Michaella Krajicek ha deciso di darsi un'altra chance in singolare. “Finalmente il mio ginocchio sta bene”. Lo ha sottoposto allo stesso trattamento usato da Nadal. “Se ripenso ad alcuni errori del passato, mi domando come ho fatto ad essere così stupida” 

's-Hertogenbosch non sarà mai un luogo qualunque per Michaella Krajicek, sorellastra di Richard. Il 16 giugno 2013, nella club house del circolo che organizza il locale torneo ATP-WTA, ha conosciuto Martin Emmrich. Si sono piaciuti, fidanzati…e a breve si sposeranno. Un anno dopo, sul campo centrale, il tedesco gli ha fatto una romantica proposta di matrimonio, davanti a tutti. La stessa città, anche se in una sede diversa, ha riportato l'Olanda nel Gruppo Mondiale di Fed Cup. Michaella c'era, ma Kiki Bertens e Arantxa Rus hanno chiuso il conto dopo i singolari. Lei ha giocato il doppio a risultato acquisito, insieme a Richel Hogenkamp. Tuttavia c'è un retrogusto amaro: possibile che “Misa” non possa dare il suo contributo anche in singolare? Oggi il ranking WTA è impietoso: numero 421, mentre è 23esima in doppio. “Ma oggi sono in perfetta forma, e soprattutto sono felice” dice con un gran sorriso. E' la cosa più importante, perchè nella sua vita e nella sua carriera non è sempre stato così. A 26 anni ha trovato quella pace desiderata a lungo. “Adesso nella mia testa funziona tutto bene – ha detto – sto per sposarmi, Richard mi dà un grande sostegno, e con mio padre non ci sono problemi. Tutto questo ha un'influenza positiva. Poi sono più grande e vedo le cose in modo diverso”. Sembra incredibile, ma Michaella è diventata professionista la bellezza di 12 anni fa. Anni pieni di alti e bassi, una montagna russa che non sfigurerebbe come sceneggiatura di un film. Trionfi e cadute in rapida successione, sia dentro che fuori dal campo. “A volte sembra che il destino voglia prendersi gioco di te – dice Michaella, che però ammette – c'è qualcosa di cui devo rimproverarmi”. Fa parte della lista il morboso fidanzamento con Allistair McCaw, suo ex preparatore atletico. La famiglia ha sempre pensato che lui la condizionasse, al punto da convincerla ad andare a vivere negli Stati Uniti, lasciando persino il coach. “E' stata una decisione esclusivamente mia – protesta Michaella, che non ritiene di essere stata plagiata – ma sicuramente sbagliata. Avevo appena 19 anni e non ero in grado di ragionare. Ripensandoci, mi domando come ho fatto ad essere stata così stupida. Da queste esperienze bisogna imparare. Sono stata ingenua”.


ANCORA MOLTO DA DIMOSTRARE

La relazione con un uomo più grande di 15 anni non ha funzionato e ha rovinato la sua carriera. Da baby prodigio (n.30 WTA, quartofinalista a Wimbledon a 18 anni) è diventata un UFO, ma soprattutto aveva interrotto i rapporti con la federtennis olandese e con papà Petr, che per anni gli aveva fatto da coach. Petr Krajicek, padre dell'ex vincitore di Wimbledon, non le ha mai mandate a dire a McCaw. Dopo che la figlia perse al primo turno del Roland Garros 2008, lo definì un “analfabeta” tennistico. Per Michaella fu un periodo difficile. Da un giorno all'altro si trovò senza un punto di riferimento. “Durante gli allenamenti era tutto diverso. Sarebbe dovuta andare diversamente, ma ho pagato la mia testardaggine. Direi che la testardaggine è una caratteristica di famiglia”. Un paio di volte ha pensato al ritiro, ma non perchè non le piaceva il tennis. Semplicemente, non arrivavano i risultati. Tutti le chiedevano se avesse ancora obiettivi, che forse era meglio pensare ad altro. Ma lei vede ancora il tennis come una missione. E allora, tenendo conto della giovane età, ha deciso di darsi un'ultima chance in singolare. Negli ultimi anni si è focalizzata sul doppio, ottenendo buoni risultati insieme a Barbora Strycova. Ma vuole qualcosa di più. “Credo di avere ancora molto da dimostrare. L'ultimo obiettivo è migliorare il mio best ranking, ma è ancora molto lontano. Sto lavorando molto per trovare la forma: mi sto sottoponendo a dieta e ho un nuovo preparatore atletico, James Fitzpatrick”.


LA STESSA CURA DI NADAL

Il ritorno della Vaidisova, sua coetanea, e l'età di tante top-player l'hanno convinta che può esserci spazio anche per lei, talento cristallino che ha vinto tre titoli WTA quando era una teenager. La strada è lunga, anche perchè ha perso un po' di abitudine. La scorsa settimana ha ripreso a giocare in singolo, all'ITF di Digione. Non ha affrontato fenomeni, ma è arrivata in semifinale. “Adesso c'è la stagione su terra, non mi piace un granchè. Giocherò principalmente il doppio fino al Roland Garros, dopodichè mi concentrerò sul singolare”. Ma se il talento non si discute, la condizione fisica è un'incognita. Non è arrivata ai livelli del povero Brian Baker, ospedale ambulante, ma si è sottoposta a ben 5 interventi chirurgici, due alla caviglia e tre a un ginocchio. “A fine 2014 ho trattato le ginocchia con il plasma sanguigno. Mi hanno prelevato il sangue, lo hanno centrifugato in un macchinario e poi iniettato sul ginocchio”. Stessa procedura cui si era sottoposto Rafa Nadal, il famoso PRP (plasma ricco di piastrine). “Ha funzionato benissimo, adesso non mi posso lamentare. Speriamo che vada avanti così. Quando mi sono operata al ginocchio per l'ultima volta, nel 2012, un medico disse che avevo il 40% di chance di riprendere a camminare senza dolore. Ogni tanto riguardo i filmati della riabilitazione, quando mi allenavo in acqua. Ognuno può dire la sua, ma ho dimostrato di avere una certa forza d volontà. Persino mio padre, solitamente molto severo, è orgoglioso del fatto che io vada avanti”. Forse non vincerà Wimbledon come il fratello, ma vuole fortemente scrivere un lieto fine anche sul campo da tennis. Fuori, c'è una fede nuziale che l'aspetta.