Martina vince il doppio misto e intasca il 16esimo Slam, il nono a Melbourne. “Ho imparato dai miei errori, ma non tornerò in singolare”. Il sogno è giocare le Olimpiadi di Rio de Janeiro, ma non è stata convocata in Fed Cup…Martina non diventerà una leggenda come la Navratilova. Tuttavia, Melanie Molitor non si pentirà di aver chiamato la figlia in suo onore. Martina Hingis ha vinto tanto, forse avrebbe potuto vincere di più, ma la sua carriera sembra eterna. Poche ore prima che Novak Djokovic si prendesse il suo quinto Australian Open, si è aggiudicata il doppio misto in coppia con Leander Paes. E' il 16esimo Slam in carriera, il nono in Australia. Un traguardo prestigioso che certifica una realtà: il talento non muore mai. A 35 anni, la svizzerotta ha vissuto mille carriere, sia dentro che fuori dal campo. 20 anni fa esordì da bimba prodigio, divenne rapidamente numero 1 del modo e sembrava pronta a insidiare i primati delle “grandi” del tennis. Non è andata esattamente così: l'arrivo delle sorelle Williams, qualche sconfitta di troppo (quel Roland Garros che le è sempre sfuggito) e un carattere un po' ribelle l'hanno rapidamente portata all'assuefazione. Si è ritirata ad appena 22 anni, e da allora la sua vita è stata un susseguirsi di eventi disordinati. Matrimoni, tradimenti, divorzi, ritorni e un ritiro “obbligato” a causa di una positività alla cocaina. In mezzo, il ruolo di opinionista e tanti piccoli scandaletti, soprattutto amorosi. Quando è scaduta la squalifica è tornata nel tour nel ruolo di allenatrice, ma ben presto ha capito che le stava stretto. Gli incarichi con Anastasia Pavlyuchenkova e (soprattutto) con Sabine Lisicki non sono andati troppo bene. Ha lasciato la tedesca una settimana prima di Wimbledon, quando Sabine avrebbe dovuto difendere la finale del 2013…
UN SOGNO CHIAMATO RIO 2016
E così è tornata, solo in doppio (anche se nel World Team Tennis si è tolta qualche soddisfazione anche in singolare). Il tocco, la classe e il senso della posizione non si perdono neanche con lo scorrere del tempo. Lo sa bene anche Flavia Pennetta, che l'ha scelta come compagna. E lo sa anche Leander Paes, eterno pure lui, con cui è aggiudicata il primo Slam stagionale in finale su Nestor-Mladenovic, battuti col punteggio di 6-4 6-3. Il punto decisivo l'ha firmato proprio la Hingis, che a Melbourne è di casa. Ci ha vinto ben nove titoli (tre in singolare, quattro in doppio e due in misto). “Dopo oltre 20 anni sul campo, quello che ho ottenuto è molto più di quello che avrei sognato” ha detto Martina, che nel 2006 aveva vinto il misto insieme a Mahesh Bhupathi, ex amico (oggi non più) di Paes. Quest'ultimo l'ha riempita di complimenti: “La nostra intesa è straordinaria. Martina è molto intelligente, sa esattamente quali movimenti deve fare e cosa aspettarsi da me". Il progetto andrà avanti: “Dipende da lei…” ha detto l'indiano. “Ma certo!” ha risposto lei. Nei giorni scorsi, la Hingis ha rilasciato un'intervista al Tages Anzeiger, in cui ha riconosciuto di aver commesso tanti errori in passato e di aver imparato dagli sbagli. Non solo nella vita privata, dove è stata persino denunciata dall'ex marito per maltrattamenti, ma anche sul campo. Ha perso 2-3 chili (“Non mangio più cioccolata!”), però non si fa illudere dall'ottimo stato di forma. “Non chiedetemi di tornare in singolare. Non sono pronta ad allenarmi quattro ore al giorno, soprattutto quando fa caldo. Ho già effettuato un ritorno in singolo, ma poi non ce la facevo più”. A proposito di motivazioni, ha detto che il solo desiderio di vincere uno Slam è sufficiente. Poi ci sarebbe il sogno olimpico di Rio 2016, ma per realizzarlo dovrebbe giocare in Fed Cup. Non è stata convocata per Svezia-Svizzera del weekend. “Ma è una porta che voglio tenermi aperta, ho anche avuto un colloquio sull'argomento con Renè Stammbach, presidente di Swiss Tennis”. Martina non muore mai.
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