Malgrado 47 errori non forzati, Camila Giorgi rimonta e supera Flavia Pennetta per 4-6 6-2 6-3, guadagnando il secondo round. La brindisina è l’undicesima testa di serie fuori all’esordio nel tabellone femminile: record eguagliato.
Di Marco Caldara – 20 gennaio 2015
Ormai non è più una novità. Camila Giorgi può perdere con tante, forse troppe giocatrici, ma contro le connazionali lo fa molto raramente. È per questo che non sorprende il 4-6 6-2 6-3 con cui la ventitreenne maceratese ha domato Flavia Pennetta nel derby italiano dell’Australian Open, confermando il risultato di due dei tre precedenti. Sul Campo 6 è stato un match senza infamia né lode, con tante belle soluzioni subito vanificate da banali errori da ambo le parti, in pieno ‘Giorgi style’. Tuttavia, nonostante i ripetuti alti e bassi che da sempre ne limitano il rendimento, oggi tradotti in 47 errori gratuiti (di cui 16 doppi falli), Camila ha mostrato di potersi esprimere su livelli migliori rispetto a quelli della Pennetta, meritando l’accesso al secondo turno. “Sono i primi match dell’anno – ha dichiarato la vincitrice – è normale che arrivi qualche errore in più. Sicuramente potevamo giocare meglio, ma io credo di aver fatto il mio. Ora guardo al prossimo turno”. Ad attenderla un match alla portata contro la ceca Tereza Smitkova (68 WTA), anche se ogni impegno della Giorgi è sempre da prendere con le pinze. La certezza, invece, è che la sconfitta di oggi costerà il trono di numero uno d’Italia alla Pennetta, incapace di difendere i quarti di finale del 2014. Salvo imprese australiane di Roberta Vinci o della stessa Giorgi, a superarla fra due lunedì sarà Sara Errani, in attesa che Camila arrivi sempre più in alto. “Punto a diventare numero uno d’Italia – ha detto – se poi lo farò da top ten tanto meglio. Penso di essere sulla strada giusta per riuscirci nel 2016”.
CAMILA CHIUDE AL QUINTO MATCH-POINT
Dopo aver conquistato nel decimo gioco un primo set costellato di errori dell’avversaria, la Pennetta ha disputato un secondo parziale ‘da Giorgi’, giocando alla grande fino al 2-2 prima di iniziare a sbagliare a ripetizione. I suoi errori hanno dato fiducia a Camila, permettendole di salire di livello e colpire sempre con maggiore sicurezza, fino a trovare numerosi vincenti. Spazientita, invece ‘sporcare’ il gioco e far colpire all’avversaria il maggior numero di palle possibile, la Pennetta ha provato a fare a pallate, ma la tattica non ha prodotto gli effetti sperati. Il diritto carico del primo set ha lasciato spazio a un colpo più potente ma anche più facile da addomesticare per la Giorgi, e soprattutto molto più falloso. Ecco spiegato il parziale di nove giochi a uno che ha spianato la strada alla maceratese, volata come un treno sul 5-1 del terzo set. Flavia (che chiuderà il parziale con un saldo di – 12 fra vincenti e gratuiti) non ha smesso di crederci e ha provato a riportarsi sotto, ma il divario era troppo ampio per riaprire l’incontro. La Giorgi si è lasciata soffiare due game e si è complicata la vita nel terzo, ma l’ha difeso con i denti. Ha mancato un po’ ingenuamente due match-point, ma sulla palla-break ha mostrato gli artigli servendo un ace (chiamato fuori dalla giudice di linea ma corretto dal ‘challenge’) e alla quinta occasione ce l’ha fatta, grazie a un rovescio in rete della Pennetta che ha fermato il cronometro dopo 1 ora e 55 minuti.
UNDICI TESTE DI SERIE ELIMINATE
“Nel primo set sono sempre stata indietro nel punteggio, era lei a poter prendere l’iniziativa. Ma dal secondo ho iniziato a comandare io ed è andata meglio”. E a chi le fa notare i troppi errori in battuta, risponde così: “Ai doppi falli sono abituata, non ci faccio molto caso. Sicuramente devo migliorare al servizio”. La vittoria della Giorgi ai danni della Pennetta ha consegnato all'Australian Open un piccolo record. Aggiungendosi a Ivanovic, Kerber, Petkovic, Jankovic, Safarova, Suarez Navarro, Pavlyuchenkova, Kuznetsova, Lisicki e Bencic, la brindisina (numero 12 del seeding) ha portato a undici il numero complessivo di teste di serie cadute al primo turno, permettendo al Major di Melbourne di eguagliare il primato negativo di Roland Garros 2002 e Wimbledon 2004. Una notizia che non fa grande pubblicità al torneo, ma è di buon auspicio per le giocatrici di seconda fascia. Nel 2015 le top 30 fanno meno paura.
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