“Francesca era in condizioni strepitose sin dalle qualificazioni. Da quando io ho smesso di giocare, non ha perso neanche un briciolo di motivazione. A inizio torneo mi ha addirittura detto che il suo obiettivo era la finale”. Parola di Kim Clijsters, direttrice del torneo WTA di Anversa, dopo che l'azzurra ha rifilato un terrificante 6-1 6-1 ad Angelique Kerber, cacciandola fuori dalle top-10. Per un'oretta, aiutata dai disastri della tedesca, la Schiavone è tornata a respirare l'aria del grande tennis. Conoscendola, avrà provato sensazioni straordinarie. Le stesse di cui aveva parlato alla vigilia di Natale, quando fu ospite a Sky Sport. C'era una Schiavone super motivata, più matura e consapevole. La trasferta australiana sembrava averla bocciata definitivamente. Non solo non aveva vinto una partita, ma aveva giocato piuttosto male. Ma Francesca, si sa, ha sempre un coniglio in più nel cilindro. Lo ha estratto ai Diamond Games, nella città dove Ivan Lendl aveva intascato una racchetta tempestata di diamanti. Nessuno pensava che la Schiavone, scesa al numero 81 WTA, in odore di uscita dalle top-100, potesse trovare il suo miglior tennis proprio sull cemento indoor. In Belgio ha intascato cinque vittorie, battendo anche la stellina francese Oceane Dodin mentre le compagne franavano in Fed Cup. Entrata in tabellone, ha messo il turbo: quattro giochi per la Koukalova, appena due per la Kerber. Per la tedesca, una batosta tremenda. La Schiavone è stata perfetta sul piano tattico, ha servito molto bene e ha mandato in confusione tattica la Kerber, a tratti ridicolizzandola. Con una classifica così bassa, capiterà spesso di vederla nelle qualificazioni. Con questo risultato guadagnerà una decina di posizioni, spiccioli per una che è stata numero 4. Ma crediamo che non le interessi granchè.
UNA SCHIAVONE DA SINGOLE TAPPE
Francesca vive di emozioni, di punti che caricano il suo ego. I 58 minuti contro la Kerber sono stati perfetti in questo senso. Le danno la linfa vitale per tenere alta la motivazione e andare avanti. Dopo essere stata una splendida interprete da corse a tappe, adesso non è più competitiva per la classifica generale. Però può essere molto pericolosa nelle classiche, nelle singole tappe, anche quelle importanti. E il torneo di Anversa, in un'ipotetica scala di difficoltà, avrebbe almeno tre stelle. Si gioca su una superficie ostica e c'è un buon campo di partecipazione. La prima testa di serie era Eugenie Bouchard, che si è concessa un selfie proprio con la Schiavone a inizio torneo, ma ha perso una brutta partita contro Mona Barthel. La Schiavone vista contro la Kerber può centrare l'obiettivo, anche se già nei quarti avrà un test complicato contro Carla Suarez Navarro, che ha dato un dispiacere ai belgi estromettendo Kirsten Flipkens. Sarà una sfida d'altri tempi, tra due splendidi interpreti del rovescio a una mano. I precedenti dicono 1-1, ma si sono entrambi giocati sulla terra battuta. I bookmakers daranno certamente favorita la Suarez, ma la Schiavone è il simbolo dell'imprevedibilità. E può sognare il colpaccio. In fondo lo aveva promesso alla sua amica Kim Clijsters…