Sorpresa a Indian Wells: nonostante tre matchpoint, lo spagnolo si arrende a Milos Raonic, da cui perde per la prima volta. In semifinale, il canadese pescherà un Federer più in forma che mai, vincitore di 15 partite su 16 nel 2015.  Qualche mese fa aveva abbattuto il tabù Federer, superandolo a Parigi Bercy. Adesso ha colto la prima vittoria contro Rafael Nadal. Sono segnali importanti per la carriera di Milos Raonic, tra i più seri candidati a raccogliere l’eredità dei Fab Four. Lottando quasi tre ore, ha superato lo spagnolo col punteggio di 4-6 7-6 7-5 in una partita giocata su pochi punti, in cui è stato perfetto e coraggioso, soprattutto quando ha dovuto cancellare tre matchpoint nel tie-break del secondo. Se in due occasioni è stato aiutato dagli errori di Nadal, ne ha annullato un altro con uno smash folle, tirato a 129 miglia orarie. Gli è rimasto in campo per un soffio. In quel momento ha capitto di potercela fare, anche perchè era stato più volte sull’orlo del baratro nel secondo set, cancellando la bellezza di cinque palle break. Alla fine, sul 5-5 al terzo, era lui a strappare l’allungo decisivo. Da campione già maturo, non ha concesso niente nell’utimo turno di servizio e tiene vivo il sogno di Ivan Ljubicic: vincere questo torneo sia da giocatore (c’è riuscito nel 2010) che da allenatore. Per riuscirsi, deve sperare che il suo pupillo batta Federer in una semifinale che si presenta a senso unico, anche in virtù dei precedenti. Come detto, l’ultimo successo risale al 2014, ma era l’ultimo torneo dell’anno e Federer aveva già la testa al Masters e alla finale di Coppa Davis. Per il resto, un bilancio di otto vittorie ad una dice tutto. Tra l’altro, Raonic potrebbe pagare le fatiche di venerdì, in cui è rimasto in campo circa 3 ore e ne avrà appena 20 per recuperare. E’ la peculiarità dei Masters 1000, in cui non c’è il giorno di riposo tra un match e l’altro. Oltre a vincere, insomma, bisogna anche evitare di spendere troppo.
 
FEDERER IMPECCABILE
Raonic, tuttavia, sarà ben felice della sua prestazione. Con lo scorrere del match ha messo a punto il servizio e non ha più lascisto spazio a Nadal, bucherellato sempre più spesso con il servizio (18 ace) ma anche con i missili da fondocampo, soprattutto il dritto. Alla fine tirerà 49 colpi vincenti, sostanzialmente il doppio dello spagnolo, legittimando il successo. Ciò che colpisce di questo Raonic è la continuità: ha raggiunto i quarti (o meglio) in otto degli ultimi dieci Masters 1000. Significa che lui c’è, sempre, a prescindere da stagioni e superfici. Ma contro Federer sarà durissima, soprattutto contro QUESTO Federer. Lo svizzero ha giocato in controllo, con una tranquillità sorprendente, rifilando un netto 6-4 6-0 a Tomas Berdych. In 19 scontri diretti gli aveva dato soltanto un 6-0. “Ma non sono il tipo di persona che gode per questi punteggi” ha detto. Lo svizzero ha tirato ben 21 colpi vincenti, alcuni di strabiliante qualità, raccogliendo 13 punti su 14 discese a rete. Con questi numeri, era scontato che non dovesse fronteggiare neanche una palla break. Al contrario, ha tolto il servizio a Berdych in quattro occasioni. “Ho servito e mi sono mosso bene, avendo la sensazione che lui non avesse molte chance in risposta” ha concluso. Il ceco ha ammesso che Federer ha trovato il giusto feeling già in avvio. “E quando hai il controllo sin dall’inizio, diventa più facile giocare il tuo miglior tennis fino alla fine. C’è una linea sottile tra il fare le cose giuste e strafare. Stavolta io ho un po’ esagerato”.
 
A RAONIC SERVE UN MIRACOLO
Ma forse non poteva fare altrimenti: in condizioni normali non c’era davvero nulla da fare, ma l’ufficio miracoli era chiuso. Adesso toccherà a Raonic, anche se tutti si attendono il replay della finale 2014 tra lo svizzero e Novak Djokovic, che sfiderà Andy Murray nella prima semifinale. Il serbo ha giocato in sessione serale per tutto il torneo, allora si è allenato alle 11 del mattino per abituarsi alla calura di Indian Wells, cui Murray è più abituato. Raonic, da parte sua, dovrà essere implacabile al servizio, anche se i precedenti lo condannano. A Brisbane è arrivato vicino al successo, ma ha commesso un doppio fallo nel momento cruciale. A Indian Wells è sembrato molto più pronto nei momenti decisivi. “Il segreto? Semplicemente non ho pensato al fatto che fossero matchpoint, ma soltanto punti come gli altri. Ci sono stati diversi alti e bassi, ma sono stato fortunato e sono ancora in gara”. Per la gioia di Ljubicic, che sa come si vince a Coachell Valley. Ma sa meno come battere Federer, avendoci perso 13 volte su 16. E l’ultimo successo risale al 2003. Chissà se si sarà attrezzato in tempo per un miracolo. Perchè di miracolo si tratterebbe.
 
MASTERS 1000 INDIAN WELLS – Quarti di Finale
Roger Federer (SUI) b. Tomas Berdych (CZE) 6-4 6-0
MilosRaonic (CAN) b. Rafael Nadal 4-6 7-6 7-5