La Davis è quella cosa per la quale uno Slammer come Andy Murray si ritrova invasato in panchina a tifare per il fratello Jamie e Dominic Inglot che quasi sono riusciti nell’impresa di battere i Bryan Brothers. Poi comunque ci ha pensato lo stesso Andy a chiudere i conti con gli Usa. E a inguaiare Inglot, rivelando che la sera avrebbe festeggiato con quella che lui credeva essere la sua fidanzata. Che invece li seguiva davanti alla tv, a tanti chilometri di distanza…
9 – Adrien Bossel
Sarebbe stata la favola perfetta: l’unico tennista che gioca con un pacemaker che vince il match decisivo per la sua Svizzera contro il Belgio. Ma poi David Goffin ha deciso che l’infortunio non era così destabilizzante e ha deciso di scendere in campo: tre set a zero. Non è arrivato il successo, resta la bella storia.
8 – L'ammutinamento di Yann Marti
Ha sbagliato nei modi, Yann Marti (che pare non vanti parentele con gli Einstein): ha abbandonato il team svizzero perché escluso dai singolari, nonostante fosse il n.1 della squadra. Sembra che anche nella squadra svizzera comandi la politica e il buon Marti, che non è del clan Fedrinka, è sempre stato messo nell’angolo. Quando c’era da fare il quarto uomo (e vincere la Davis), e quando c’era da fare il capobanda, come in questa occasione. E così hanno perso tutti, lui e la Svizzera.
7 – Il selfie di Melo
La moda dei selfie davanti alla curva dei tifosi lanciata da Francesco Totti fa proseliti. Ecco Marcelo Melo immortalare un momento storico (per lui): la vittoria in doppio con Bruno Soares nel derby contro gli argentini Berlocq e Schwartzman.
6 – Thanasi Kokkinakis
Premessa: non ci fa impazzire tecnicamente, perché la palla fa tanto rumore ma non cammina poi così veloce. Insomma, non ha l’esplosività e l’estrosità del suo connazionale Kyrgios, per intenderci. Però tiene “huevas” per rimontare due set di svantaggio ad un tipo tosto come Rosol, nel suo match di esordio in Davis e contro un pubblico caldo come quello di Ostrava.
5 – Gael Monfils
Ci sono pochi, pochissimi giocatori che valgono il prezzo del biglietto come Gael Monfils. Anche in un questo week end di Davis, è stato lui il giocatore che ha offerto lo spettacolo più accattivante. Non sarà sempre concreto, ma come showman non ha eguali.
Il calcio vive di presidenti invasivi nelle questioni tecniche, il tennis meno. Un'eccezione è stato quello kazako, Bulat Utemuratov che Pare abbia intimato al capitano di sostituire il titolarissimo Andrey Golubev (sotto 0-4 nei confronti diretti con Fognini) e schierare l’inesperto, a certi livelli, Aleksandr Nedovyesov. Ha avuto ragione lui.
3 – Tutti per Nole
A Kraljevo (Serbia) ci sono stati tanti problemi nell’assegnazione dei biglietti, tanto che sono dovute intervenire le autorità locali per fare chiarezza. Anche perché ‘attesa degli appassionati era tanta, come dimostra la calca che si è creata fuori dal palazzetto per assistere ad un semplice allenamento di Djokovic.
2 – Leonardo Mayer vs. Joao Souza
Sei ore e 42 minuti, il più lungo match della storia della Davis, il secondo in assoluto dopo Isner-Mahut a Wimbledon 2010. Una battaglia, più che un incontro di tennis, quello tra Leonardo Mayer e Joao Souza, vinto dall’argentino all’undicesimo match point. E non poteva che accadere nel derby sudamericano Argentina-Brasile.
1 – James Ward
La più sorprendente impresa del week end di Davis. Ce lo ricordavamo a Napoli, inpalpabile, due punti sicuri per qualsiasi squadra avversaria da World Group, si diceva. E invece, a Glasgow, è stato lui l’eroe britannico del match contro gli Usa: ha battuto in una maratona di 5 set John Isner, regalando di fatto la vittoria alla sua squadra.