A sorpresa, Dominika Cibulkova elimina la Azarenka e prenota i quarti contro Serena Williams, che tira 17 ace e si salva contro la Muguruza. “Sono bassa, allora devo trovare altrove le mie energie”.Missione compiuta. L’Australian Open di Dominika Cibulkova era partito tra mille dubbi, con la paura di non confermare la finale del 2014. Le nubi si sono dissolte, partita dopo partita, e adesso non ha più nulla da perdere. Fatto il suo dovere, se la vedrà con Serena Williams nei quarti. Ora non dipenderà più da lei, anche perchè ci ha perso quattro volte su quattro. Ma il suo attimo di gloria se l’è già preso. Di nuovo dentro la Rod Laver Arena, per la prima volta dopo i prodigi dell’anno scorso, ha sfiancato Vika Azarenka col punteggio di 6-2 3-6 6-3. Un successo che vendica la brutta sconfitta a Miami di qualche anno fa, quando buttò via una partita già vinta. Questa è ancora più importante, perchè le consentirà di restare tra le top-20. Dominika è tra le più piccole del tour, ma sprigiona una potenza devastante. Ha sepolto la Azarenka con 44 colpi vincenti (parecchi con il rovescio), certificando il feeling con questo torneo. Sotto il tetto, chiuso per via di qualche goccia dispettosa, è stato un match a strappi: 2-0 Azarenka, 6-2 Cibulkova. Poi 6-3 Azarenka. Nel terzo set, l’equilibrio si è spezzato con un break al settimo game. E alla fine "Domi" zampettava come una bambina, piena di orgoglio. “Appena ho messo piede sul campo mi sono venuti in mente gli splendidi ricordi dell’anno scorso – ha detto – ho pensato di essere una grande giocatrice e che ce l’avrei potuta fare”. La differenza è arrivata dal rovescio, decisamente incisivo. La maggior prestanza fisica della Azarenka si è liquefatta alla prova del campo. “Mi pare ovvio che non sono la più alta del tour, per questo ho bisogno di armi extra per battere le migliori – dice la slovacca – Questa è la mia energia, il mio modo di giocare”. In conferenza stampa, la Cibulkova ha detto di essere sempre in buona forma a inizio stagione. “Lavoro duro, ovviamente lo fanno anche le altre, ma in questo periodo sono sempre fresca e ho ottima fiducia. Quest’anno vorrei evitare il calo del 2014: credo di aver capito dove ho sbagliato, voglio fare tesoro dei miei errori”.
 
SERENA PARTE LENTA, POI INIZIA A MITRAGLIARE
La Azarenka non era troppo delusa. Sa di essere ancora in fase di ricostruzione. Ha avuto la sua chance ma le è mancato qualcosa nel finale. “Non sono stata presente al 100%, mente lei si. Non credo che l’altezza sia solo uno svantaggio per lei. Magari va in difficoltà sulle palle alte, ma su quelle basse è avvantaggiata”. Sarà contenta Serena Williams, che nei quarti eviterà la sua più grande rivale del 2013. L’americana si è salvata contro Garbine Muguruza, prendendosi la rivincita dello scorso Roland Garros. Se l’è vista brutta per un set e mezzo, quando la spagnola ha tenuto ritmi altissimi. Era ovvio che prima o poi andasse fuori giri. La Muguruza, tipo particolare anche nell’aspetto, teneva bene il palleggio anche quando Serena spingeva a volontà. E quando aveva la chance di attaccare non si faceva pregare, prendendo subito l’iniziativa. Bravissima. Sotto di un break nel secondo set, lo ha recuperato ma poi ha finito la benzina. O meglio, non ne aveva a sufficienza per tenere il ritmo di Serena, peraltro caricata dal pubblico. “Ho avuto tanti coach occasionali durante la partita, vi ringrazio! – ha detto nell’intervista sul campo – lo dico con sincerità perchè non capita così spesso di avere un’accoglienza così calorosa”. L’impressione è che abbia superato uno scoglio delicato: la Cibulkova nei quarti e l’avversaria in semifinale, chiunque essa sia, sembrano decisamente abbordabili. E poi, si sa, Serena trova la forma durante il torneo. Nel secondo e nel terzo set si è attaccata alla prima di servizio, e i colpi da fondo sono parsi ancora più devastanti. A tratti si è vista la Serena dei tempi belli. E 17 ace sono un bottino che può essere decisivo, soprattutto tra le donne. La piccola Cibulkova avrà bisogno di un miracolo per fare match pari. Dovrà sperare in un'altra partenza lenta di Serena e poi tuffarsi nella bagarre. A certi livelli, si sa, vale tutto.