcosa di positivo che ci aiuta a essere migliori. Guarda Roger, Rafa e Novak. Non voglio paragonarli a noi ovviamente, ma si sono anche spinti a vicenda per essere meglio. Loro stessi l’hanno fatto. hanno ammesso in molte occasioni“.
Sull’infortunio del suo avversario infine: “Fa parte dello sport. È stata una battaglia molto competitiva. Penso che alla fine del secondo set quando sono stato in grado prendere il set e arrivare sul 2-0, gli abbia messo un po’ di pressione in più, insieme al fatto che aveva già dei problemi fisici, già all’inizio del terzo set, con il vantaggio che mi sono preso, l’ho costretto a prendere quella decisione. Io ho giocato la partita che dovevo giocare“.