Quando un nuovo cliente viene a incordare per la prima volta, cerco sempre di capire cosa cerca dall'incordatura e dal telaio, come gioca e… la sua conoscenza dei materiali. Che spesso è basica e comunque confusa. Ma, data l’importanza della corda nella propria prestazione sul campo, cerchiamo di fare un minimo di chiarezza sulle varie categorie di corde.
MONOFILAMENTO
E' la corda che si è imposta negli ultimi 15 anni e che ha, di fatto, portato a ridisegnare forme e pattern dei telai. Nata per i professionisti, che necessitano di grande controllo, si è poi imposta al grande pubblico. Sostanzialmente è fatta di plastica, spesso con aggiunta di additivi differenti: per questo è facile poterla lavorare e trovarla tonda, poligonale, twistata, eccetera. Se usato con le dovute precauzioni, il monofilamento aiuta tantissimo il gioco perché permette di avere grande controllo e rotazione, a scapito della sensibilità. Ma quali sono le precauzioni da adottare affinché il monofilamento non ci porti ad avere il famigerato (e temuto) gomito del tennista? Innanzitutto la tensione di montaggio, che deve essere di circa 2 kg in meno rispetto al multifilamento e generalmente compresa, per un piatto da 100 pollici, tra i 18 ed i 23 kg. Poi il tempo di utilizzo, che non deve superare le 20 ore di gioco (se non si rompono entro questo lasso di tempo, bisogna tagliarle) perché è il tempo limite in cui il monofilo perde la sua elasticità (si dice che la corda "muore"), per cui la resa della corda diventa nulla e tutte le vibrazioni da impatto con la palla vengono scaricate sulle articolazioni senza il filtro dell'elasticità della corda stessa. Se avete avuto già in precedenza problemi alle articolazioni, consiglio di montare monofili meno agonistici, a tensioni basse ed eventualmente tagliare appena si sente un minimo dolore.
MULTIFILAMENTO
Sono le corde con le quali abbiamo quasi sempre giocato fino all'avvento del mono, quelle che si spostano ad ogni colpo, sensibili, che prendono meno lo spin rispetto al mono ma che sono decisamente più potenti, creando qualche problema nel tenere la palla in campo con i potenti telai moderni. Spesso hanno lavorazioni e strutture talmente complesse da assomigliare al budello naturale sia in termini di giocabilità che… di prezzo. In genere non creano problemi alle articolazioni, e si portano a rottura: questo perché nella quasi totalità dei casi si rompono prima che termini il loro allungamento! In genere si tirano circa 2 kg in più rispetto al monofilo e il loro range di tensione su un piatto corde da 100 pollici va dai 23 ai 26 kg. Purtroppo sono demodè perché si spostano, prendono poca rotazione, peccano di controllo (specie sui telai più moderni) e si rompono molto spesso (a causa dei pattern molto aperti e le forti rotazioni che si imprimono alla palla).
SYNTHETIC GUT
La parola Synthetic Gut si traduce con "budello sintetico", il che potrebbe creare nella testa dei meno esperti un po' di confusione, perché parrebbe un prodotto di gamma alta. In pratica però a questo genere di prodotto fa riferimento una corda che è costruita in nylon. Nella comunità del tennis, il termine tende a connotare processi di produzione più bassi e, in pratica, prezzi più moderati. Chiamiamola impropriamente una via di mezzo tra il mono e il multi, dove in taluni casi prende i difetti di entrambe le corde, mentre nei migliori prodotti i pregi di entrambi. Purtroppo sempre accompagnati da una scarsa durata di performance e rapida perdita di tensione. Di solito è un prodotto "basic" che comunque non va tenuto oltre le 30 ore sul piatto corde per gli stessi motivi del monofilo.
IBRIDO
Che sia una moda o la quadratura del cerchio dell’incordatura, nessuno lo ha ancora capito. Di sicuro è il prodotto che crea la maggior confusione nella testa degli appassionati. Tanti chiedono di montare un’incordatura ibrida senza fornire altre informazioni. Ma va tenuto presente che con l’ibrido si va a modificare leggermente il comportamento della corda verticale, mettendo in orizzontale un prodotto differente. Esempio pratico. Se con un’incordatura totalmente monofilamento vi trovate bene ma volete un po' più di spinta, di tocco e morbidezza, allora potete mantenere la solita corda in verticale e montare sulle orizzontali un multifilamento, che darà al vostro piatto corde maggiore potenza e sensibilità. Se al contrario di solito usate un’incordatura totalmente multifilo e volete un pochino più di controllo e rotazione, allora potete montare sulle orizzontali una corda monofilamento. Ultimamente si usa anche “ibridare” un monofilamento sagomato sulle verticali con uno liscio e più reattivo sulle orizzontali (anche con calibro più sottile rispetto a quello delle verticali) per dare maggiore incisività e rotazione.
Si parla sempre di aggiustamenti minimi con gli ibridi: non pensate di stravolgere completamente il comportamento del telaio.
Attenzione poi che in un’incordatura ibrida tra mono e multifilamento, il multi tenderà ad essere "segato" dal monofilamento, per cui la durata è limitata. Per sapere se tagliare o meno, vale sempre il discorso riferito al tipo di corda montata in verticale.
* Marco Gazziero è ERSA Pro Tour Stringer e importatore per l'italia del marchio di corde STARBURN.