Andreas Seppi supera in due set anche Ivan Dodig, centrando la semifinale all'ATP 250 di Doha. Un traguardo mai raggiunto in tutto il 2014. Sfida impossibile a Berdych per un posto in finale.

Di Marco Caldara – 8 gennaio 2015
(Foto Tonelli – FIT / È di Tonelli anche la foto in home page)

 

Per il 2015, Andreas Seppi si è posto un obiettivo ben chiaro. “Voglio tornare fra i top 20”, ha detto lo scorso novembre dopo la vittoria al Challenger di casa a Ortisei, e l’inizio di stagione è senza dubbio dei più incoraggianti. Battendo Ivan Dodig con il punteggio di 7-5 6-4, l’azzurro si è guadagnato la semifinale dell’ExxonMobil Open di Doha, un traguardo che nel 2014 pareva una maledizione, con sei quarti di finale andati male, mentre quest’anno è diventato realtà già alla prima uscita. Segno che le quattro settimane di lavoro nella sua Bordighera, con coach Massimo Sartori e il preparatore atletico Goran Turza (collaboratore di quel Dalibor Sirola che nel 2012 diede nuova linfa ai muscoli di Andreas), gli sono servite per arrivare tirato a lucido a inizio stagione. Centrare subito un bel risultato è importantissimo sotto tanti punti di vista, fiducia in primis: non è un caso che l’unica semifinale di Seppi a inizio anno risalga al 2013, anno del best ranking firmato grazie agli ottavi a Melbourne. Sotto gli occhi del campione del mondo di Spagna ’82 Alessandro ‘Spillo’ Altobelli, grande appassionato di tennis e residente proprio in Qatar dove lavora come commentatore sportivo per la tv Al Jazeera, l'altoatesino ha disputato un match non brillantissimo ma sufficiente, complici anche le non facili condizioni climatiche, come evidenziato da lui stesso nell’intervista post-partita. “Sono felice di essere di nuovo in semifinale a livello Atp dopo un 2014 difficile – ha detto – e per la prima volta in Qatar. Oggi non è stato semplice, rispetto ai giorni precedenti c’era molto più vento e faceva meno caldo, ma sono felice di come ho gestito l’incontro”.
 
DODIG FA E DISFA
Era talmente soddisfatto da concedersi un sorrisone a fine partita, inusuale per un giocatore piuttosto introverso come lui. Importante anche aver superato l’ostacolo in due set, al cospetto di un avversario dai numeri interessanti. Pur sotto per 5-1 nei precedenti, Dodig aveva vinto l’ultimo confronto, giocato nel 2014 a Toronto, e in più di un’occasione era riuscito a creare grattacapi all’azzurro, col suo tennis fisico e veloce, grezzo ma dotato di importanti picchi di rendimento. Contro Seppi, quei picchi si sono visti solo a intermittenza, accompagnati da gravosi passaggi a vuoto. In un clima quasi spettrale, con pochissimi spettatori in tribuna, il tennista di Medjugorje è andato per primo avanti di un break in entrambi i set, allungando sempre sull’1-1 e mostrando in varie occasioni le sue grandi doti da doppista, che gli hanno permesso nel 2013 di arrivare sul sesto gradino del ranking di specialità. Tuttavia, Seppi gli è rimasto attaccato e ha approfittato dei suoi puntuali momenti di buio, riagguantandolo e superandolo in entrambi i set, senza mai dover strafare. Nel primo set l’ha beffato nel dodicesimo gioco, mentre nel secondo è volato da 1-3 a 5-3, poi ha ceduto il servizio da 30-0, ma ha chiuso nel game seguente, siglando il successo con una risposta vincente. 
 
ORA LA SFIDA CON BERDYCH
La semifinale di Andreas parte da lontano, addirittura dal primo turno, quando al termine di una battaglia di 2 ore e 43 minuti l’azzurro si è sbarazzato dell’argentino Leonardo Mayer, ottava testa di serie, aprendosi il tabellone. Poi non ha fatto scherzi contro il brasiliano Joao Souza, e la vittoria di Berrer su Nadal gli ha regalato la preziosa possibilità di affrontare i quarti di finale da favorito. Non se l’è lasciata sfuggire ed eccolo qua, pronto a giocarsi un posto all’ultimo atto contro Tomas Berdych, che oggi ha steso Richard Gasquet in appena 57 minuti, candidandosi come un avversario difficilissimo, anche alla luce dei sei precedenti favorevoli. I due si sono affrontati in otto occasioni: l’azzurro l’ha spuntata in paio di queste (l’ultima nel 2008 a Cincinnati) mentre nelle altre ha sempre perso in due set. Nella prima settimana dell'anno, tuttavia, i top player non sono ancora al 100% e gli sgambetti sono dietro l'angolo. È vero che Berdych ha ceduto appena undici giochi nei tre incontri disputati sul Plexicushion degli Emirati, ma se John Millman ha potuto sognare per oltre un'ora la prima pagina dei quotidiani australiani, e il 35enne Ivo Karlovic si è preso lo scalpo di Novak Djokovic, perchè Seppi non può puntare all'impresa?