Un paio d'ore prima, in uno stadio vuoto, Novak Djokovic è sceso in campo per provare la risposta al servizio. Sapeva che sarebbe stata la chiave del match contro John Isner. Missione riuscita alla perfezione, anche meglio del previsto. Il suo sparring partner si è piazzato 2-3 metri dentro il campo per simulare le traiettorie assassine di Long John. Ha funzionato, poiché Nole ha risposto alla grande e si è imposto con un netto 7-6 6-2 che lo spinge in finale al Miami Open. “Probabilmente John è il miglior battitore del circuito – ha detto il serbo – ma stavolta ho risposto molto bene. E' stata una delle chiavi del match: l'ho fatto giocare parecchio e gli ho fatto fare più fatica del previsto”. Non appena lo scambio superava i 3-4 tiri, Isner non aveva scampo. Spesso non andava nemmeno sulla palla per evitare di sprecare energie. Ma non è bastato: anzi, è stato bravissimo a trascinarsi almeno al tie-break (peraltro dopo aver cancellato un setpoint sul 5-6). Ma nel momento del bisogno ha raccolto appena due punti su cinque al servizio. Quando ha ripreso uno dei due mini-break di svantaggio, Djokovic gli ha sparato in faccia un ace sul 5-3. Come a dire: “Ehi, amico, fino a ora abbiamo scherzato. Ma adesso non ci provare”.
NOLE A CACCIA DI UNO STORICO TRIS
Nel secondo set non c'è stata partita: un break al terzo e un altro al quinto game hanno sancito l'ennesima finale per il serbo. Contro Andy Murray andrà a caccia del quinto titolo a Miami dopo quelli intascati nel 2007, 2011, 2012 e 2014. In conferenza stampa, Isner ha alzata bandiera bianca. “Se io ho il miglior servizio del circuito, Nole ha la miglior risposta. Inoltre, in questo momento, è pieno di fiducia perchè arriva da tante vittorie. Per batterlo avrei dovuto giocare meglio: semplicemente, non l'ho fatto. Lui è stato troppo bravo, il migliore”. L'unico momento di difficoltà è arrivato sul 4-4, quando Isner è salito 0-30 in un game di risposta. Djokovic ha tirato due ace di fila e ha sistemato la faccenda. A sorpresa, ha tirato più ace dell'avversario (10 contro 9). Sulla seconda palla, Isner ha raccolto appena il 30%. “Quando non gli entrava la prima dovevo essere aggressivo, cogliere le opportunità” ha detto Djokovic, sempre più consapevole della sua forza. Contro Murray giocherà la 32esima finale in un Masters 1000 (ne ha vinte 21), la 74esima in assoluto. I precedenti gli danno fiducia: ne ha vinti 17 su 25 e ha intascato i due giocati nel 2015: la finale a Melbourne e la semifinale a Indian Wells. Dovesse vincere, diventerebbe il primo a centrare l'accoppiata Indian Wells-Miami in tre anni diversi. Ad oggi, in sette hanno centrato l'impresa: oltre a Nole, l'unico ad esserci riuscito per due volte è stato Roger Federer.
ACCOPPIATA INDIAN WELLS-MIAMI
1991 – Jim Courier
1992 – Michael Chang
1994 – Pete Sampras
1998 – Marcelo Rios
2001 – Andre Agassi
2005 – Roger Federer
2006 – Roger Federer
2011 – Novak Djokovic
2014 – Novak Djokovic
ATP MASTERS 1000 MIAMI – Semifinale
Novak Djokovic (SRB) b. John Isner (USA) 7-6 6-2