La Williams doma la giovane connazionale in due set, e si prende la finale contro Maria Sharapova, battuta negli ultimi 15 incontri. Per pochi punti non ci sarà in palio la vetta del ranking WTA, ma il primato morale sì.Il passaggio di consegne arriverà, e probabilmente nemmeno troppo tardi, ma per il momento Madison Keys deve aspettare. Tuttavia, dalla semifinale persa 7-6 6-2 contro Serena Williams esce ancora più forte, consapevole di avere il tennis per mettere sotto anche la numero uno del mondo. “È veramente forte – ha detto di lei Serenona – e credo possa andare molto, molto lontano. Oggi ha dimostrato di poter arrivare in vetta al ranking e vincere i tornei del Grande Slam”. In effetti, poche volte era capitato di veder la Williams costretta a cambiare gioco in funzione dell’avversaria, tanto da chiudere con appena 6 colpi vincenti (servizio escluso) in 84 minuti di partita. Proprio lei che ha fatto del tennis sparatoria la chiave dei suoi successi, obbligata a difendere per non farsi sfondare? Forse è questo il maggiore credito da dare alla prova della Keys. Appena troverà la quadratura del cerchio, potrà ripresentarsi con ambizioni diverse. Oggi può sorridere riguardandosi sino al 3-1, quattro game di fuoco che hanno suggerito alla Williams di evitare il braccio di ferro. In molte avrebbero proseguito comunque sulla propria strada, Serena invece ha mostrato grande intelligenza tattica, riducendo le velocità e giocando un tennis di contenimento, che ha dato da subito gli effetti sperati. La più giovane delle Williams ha pareggiato i conti e messo per la prima volta in naso avanti sul 4-3, per poi trovare la zampata vincente nel tie-break. Gli è bastata una seconda un po’ troppo morbida della rivale per affondare il colpo, e prendersi sull’1-1 il mini-break decisivo. Ha esultato come se avesse vinto l’incontro, consapevole della grande importanza del tie-break, che infatti ha tarpato le ali all’avversaria. Unica reazione della Keys sul 5-1, quando giocando tutti i punti a braccio sciolto ha salvato la bellezza di 7 match-point per poi tenere il servizio. E ne ha pure cancellato un altro nell’ottavo game, prima del tredicesimo ace di Serena. “Ogni giorno gioco meglio, e oggi mi ha dato una grossa mano il servizio, aiutandomi in tutti i momenti di necessità. Sui match-point mancati poco da dire: o non ho risposto perché ha servito troppo bene, o ha colpito vincente”.
 
LA MIGLIOR FINALE POSSIBILE
“Se devo essere sincera non mi sarei aspettata di arrivare fino alla finale. Alla Hopman Cup non ho giocato bene, e faticavo negli spostamenti. Sono doppiamente felice per avercela fatta”. Contenti anche gli organizzatori, che a undici anni dall’ultima volta (2004, Henin batte Clijsters) avranno di nuovo in finale le prime due giocatrici del ranking mondiale. Per Serena significa affrontare la sua diretta rivale Maria Sharapova, che dopo il lungo confronto a distanza del 2014 trova finalmente dall’altra parte della rete. “Maria sta giocando molto bene, è in finale perché è una grandissima lottatrice, rifiuta la sconfitta. Vuole fortemente questo titolo, che può permetterle di salire ancora di livello. Sarà importante arrivare pronta alla sfida, e partire forte sin dai primi scambi”. In effetti, in tredici dei quindici scontri diretti consecutivi vinti, la statunitense si è aggiudicata il primo set, compresa la finale dell’Australian Open di otto anni fa, chiusa 6-1 6-2. Ma stavolta la Sharapova potrebbe avere qualche chance in più rispetto al passato. “Non avrà nulla da perdere, può solo guadagnarci, ma nemmeno io sento grandi pressioni. Da Wimbledon in poi, avendo perso prima dei quarti nei tre Slam precedenti, ho deciso di affrontare i miei impegni con maggiore relax. Tutto ciò che arriva va bene, non voglio mettermi grosse pressioni. Ho già vinto questo torneo cinque volte (ma non arrivava in finale dal 2010, ndr), è ovvio che mi piacerebbe ripetermi, ma non è una questione di vita o di morte. Voglio solo divertirmi e dare il massimo: sarà bello”. C’è da crederle, e proprio questo suo approccio 'soft' alla finale potrebbe risultare molto prezioso, contro una Sharapova che si presenterà in campo tesa come una corda di violino, consapevole del grandissimo valore che avrebbe un successo sulla Williams nella finale di uno Slam. È vero che non c’è in palio la vetta reale del ranking WTA, ma quella morale, a volte, può essere addirittura più importante.

AUSTRALIAN OPEN 2015
Semifinali DONNE

Serena Williams (USA) b. Madison Keys (USA) 7-6 6-2
Maria Sharapova (RUS) b. Ekaterina Makarova (RUS) 6-3 6-2