Simone gioca una buona partita contro Dominic Thiem, ma resta nell’ombra nelle fasi decisive, come già capitato nel 2015. L’austriaco vince un punto in meno ma passa con due tie-break, mostrandosi più giocatore.Non sono bastate nemmeno l’aria di casa e la spinta del pubblico. Anche agli Internazionali d’Italia Simone Bolelli ha incontrato lo stesso problema già accusato nel 2015: gioca bene e dà l’impressione di poter vincere, ma non riesce a fare quel passettino che cambia tutto. Contro l’austriaco Dominic Thiem ha vinto addirittura un punto in più, ma si è arreso con due tie-break alla soglia delle due ore, salutando il campo fra la delusione generale. Il più amareggiato, tuttavia, è sicuramente lui, che malgrado una crescita costante nel gioco non è ancora riuscito a risolvere il problema più importante. Oggi è emerso a più riprese in entrambi i set, diversi nell’andamento ma uguali nella sostanza. Thiem era a portata di mano, a tratti ce l’aveva veramente a fianco, ma non è mai riuscito ad andare a prenderlo. Semplicemente: l’austriaco ha vinto tutti i punti importanti, confermando le sue grandi qualità. Oltre a un tennis che piace, impreziosito da un rovescio che quando funziona è gioia per i guardoni, si difende benissimo e ha i giusti attributi per arrivare lontano. Ha avuto i suoi momenti di difficoltà, ma ne è uscito sempre bene, meritando al 100% il secondo turno con Gilles Simon. “Credo di aver giocato un buon tennis – ha evidenziato Simone in conferenza stampa – e sono abbastanza soddisfatto, anche se c’è un po’ di rammarico per come è andata. Potevo fare di più, ho raccolto meno di quando ho seminato. Ho avuto tante chance, ma alcune non le ho giocate nel modo giusto”. Per l’occasione è tornato a sfoggiare il completo tricolore inaugurato in Coppa Davis ad Astana, ma come non gli portò bene contro Mikhail Kukushkin non gli ha portato bene nemmeno a Roma, dove fa un passo indietro rispetto al 2014.
“NEL SECONDO SET MERITAVO DI PIÙ”
Nel primo set il copione a lui tanto indigesto si è ripetuto due volte nel primo set: 0-30 sul 4-4 e 0-30 sul 5-5, e quindi di nuovo nel tie-break, iniziato male con una brutta smorzata e rimesso in parità da un errore di Thiem, poi fortunato a trovare la riga col rovescio sul 5-4. Ancora più duro da digerire il secondo set, come ha lui stesso ammesso successivamente. “Peccato per il secondo set, secondo me meritavo qualcosa in più, ho avuto un paio di palle-break che non sono riuscito a sfruttare”. Alludeva alle quelle fallite sul 2-1 in suo favore, la prima con la peggior risposta dell’incontro, ma in precedenza ne aveva mancate anche tre consecutive per salire 2-0. Scampato il pericolo, Thiem l’ha punito con tre grandi punti, prendendosi il primo break del match. Poteva essere finita, invece l’austriaco l’ha riaperta quasi da solo sul 5-4, quando al servizio per il match ha commesso tre brutti errori, regalando il 15-40. Il pubblico si è esaltato, ha gridato il suo nome, e Simone è finalmente riuscito a pungere, prendendosi il 5-5 con un fulmine di diritto in risposta. Ma a differenza di quanto il Centrale si attendesse, non è iniziata una nuova partita. Il finale è stato solo rimandato a un nuovo tie-break, aperto da un errore di diritto di Bolelli e favorevole a Thiem fino al 5-2. Simone ha tenuto duro accorciando 5-4, l’austriaco gli ha regalato una parità con un errore grossolano su un comodo smash. Si è messo a ridere ma non si è distratto, sfruttando l’occasione per confermare quanto di buono si dice sul suo conto. Si è preso il match-point forzando la seconda, e ha chiuso approfittando di un frettoloso errore di Simone. Bravo Thiem, poi elogiato da Bolelli davanti ai giornalisti (“può diventare forte, sa fare tutto bene e su ogni superficie”), ma poteva (o doveva?) andare diversamente.
MASTERS 1000 ROMA – Primo turno
Dominic Thiem (AUT) b. Simone Bolelli (ITA) 7-6 7-6
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