Non si placa la polemica su Gala Leòn, che a luglio dovrebbe esordire come capitana della Davis spagnola. Il Consiglio Superiore dello Sport ipotizza che ci siano state irregolarità nella sua nomina. La Federtennis è stizzita, Nadal e Robredo sono critici. 

Povera Gala Leòn. Chi pensava che il clamore per la sua nomina a capitano della Davis spagnola si fosse esaurito, beh, è rimasto deluso. A quattro mesi dall'esordio della Spagna nel 2015 (fuori casa, contro la Russia), si è messa in mezzo persino la politica. Sostanzialmente, il Consiglio Superiore dello Sport ha invitato la federtennis spagnola a verificare i criteri con cui è stata nominata. Vogliono capire se è stata una scelta “democratica” del consiglio, oppure è stata una decisione imposta dal presidente Josè Luis Escanuela (come sospettano le federazioni regionali di Castilla y Leon e Aragon). Tramite una lettera, il CSD inviato la RFET a trasmettere gli atti che hanno portato alla nomina della Leòn. Si è subito accesa una polemica: secondo Fernando Fernandez Ladreda, vicepresidente federale, la richiesta è uno stratagemma di Miguel Cardenal (presidente del CSD): “Per stoppare sul nascere la prima esperienza di una donna a capo di una rappresentativa maschile, la cui nomina ha fatto parlare di tennis persino il New York Times”. Da Indian Wells ha detto la sua anche Rafael Nadal. “Non conosco bene la situazione, non mi voglio addentrare nel tema. Non mi trovo nella posizione di dire la mia su argomenti che non mi toccano da vicino”. Tuttavia, a seguito delle insistenze dei giornalisti, ha detto la sua. “Credo che le persone al comando del nostro sport debbano conoscerlo molto bene, dopo aver vissuto tutte le tappe: allenatore, giocatore, bambino che frequenta i tornei. Sono cose importanti non solo per il ruolo di capitano di Davis, ma per i dirigenti in generale. Secondo me è molto difficile individuare le persone giuste”.


COSA HA FATTO A INDIAN WELLS?

Il discorso è rapidamente scivolato sul sessismo. In realtà, i critici della Leòn sostengono di avere perplessità soltanto sul piano sportivo. Secondo i giocatori, in particolare, non ha il giusto rapporto con loro. “E' un tema complicato – ha detto Tommy Robredo – Credo che Gala sia venuta a Indian Wells. C'erano tredici giocatori spagnoli, ma ha parlato soltanto con tre di loro. Che una federazione spenda denaro per pagare un viaggio a una capitana, con tanto di persona al seguito, e poi non parli con i giocatori…non so, preferisco non commentare. Resto al margine e vediamo che succederà”. Tornando alla politica “pura”, secondo le federazioni “ostili”, la nomina della Leòn sarebbe avvenuta senza un reale spirito democratico. Nel consiglio federale dello scorso 21 settembre avrebbero offerto un rinnovo a Carlos Moyà: dopo la sua risposta negativa, Escanuela avrebbe nominato la Leòn. Da parte sua, la federazione sostiene che la nomina della Leòn sia stata ratificata un paio di volte dalla Giunta Direttiva e altrettante dalla Commissione Permanente. Un mese dopo la sua elezione, diversi giocatori si sono riuniti per chiedere le sue dimissioni perchè non conosce a sufficienza il circuito maschile e non ha mai allenato ad alti livelli. Lei non ci pensò neanche, rispondendo con un laconico: “Non devo chiedere scusa per essere una donna”. Tuttavia, pesa come un macigno l'ultima affermazione di Rafael Nadal. “E' come se mettessero il sottoscritto a dirigere un ospedale. Non so nulla di medicina, non so come funzionano le cose”. La telenovela è destinata ad andare avanti: l'impressione è che la Leòn siederà in panchina contro la Russia, ma tutto è nelle mani dei giocatori: se decideranno di boicottarla in massa, lasciandola con gli scarti, la sua avventura potrebbe essere di breve durata. Se invece riuscirà a convincere i migliori, e magari riportare subito la Spagna nel World Group….chissà.