A Sydney, Fabio parte bene contro Del Potro, poi si arrende alla distanza, capitolando 4-6 6-2 6-2. Grande vittoria invece per Simone: batte Goffin e centra i quarti di finale. Lunedì sarà di nuovo fra i top 50.

Di Marco Caldara – 14 gennaio 2015

 
L’attenzione era tutta per l’esordio stagionale del numero uno azzurro Fabio Fognini, prima testa di serie dell’Apia International di Sydney e atteso da una sfida intrigante con Juan Martin Del Potro. Contro un argentino al rientro nel circuito, ci si aspettava un match da ricordare, invece la vittoria degna di nota è arrivata in uno dei ‘campetti’ adiacenti, firmata da Simone Bolelli. Il caso ha voluto che i due italiani giocassero in contemporanea, così, mentre Fognini finiva la benzina sulla Ken Rosewall Arena, arrendendosi 4-6 6-2 6-2, sull'anonimo Campo 3 Simone mandava al tappeto con un doppio 6-3 il belga David Goffin, seconda testa di serie e numero 22 del ranking mondiale. Uno che da Wimbledon in poi aveva perso appena cinque incontri, quattro dei quali contro top ten. Oggi Bolelli è sembrato tale, mostrando grande continuità al servizio malgrado un vento molto fastidioso, e sfruttando al meglio tutte le occasioni concesse dall’avversario. Cancellata una palla-break nel primo game, il bolognese ha preso il largo e non ha più tolto il piede dall’acceleratore, andando a prendersi una vittoria preziosissima. Dopo quasi due anni torna ai quarti di finale di un torneo Atp, e dal prossimo lunedì sarà di nuovo fra i top 50, a oltre cinque anni e mezzo dall’11 maggio del 2009, quando li abbandonò dopo 45 settimane consecutive di permanenza. Un traguardo importante sotto numerosi aspetti, ma che per questo Bolelli deve rappresentare solamente un punto di partenza, verso quel best ranking di numero 36 che gli è sempre stato stretto. Troppo stretto.
 
TROICKI PER LA SEMIFINALE
Con la vittoria ai danni del belga, Bolelli si è aperto il tabellone, privo di avversari impossibili, ma comunque ricco di nomi da non sottovalutare. Il primo co sarà già nei quarti, e all’anagrafe fa Viktor Troicki. Dopo aver superato le qualificazioni, il serbo ha messo in fila ieri Martin Klizan e oggi Pablo Andujar (4-6 6-3 6-3) mostrando tutta la sua voglia di riscatto. Simone l’ha battuto in Serie A1 nello scorso finale di stagione, sulla terra battuta indoor di Forte Dei Marmi, in un match importantissimo per il suo Circolo Canottieri Aniene, poi capace di conquistare lo scudetto. Fu una sfida giocata su velocità supersoniche, risolta da pochissimi punti, e potrebbe essere così anche domani. Si affronteranno due giocatori in grandi condizioni, e ne uscirà senza dubbio una grande battaglia. Dovesse andare bene, Simone riassaporerà il piacere di una semifinale Atp (l’ultima a San Paolo 2013), dovesse andare male, l’azzurro arriverà comunque all’Australian Open con tanta fiducia, necessaria per puntare, sorteggio permettendo, a un bel risultato. A differenza di Roland Garros e Wimbledon, a Melbourne il bolognese non ha mai brillato, ma c’è sempre una prima volta. Anche nei periodi meno facili, nei Major Simone è riuscito a tenersi a galla, segno che la lunga distanza gli piace, e l’aria dei grandi tornei gli permette di esprimersi al meglio. Fino allo scorso anno già un secondo turno poteva essere importante, ma ora non più. Simone sta tornando grande, e sa bene a che traguardi deve ambire.
 
FOGNINI DURA TROPPO POCO
Per un set, anche Fognini si è mostrato su buoni livelli, lasciando presagire la doppietta. Ma appena Del Potro ha messo il naso avanti, per l’azzurro sono stati dolori. L’argentino è scappato sul 4-1 sia nel secondo sia nel terzo set, e non si è più lasciato riprendere, cedendo la miseria di otto punti al servizio in due set, in altrettanti turni di battuta. Ha spinto al massimo ogni volta che ne ha avuto la possibilità, e non si lasciato intimorire nemmeno da un fastidio al polso operato, che nel primo set l’ha obbligato a chiedere l’intervento del fisioterapista. Dopo un breve trattamento, con l’applicazione del classico tape kinesiologico, ‘Delpo’ ha ripreso a giocare senza problemi, sino ad andare a prendersi il secondo successo consecutivo, siglato in 1 ora e 48 minuti di gioco. “Chiaramente non mi sento come all’inizio dello scorso anno – ha detto – ma vincere due match è già fantastico. Non mi sarei aspettato di arrivare ai quarti al primo torneo, e questo mi sarà d’aiuto per il futuro”. In chiave Australian Open, ogni match messo nelle gambe vale tantissimo, anche per prendere più confidenza possibile con il rovescio, ripreso a usare con continuità solo dopo l’arrivo a Sydney. “Non vedo l’ora di tornare a Melbourne e incontrare tutti i campioni. Hanno giocato molto più di me e saranno più preparati, ma già poterli vedere dal vivo, e non più in tv, è un grande piacere. Devo continuare a lavorare nella speranza che in futuro possano tornare a temermi”. Di questo passo, il futuro di cui parla l’argentino pare già dietro l'angolo.