Di Riccardo Bisti – 9 gennaio 2015
I giocatori adorano l'Australian Open. Alcuni, addirittura, si recano Down Under anche senza avere la certezza di giocare le qualificazioni. Si trovano troppo bene. Craig Tiley, ex direttore del torneo e oggi CEO di Tennis Australia, da anni porta avanti una campagna per far si che l'Australian Open sia lo “Slam dei giocatori”. Un po' perchè ci crede veramente, un po' perchè l'Asia (in particolare la Cina) minacciava seriamente di portare via il torneo da Melbourne. Non è un caso che l'Australian Open si autodefinisca lo Slam dell'area “Asia-Pacifico”. Un'affermazione che in sé non vuol dire nulla, se non a “calmare” gli asiatici, come se servisse a marcare il territorio. Sta di fatto che il torneo si è costruito una fama che non può smentire. In questo senso, a pochi giorni dal via, deve essere letto l'ulteriore aumento di montepremi. A Melbourne si distribuiranno la bellezza di 40 milioni di dollari australiani, l'equivalente di 32 milioni di dollari americani. La scelta affonda le radici nella crisi del dollaro australiano, che è recentemente stato svalutato del 4,1%, valore più basso negli ultimi cinque anni. Mantenendo il montepremi precedente, i giocatori ci avrebbero rimesso con il cambio. L'aumento disposto da Tennis Australia, invece, tutelerà i portafogli dei tennisti. L'aumento complessivo rispetto alla passata edizione, dunque, sarà di 7 milioni di dollari australiani. E per i vincitori del singolare ci sarà un maxi-assegno di 3,1 milioni. “Questo ulteriore aumento onora il nostro impegno con i giocatori e continueremo a fare tutto il possibile in questo senso. L'aumento del montepremi sarà accompagnato a un aiuto concreto per tagliare, quando possibile, i costi per partecipare ai nostri eventi” ha detto Steve Healy, presidente di Tennis Australia.
UN IMPEGNO DA MANTENERE
“Ovviamente non abbiamo preso questa decisione a cuor leggero – ha detto Tiley – tuttavia abbiamo un impegno costante con i giocatori che ci porta a cercare di migliorare la loro retribuzione e le condizioni di vita nel circuito. Vogliamo onorare questo impegno. La comunità internazionale del tennis, di cui facciamo parte, ha ancora molto lavoro da fare per far si che un giocatore di livello professionale sia adeguatamente ricompensato. Con questo aumento facciamo semplicemente il nostro dovere. Continueremo a tutelare i giocatori in tutti i modi e con tutti i mezzi possibili". In effetti, l'Australian Open è stato precursore nel generalizzato aumento dei montepremi. Nel 2013 è stato il primo Slam ad aumentare in modo esponenziale i prize money, passando da 26 a 30 milioni. Lo scorso anno, il montepremi era salito a 33 milioni e lo scorso ottobre era stato annunciato un aumento a 36,3 milioni. A pochi giorni dalla nuova edizione, viene annunciato (un po' a sorpresa) l'ennesimo aumento. Considerato che l'Australian Open sarà il primo Slam ad avere tre stadi dotati di tetto retrattile, non c'è dubbio che abbia consolidato la sua posizione nel circuito, allontanando le sirene cinesi e l'ipotesi di spostamento in calendario, che creerebbe un mucchio di problemi (gennaio è il periodo migliore perchè le scuole sono chiuse ed è più facile reclutare i volontari). In otto anni, gli australiani hanno raddoppiato il montepremi. Tanto basta per far sorridere i giocatori. Persino Sergiy Stakhovsky, il più critico tra i sindacalisti, ha sempre speso belle parole per questo torneo. Qualcosa vorrà pur dire.
AUSTRALIAN OPEN, CHE CRESCITA!
2007 $20,000,000
2008 $20,600,000
2009 $23,140,000
2010 $24,094,000
2011 $25,005,635
2012 $26,000,000
2013 $30,000,000
2014 $33,000,000
2015 $40,000,000