Nominata per il Laureus World Sports Award, l'ex campionessa cinese ha rilasciato una lunga intervista, ricca di spunti interessanti. Dagli inizi al figlio in arrivo e l'accademia dei suoi sogni, e pure la telefonata della mamma post-Roland Garros.Dopo il ritiro della scorsa estate, Li Na è sempre al centro della scena. Prima aiutava il tennis cinese grazie alla risonanza dei suoi risultati, ora lo sta facendo in prima persona, attraverso uno dei volti sportivi più conosciuti dell’intero continente asiatico. Una grossa mano potrebbe dargliela anche un Laureus World Sports Award, gli 'Oscar' del mondo dello sport, per cui è stata nominata nella categoria femminile, insieme a Serena Williams e altre quattro atlete: la sciatrice slovena Tina Maze, la mezzofondista etiope Genzebe Dibaba, la neozelandese Valerie Adams (getto del peso) e la norvegese Marit Bjorgen, capace di tre ori nello sci di fondo agli ultimi Giochi Olimpici invernali. La cerimonia di premiazione di svolgerà il 15 aprile a Shanghai, e l’ex campionessa di Wuhan è l’unica cinese fra i 42 atleti (o team) in lizza per una statuetta nelle sette categorie. Dopo la nomination, la cinese ha rilasciato un’intervista molto interessante al sito della manifestazione (Laureus.com), di cui vi proponiamo un lungo estratto. Si spazia fra gli argomenti più svariati: gli inizi, il periodo post-ritiro, i momenti più belli, il futuro del tennis cinese e il suo, fra l’accademia che sogna di aprire e il figlio in arrivo la prossima estate.

Come ci si sente a essere nominati per il Laureus World Sportswoman of the Year Award? Con te c’è anche Serena: eri solita affrontarla in campo, ora te la trovi di nuovo.
Credo sia il punto più alto che un atleta possa raggiungere, quindi sono molto felice. Non tutti hanno la possibilità di vincere questo premio. Serena è una grandissima giocatrice, e sono felice sia anche lei in nomination.
 
Com’è la vita lontano dal tennis?
Sicuramente molto più rilassata, c’è meno pressione. Ma mi manca moltissimo la battaglia in campo, il tennis ha rappresentato tutta la mia vita per gli ultimi vent’anni, non posso separarmi dalla racchetta. L’unica cosa che non rimpiango sono i viaggi. Quando si gioca bisogna viaggiare tantissimo, c’è poco tempo per il resto. Ora ne ho di più per stare con i miei amici e la mia famiglia.
 
Siuramente non ti mancheranno gli infortuni…
Certo, non devo sottopormi a infiltrazioni e operazioni, ma ho comunque dolore al ginocchio e sto ancora facendo dei trattamenti. Spero di risolvere la questione entro la fine dell’anno.
 
Ti ha sorpreso il trattamento che ti hanno riservato le tue colleghe dopo il ritiro? C’era grandissima emozione.
Sicuramente, perché non è facile instaurare nel circuito delle vere amicizie. Io sono felice di avere quattro o cinque ottime amiche, rimaste tali anche nonostante le dure battaglia in campo. Con loro sono in contatto ogni giorno. Ci scambiamo messaggi di ogni tipo, parliamo di tutto. La mia migliore amica è Petra Kvitova. In più, mi piace molto il suo stile di gioco. Penso possa vincere tutti i grandi tornei.
 
Quando hai iniziato a giocare, in Cina il tennis non era molto popolare. Poi cosa è cambiato?
Credo che a popolarità del tennis abbia iniziato a crescere nel 2004, quando Li Ting e Sun Tiantian hanno vinto la medaglia d’oro in doppio ai Giochi Olimpici di Atene. Da quel momento, tanta più gente ha dato attenzione al tennis femminile, e negli ultimi anni stiamo facendo molto bene. Le persone capiscono e apprezzano il tennis, e sono nati moltissimi nuovi tornei. I giovani hanno più chance di vedere dal vivo i migliori del mondo, e quindi di avvicinarsi a questo sport.
 
Come ci si sente a essere parte della crescita di uno sport in un paese come la Cina?
Mi piace sentire questa frase, ma ci tengo a precisare che non è solo merito mio. Tanti atleti stanno facendo un lavoro eccellente, e anche tante altre persone in Cina. Fra questi anche la WTA: hanno una sede in Cina, mostrano in tv un sacco di match, permettendo a tanta gente di capire cosa è il tennis. Da noi sono nate un sacco di accademie, quindi ora il tennis in Cina è di ottimo livello. Tanta gente ha iniziato a giocare, la situazione è molto migliorata rispetto a una decina di anni fa.
 
Sei interessata ad aprire un’accademia in Cina?
Ho questa idea sin da prima del mio ritiro, ne ho anche parlato con i miei agenti della IMG. Mi piacerebbe molto avere una Li Na Tennis Academy per aiutare i giovani, con tanti campi dove accoglierne il più possibile. Ovviamente, non tutti potranno diventare professionisti, ma vorrei provarci.
 
Credi che il tennis debba essere promosso nelle scuole cinesi?
Sarebbe una grande idea. Credo sia un aspetto sul quale lavorare molto.
 
Al momento c’è qualche giovane in Cina con potenziale da numero uno? Una nuova Li Na?
Spero di no, perché possono fare molto meglio di me. Ho visto un sacco di giocatori junior, tutti ben impostati tecnicamente e preparati fisicamente. Se saranno forti abbastanza, potranno arrivare in cima alle classifiche.
 
