Di Riccardo Bisti – 14 gennaio 2015
Lo scorso anno indossava un completino con canottiera fucsia, molto intenso, e gonnellino scuro. Dopo oltre 200 tentativi, Tsvetana Pironkova vinse il suo primo titolo WTA a Sydney. Ma mica un torneo qualsiasi. Quello del New South Wales è un Premier, con un ottimo campo di partecipazione. Azzeccò la settimana magica, come ogni tanto le capita. Prima di allora, la bella bulgara non aveva giocato neanche una finale. Aveva raggiunto sette semifinali, una persino a Wimbledon, battendo nientemeno che Venus Williams. Poi si è costruita una carriera di alti e bassi, senza grandi squilli. Fino all'impresa strappalacrime di dodici mesi fa, da numero 107 WTA e partendo dalle qualificazioni. Otto vittorie consecutive. Dopo allora, non si è saputa confermare. Ha vissuto di rendita di quel successo e non ha sfruttato nemmeno la wild card puntualmente ottenuta al Tournament of Champions, il Masters B che si è giocato a Sofia, nella sua amata Bulgaria. Normale che si presentasse all'appuntamento con un mucchio di tensione, giacchè la sua classifica ha appena scontato la super-cambiale di 495 punti WTA. E invece no, “Tsveti” è ancora viva. Battendo Barbora Zahlavova-Strycova nei quarti, ha acciuffato le semifinali infilando il 14esimo successo consecutivo al Sydney Olympic Park. Non c'è niente di razionale in tutto questo. Adesso, per alimentare le suggestioni, troverà in semifinale Petra Kvitova. Proprio come l'anno scorso. E non è esclusa una finale contro Angelique Kerber, sua ultima avversaria nel 2014. Abbastanza incredibile.
NIENTE WILD CARD PER LEI
Naturalmente c'è il giallo. Con il suo status di campionessa in carica, la Pironkova sperava di ottenere una wild card. Numero 37 WTA prima del torneo, non è stata ammessa di diritto. Ma l'hanno ignorata. Hanno preferito le australiane a Victoria Azarenka, ex n. 1 WTA, figurarsi lei, scesa in 67esima posizione. “Ho fatto richiesta, ma non me l'hanno accettata – ha detto dopo l'ennesimo successo – sono rimasta molto delusa, anche perchè quando sono tornata a casa tutti mi dicevano di stare tranquilla, di non preoccuparmi, che avrei avuto un invito. Invece il torneo la pensa diversamente. Però per me è stata una grande motivazione”. Rispetto all'anno scorso, sempre senza sponsor di abbigliamento, il suo abito è simile anche se leggermente diverso. La canottiera ha un colore meno aggressivo, color pesca. E il gonnellino scuro, se possibile, è ancora più corto rispetto all'anno scorso. Il tennis no, quello è sempre uguale. Il dritto sembra mutuato dalla TV in bianco e nero. Piatto, con una leggera rotazione in back, è il suo punto debole. Con il rovescio bimane, invece, fa quello che vuole. E contro la Zahlavova è stata perfetta in risposta. Adesso guarda con ottimismo a una partita tutt'altro che impossibile, anche perchè la ceca potrebbe già essere protesa verso l'Australian Open. E poi c'è la magia della Ken Rosewall Arena, dove la bulgara non sbaglia un colpo. Il suo gioco non ricorda per nulla quello di “Muscle”, però l'alchimia si è creata lo stesso. “Ormai conosco la gente, il campo, la superficie. Mi sento quasi come a casa – ha detto – lo scorso anno ho vissuto emozioni molto positive, poi sono diversi anni che vengo e per me è tutto molto familiare. Sydney è una splendida città”. La sarà ancora di più se ripeterà l'exploit, magari con l'ennesima dedica ai nonni, che le volevano talmente bene da mettere in vendita alcune proprietà per permetterle di giocare a tennis. Non c'è dubbio che, lassù, qualcuno la ami.
WTA SYDNEY – Quarti di finale
Angelique Kerber (GER) b. Garbine Muguruza (SPA) 0-6 6-1 6-4
Tsvetana Pironkova (BUL) b. Barbora Zahlavova Strycova (CZE) 6-4 6-1
Karolina Pliskova (CZE) b. Carla Suarez Navarro (SPA) 4-6 6-4 6-0
Petra Kvitova (CZE) b. Jarmila Gajdosova (AUS) 4-6 6-3 6-4