Lo scorso anno Fabio Fognini salutò Monte Carlo con tanta amarezza, dopo la sconfitta con Tsonga e qualche parola di troppo rivolta al suo angolo, prologo di una lunga crisi di risultati che non è ancora terminata. Anche per questo, il Masters 1000 di Principato può diventare l’occasione ideale per il riscatto. L’inizio è di buon auspicio, grazie al 6-3 6-1 in meno di un’ora con cui il ligure si è sbarazzato di Jerzy Janowicz, al termine di un match poco spettacolare e con scambi brevi, ma perfetto per interrompere una striscia di cinque sconfitte di fila scattata dopo la grande vittoria contro Rafael Nadal a Rio de Janeiro. Quello fu un grande Fognini, quello con la t-shirt color pesca visto nel pomeriggio monegasco può ancora crescere parecchio, ma è stato comunque bravo ad approfittare nel migliore dei modi dei problemi dell’avversario, frenato da un problema alla schiena. Sabato il gigante polacco è stato costretto a interrompere anzitempo l’allenamento con Simone Bolelli, e oggi ha fatto parecchia fatica al servizio, tenendo percentuali bassissime, causa di sei break in otto game di battuta. In una giornata piuttosto calda, con i campi più veloci rispetto agli anni scorsi, avrebbe potuto dar parecchio fastidio all’azzurro, ma senza la sua arma più importante è diventato l’avversario ideale. Dopo una partenza affannosa per entrambi (cinque break in altrettanti giochi), Fabio ha saputo reagire meglio, si è sbloccato col game che gli ha dato il 4-2, e una volta limitati gli errori gli è bastato qualche sprazzo di tennis in più per guadagnarsi il secondo turno. A onor del vero ha dovuto salvare una palla-break in apertura di secondo set, e poi un’altra sul 3-1, ma il rivale non ha mai dato l’impressione di poter tornare in partita.
L’ARIA DI CASA FA BENE ALL’AZZURRO
Un test poco indicativo, dunque, ma positivo nella sostanza, per approcciare col sorriso il ritorno della terra. Una superficie che per lui significa occasione di riscatto, ma anche meno possibilità di sbagliare. Sicuramente, quello che per lui è il vero torneo di casa (a una cinquantina di chilometri dalla sua Arma di Taggia) può dargli una mano a ritrovare quel tennis che negli ultimi dodici mesi si è visto raramente. La presenza di papà Fulvio e la sorella Fulvia, con coach Josè Perlas e il tranier Max Tosello, i tanti volti famigliari in tribuna (compresi Nicola Pietrangeli, Lea Pericoli e Gianni Ocleppo), e la possibilità di tornare a casa dopo gli incontri è sicura fonte di serenità, e non è un caso che il suo miglior risultato in un Masters 1000 sia arrivato proprio nel Principato, con la semifinale di due anni or sono. Un traguardo che fa gola, ma sarà parecchio difficile da raggiungere, anche alla luce di un tabellone tutt’altro che favorevole. Al secondo turno Grigor Dimitrov o Fernando Verdasco, poi il campione uscente Stanislas Wawrinka, quindi Roger Federer nell’ipotetico quarto di finale. Ma guardare così avanti serve a poco. Quello che conta, ora, è concentrarsi sul prossimo avversario, alla portata di Fabio sia che arrivi da Houston (dove Verdasco ha perso in semifinale) sia che sia di casa nel Principato (Dimitrov), dove prima del match di Fabio c’è stata una breve commemorazione per Patrice Dominguez. L’ex numero uno di Francia che da 2000 al 2004 è stato direttore del Montecarlo Rolex Masters, e nella giornata di ieri ha perso la sua lunga battaglia contro il cancro. Nel frattempo, potrebbe essere partito un nuovo tormentone targato Fognini. Al termine del match, invece che autografare la telecamera col pennarellone giallo, Fabio ha scritto due numeri: 52 e 1013. Dovesse battere anche Dimitrov, probabilmente, ne scopriremo di più.
MASTERS 1000 MONTE CARLO – Primo turno
Fabio Fognini (ITA) b. Jerzy Janowicz (POL) 6-3 6-1
57 minuti per ricominciare
Fabio Fognini parte bene a Monte Carlo, dove nel 2014 iniziò la sua lunga crisi di risultati. Dopo cinque sconfitte di fila, batte per 6-3 6-1 uno Janowicz lontano dalla miglior condizione. Secondo turno con Dimitrov o Verdasco.