Dopo i fischi del 2014, quest’anno solo applausi per Fabio Fognini, passato 7-6 6-3 contro lo statunitense Steve Johnson. Prova ordinata dell’azzurro, che chiude senza cedere il servizio. Mercoledì un nuovo duello con Dimitrov.Fabio Fognini aveva un doppio compito: battere Steve Johnson per avanzare al secondo turno degli Internazionali d’Italia, ma anche ricucire i rapporti con il pubblico del Foro Italico, che lo scorso anno lo fischiò dopo il brutto match contro Lukas Rosol. Ha fatto entrambe le cose con una prova convincente e attenta, meritando ogni battito di mano del forte applauso che ne ha accolto il 7-6 6-3 finale. Il dato più interessante è che non ha mai perso il servizio. Gli capita raramente. Ha più tennis dello statunitense, figlio del college della Southern California ed emerso ad alti livelli solo da un paio d’anni, ma con un atteggiamento esemplare Johnson l’ha obbligato a vincere la partita, senza regalare nulla. Ci ha provato con tanta generosità, appoggiandosi a un buon servizio e un dritto un po’ artigianale ma efficace, ma non ha mai dato l’impressione di poter vincere. Fabio è rimasto paziente sapendo che prima o poi qualcosa sarebbe arrivato, ha cancellato nel modo giusto le uniche due palle-break concesse (3-4 nel primo set, 1-1 nel secondo), e ha fatto la differenza nei due momenti chiave. Significa tie-break del primo set, chiuso senza lasciare nemmeno un punto, e 4-3 del secondo, dopo aver fatto le prove generali in un lunghissimo sesto gioco. Nel game finale si è un po’ complicato la vita, aprendo con un doppio fallo e finendo 15-30 con un altro errore, ma ha stretto i denti e ne ha raccolto i frutti un paio di minuti dopo, infilando il lungagnone di Orange con un preciso lob di diritto.
“HO IL TENNIS PER BATTERE DIMITROV”
“Sono contento di come è andata – ha detto in conferenza stampa – perché sono riuscito a fare il mio gioco. Ho faticato a ottenere il break perché Johnson serve molto bene, ma alla fine ci sono riuscito. Vincere qui a Roma vale sempre doppio”. Al di là del successo, è piaciuto l’ulteriore passo avanti nell'atteggiamento, una strada intrapresa già da qualche settimana. Coach Josè Perlas, stavolta, può essere contento. “Il match di oggi è stata un’altra opportunità per alzare il mio livello di gioco, cosa che sta succedendo da circa un mese. In campo mi sento sempre meglio, segno che il lavoro iniziato in allenamento sta dando i suoi frutti. Ci tenevo molto dal punto di vista personale, e sono felice di essere riuscito a ritrovarmi. Dopo tanti mesi in cui ne ho persi e basta, da un paio di settimane ho ripreso a guadagnare punti in classifica. Spero di continuare così”. Mercoledì la terza sfida contro Grigor Dimitrov in altrettanti Masters 1000 stagionali sul rosso, e sempre al secondo turno. A Monte-Carlo ci perse in due set, la scorsa settimana a Madrid ha fatto un passo avanti arrivando vicino al successo, che sia Roma il luogo ideale per prenderselo? Gli regalerebbe il primo ottavo al Foro, dove negli anni non ha mai brillato. “La chiave per vincere ce l’avevo già a Madrid, probabilmente non l’ho inserita bene. Credo mi sia mancato un pizzico di fortuna. Dimitrov lo conosciamo tutti: ha un talento incredibile, ma credo di avere le carte in regola per metterlo in difficoltà. Dovrò giocare al meglio, e chiedo tanto supporto al pubblico di Roma. Nei momenti difficili può fare la differenza”. L'ha scritto anche sulla telecamera a fine match: "Roma stai con me". Dopo la pace di stasera, saranno prontissimi ad aiutarlo.
MASTERS 1000 ROMA – Primo turno
Fabio Fognini (ITA) b. Steve Johnson (USA) 7-6 6-3
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