Sono le tre fasi che hanno scandito gli ultimi mesi di Yanina Wickmayer. La simpatica belga ha superato Sara Errani e sogna una nuova carriera. Con un anello di fidanzamento al dito.

Di Riccardo Bisti – 23 gennaio 2015

 

Qualcuno avrà pensato che l'esultanza di Yanina Wickmayer fosse esagerata. In effetti, per quanto prezioso, l'ottavo di finale all'Australian Open non è il risultato più importante della sua carriera. Ma quel “qualcuno”, forse, non sa cosa ha dovuto passare la 25enne belga, scesa al numero 80 WTA dopo uno sfavillante inizio carriera, quando colse le semifinali dello Us Open a 19 anni e il mondo scoprì che il padre l'aveva chiamata così perchè è un fanatico di…Diego Armando Maradona (una delle figlie del Pibe de Oro si chiama Giannina). Lo scorso novembre, la belga ha scoperto di aver giocato per mesi con la Malattia di Lyme, molto debilitante e potenzialmente pericolosa. Si contrae con la puntura di una zecca e ha vari gradi di gravità. Divenne famosa nel tennis qualche anno fa, quando colpì Samantha Stosur. L'australiana si è ripresa, ha trovato la forza di impegnarsi soprattutto in singolare (prima era una doppista) ed è tornata più forte di prima. Proverà a fare altrettanto la Wickmayer, cavallona dal tennis potente ma un po' costruito. Non è esattamente un mostro di tecnica, ma quando stava bene era arrivata a ridosso delle top-10. Per questo, Sara Errani non deve arrabbiarsi troppo per questa sconfitta, maturata con il punteggio di 4-6 6-4 6-3. La romagnola non ha potuto preparare il 2015 con la consueta cura: una serie di problemi fisici, soprattutto a una costola, ne hanno tardato la preparazione. Le sconfitte al primo turno ad Auckland e Sydney avevano spaventato. Per questo, il terzo turno a Melbourne deve essere un nuovo punto di partenza. E pazienza se è tornata a giocare come qualche anno fa: soprattutto in difesa.


LE MAGICHE VACANZE DI YANINA

E' normale. Mentre cerca di ritrovare la forma, si affida alle cose che sa fare meglio. Corre, lotta, difende. Ma il Plexicushion australiano non le dà una mano. E' veloce, aiuta chi comanda. E la Wickmayer, con le sue botte a occhi chiusi, ha comandato per tutta la partita. Alla lunga, ha fatto la differenza. Curiosamente, entrambe hanno chiuso con un saldo di “+2” tra vincenti ed errori gratuiti, 21-19 per la Errani e 54-52 per la Wickmayer. Alla fine è stata premiata la più coraggiosa, probabilmente la più brava. Il campo veloce ha esaltato le qualità della Wickmayer, molto coraggiosa nel presentarsi a rete più di 30 volte, mentre non ha aiutato le doti atletiche della Errani, sostenuta a bordocampo da Roberta Vinci (le due hanno iniziato con una vittoria la difesa del titolo). Eppure, giocando con grande attenzione, si era issata sul 6-4 2-0. In altri tempi avrebbe ucciso la partita, ma stavolta la Wickmayer ha preso a giocare sempre meglio. Si è presa il secondo set e ha rimontato da 0-2 nel terzo, mostrando una grande voglia di vincere, come se sentisse che questo torneo fosse la chiave, il crocevia per tornare quella di un tempo. A bordocampo, più nelle vesti di ultras che di coach, c'era l'allenatore Michel Bouhoulle, che le è stato vicino nei momenti difficili. “Lo scorso anno pensavo di non essere in forma. Non avevo forza ed energia per allenarmi bene, ma non ho mai interrotto la mia attività – ha detto la Wickmayer – non mi avevano diagnosticato la malattia. Poi ho avuto una serie di reazioni allergiche che mi hanno convinto a fare delle analisi. Una volta stabilita la malattia, mi hanno prescritto una cura a base di antibiotici piuttosto pesanti”. La nuova Wickmayer ha due segreti: più tempo per se stessa e l'amore. Fino all'anno scorso si prendeva giusto qualche giorno di pausa a fine anno, mentre a fine 2014 si è concessa una vacanza vera e propria. E poi, sul finire di novembre, si è ufficialmente fidanzata con Jerome Van der Zijl, calciatore professionista che milita nel team belga del Tubize. L'amore le ha dato nuove motivazioni e adesso, dopo un anno senza vincere due partite di fila, ne ha intascate addirittura tre. Negli ottavi la sua corsa dovrebbe interrompersi, perchè Simona Halep non ha voglia di concedere sconti. Ma resta una grande avventura. E una bella storia. Forse anche Sarita sarà un po' meno arrabbiata per questa sconfitta. E poi c'è sempre il doppio, inesauribile fonte di gloria.