Che consiglio daresti a un giovane tennista?
Il tennis non significa soltanto essere un atleta. Bisogna cercare di essere i primi. Bisogna avere un obiettivo e lavorare duro per raggiungerlo, senza mai allentare la presa.
 
Il tennis sarà parte della vita di tuo figlio (o figlia)?
Vedrò se mio figlio ne sarà interessato. Se così sarà, lo supporterò. Ma non sarò io a dirgli di giocare.
 
 
In carriera hai vinto due tornei del Grande Slam: Roland Garros e Australian Open. Quale preferisci dei due titoli?
Il secondo, perché ripetersi è sempre più difficile. Dopo la prima vittoria non si può mai sapere come andranno le cose. All’Australian Open dello scorso anno avevo tanta voglia di vincere, e finalmente ci sono riuscita. In più, è il mio torneo del Grande Slam preferito.
 
Hai qualche rimpianto nella tua carriera?
Penso che avrei potuto battere Serena qualche volta in più. Ci siamo affrontate in un sacco di incontri (dodici, ndr) e ho vinto solamente in un’occasione. Avrei preferito un numero maggiore.
 
Serena può essere considerata una delle più forti della storia? Può superare il record di Slam vinti da Steffi Graf e Margaret Court? Credo abbia grandi chance per diventare la più forte. Sono tre atlete eccellenti, di tre epoche completamente diverse. Serena ha anche cambiato la mentalità, ha 33 anni ed è ancora competitiva. Una volta si pensava che la carriera nel tennis fosse molto breve, lei invece sta dimostrando che si può essere competitivi per tanti anni consecutivi.
 
Dopo la tua vittoria a Roland Garros, hai parlato al telefono con tua madre. Ci puoi raccontare che genere di conversazione è stata?
Mi ha chiamato il giorno dopo, dicendomi “Hey, Li Na, cosa è successo? Hai solo vinto un torneo, come mai c’è la tua foto sulle prime pagine di tutti i giornali?”. Le ho risposto: “Tranquilla mamma, ho solo vinto un torneo, non ti preoccupare”. Lei non si interessa di nessuno sport, quindi non sa quanto siano importanti i tornei del Grande Slam. Però lo scorso anno, quando l’ho chiamata dopo la vittoria in Australia, mi ha subito chiesto: “hai vinto un grande torneo vero?”. “Sì mamma, hai ragione”.
 
Sarai una mamma full-time o in qualche modo sarai di nuovo coinvolta nel mondo del tennis?
Credo mi dividerò tra le due cose. Mi spiego: la famiglia è importantissima, ma amo tantissimo il tennis, e quando avrò una mia accademia vorrei occuparmene in prima persona. Quindi direi 50 e 50.
 
Nella tua carriera, quanto è stato importante essere allenata da tuo marito?
Non fatelo, diventa veramente difficile trovare un equilibrio tra l’aspetto sentimentale e quello lavorativo. Consiglio a chiunque ne abbia la possibilità di trovarsi un altro allenatore.
 
In passato si è scritto che Na Li è una ragazza un po’ ribelle, sei d’accordo?
Diciamo che quando mi fisso un obiettivo sono disposta a tutto per raggiungerlo. Per questo qualcuno può aver pensato che io fossi folle.
 
Come ti piacerebbe essere ricordata?
Folle. Forte. Coraggiosa.
 
Nella tua carriera hai passato molto tempo a Monaco di Baviera, come mai?
Perché il mio dottore era di base lì. Ho avuto quattro operazioni alle ginocchia, quindi ho un piccolo team a Monaco. Oltre al medico ci sono preparatore atletico e massaggiatore. Hanno fatto un grande lavoro.
 
Hai imparato ad apprezzare la città, la cultura, il cibo?
Ti racconto un aneddoto. Quando nel 2008 mi sono sottoposta alla prima operazione, sono dovuta rimanere a Monaco per i tre mesi successivi. Ogni volta che andavo al ristorante, dicevo ai camerieri “non posso bene alcolici”, ma ogni volta ricevevo la stessa risposta: “Sei a Monaco, devi bere la miglior birra del mondo”. Quindi ho bevuto birra per tre mesi. Menomale che non sono ingrassata.
 
Quindi hai imparato ad apprezzarla?
Qualche volta mi piace bere una birra bianca. E pure mangiare una Wiener Schnitzel.
 
Hai la reputazione di una donna divertente, ci sono altre persone come te nel tennis?
Una di queste è sicuramente Francesca Schiavone. La apprezzo molto, mi fa ridere vedere come parla, come si comporta, e mi piace molto il suo modo di giocare.
 
Justine Henin si è ritirata, poi è tornata a competere. Pensi sia possibile rivederti in campo?
Non credo possa succedere. L’ultimo anno per me è stato molto difficile, perché il mio ginocchio ha ceduto. Non poteva più reggere la situazione. Mi piacerebbe che a riportarmi in campo fossero i miei figli.



I TENNISTI NOMINATI PER I LAUREUS WORLD SPORTS AWARDS 2015
Laureus World Sportsman Of The Year Award: Novak Djokovic
Laureus World Sportswoman Of The Year Award: Serena Williams, Li Na
Laureus World Team Of The Year Award: squadra svizzera di Coppa Davis
Laureus World Breakhtrough Of The Year Award: Marin Cilic, squadra svizzera di Coppa Davis