I due giocatori in dubbio alla vigilia sono quelli che hanno espresso il miglior tennis: Roger Federer ed Andy Murray sono stati i migliori nel mercoledì del Foro Italico. C'era aria di sorprese, invece i più forti sono ancora in gara, tanto da costringere gli organizzatori a collocare Murray sul SuperTennis Grandstand per gli ottavi. Le note più interessanti di giornata.
LO SPETTACOLO DI ROGER
Accolto con un'ovazione, come se fosse un Re, Roger Federer non ha tradito i romani. Nel suo esordio serale (condizioni che non ama) ha battuto un avversario ostico come Pablo Cuevas, contro cui aveva sofferto una decina di giorni fa in finale a Istanbul. C'è voluto un grande Roger per sfangarla in due set, poiché l'uruguaiano lo ha messo alla frusta con il suo tennis didascalico, da terraiolo puro. Con un meraviglioso rovescio a una mano, di tipica scuola argentina (paese dove è nato, a due passi dal confine con l'Uruguay) può mettere in difficoltà molti, anche Federer. Roger lo sapeva e ha giocato con la massima concentrazione, anticipando il più possibile quando doveva colpire con il rovescio. Gli è riuscito alla perfezione e ha fatto godere, a tratti commuovere, il pubblico del Foro Italico. Quest'anno la sua presenza ha un sapore speciale. Roma non era esattamente al centro dei suoi programmi: l'impressione è che sia venuto soprattutto per amore del luogo, della gente, dei tifosi. Già che c'era ha giocato al massimo, con pochissime sbavature. Cuevas pensava di inchiodarlo dal lato sinistro ma non c'è quasi mai riuscito. Senza un porto sicuro a cui affidarsi, è stato costretto a rischiare, a giocare sovraritmo. Ma se fai a pugni con Federer in questo modo, beh, il finale è scritto. Pablo è stato bravissimo ad arrampicarsi fino al tie-break, prendendo anche un mini-break di vantaggio. Ma lì Roger ha dato il massimo, con 4 punti eccezionali. Cuevas ha avuto l'ultima chance sul 5-3, quando era riuscito a girare lo scambio, ma ha messo clamorosamente in corridoio un rovescio che di solido gioca a occhi chiusi. Federer ha legittimato la fortuna nel punto successivo, quando è andato a recuperare una palla che sembrava persa, dal bidone della spazzatura, dopo uno scatto di quasi 15 metri. Si è inventato uno slice di dritto che ha colpito la riga ed è schizzato via, incontrollabile per Cuevas. Un capolavoro di cuore, ancor prima che di tecnica. Nel secondo set c'è stata meno partita: il break è arrivato al quinto game, peraltro dopo varie avvisaglie, poi Roger non ha rischiato nulla al servizio. In tutta la partita non ha concesso una sola palla break. Negli ottavi sfiderà Kevin Anderson, ma guarda più in là. Guarda a un titolo che gli è sempre sfuggito. Chissà che non sia l'anno buono.
MURRAY, ALTRO CHE STANCHEZZA
Davvero buono, per non dire ottimo, l'esordio di Andy Murray. 18 ore prima non era sicuro di giocare, poi ha sciolto ogni dubbio e il match contro Jeremy Chardy ci ha fatto capire perchè. Reduce da nove vittorie consecutive, è entrato in doppia cifra con un convincente 6-4 6-3 che lo proietta negli ottavi. Sembra che le splendide sensazioni di Monaco di Baviera e Madrid non si sono sopite. Il Foro Italico come la Caja Magica, il livello del mare come l'altitudine spagnola. Andy è in condizioni atletiche strepitose e lo ha mostrato contro il francese, che dodici mesi fa aveva estromesso Roger Federer. Si pensava che potesse essere stanco, magari svogliato…niente di tutto questo: ha giocato soprattutto in difesa, arrivando sulle palle più improbabili, mandando fuori giri un avversario troppo ancorato allo schema servizio+dritto. Chardy è partito bene e ha avuto la grande chance sul 3-2 in suo favore, quando si è trovato 15-40 sul servizio di Murray. Sulla prima palla break ha avuto un dritto a campo aperto, facile, ma ha attaccato nella direzione sbagliata ed è stato infilato dal passante di Murray. Il suo match è finito lì. Si è stancamente trascinato fino alla sconfitta, cedendo il servizio per tre volte: sul 3-3 nel primo, sul 2-2 e sul 3-5 nel secondo. Le grandi capacità difensive di Murray lo hanno frustrato, portandolo a commettere errori grossolani, specie con il dritto. Chardy è un giocatore talentuoso, ma è troppo debole dal lato del rovescio: questo lo rende vulnerabile in troppi settori del gioco. Questa prestazione conferma Murray tra i top-3 favoriti del torneo. E vorrà fare un regalo a coach Amelie Mauresmo, il cui pancione è sempre più sporgente.
NADAL PASSEGGIA
Esordio molto semplice per Rafael Nadal. Impegnato contro il turco Marsel Ilhan, proveniente dalle qualificazioni, si è imposto con un netto 6-2 6-0 che non ammette repliche. Rafa è parso a suo agio sulla terra del Foro Italico, dove si è già imposto per 7 volte. Le difficoltà di Madrid sembrano dimenticate, anche se l'avversario non era dei più insidiosi. Oltre a non avere un gran ranking, Ilhan non ama particolarmente la terra battuta. Il torneo di Rafa ripartirà da un test molto impegnativo, quel John Isner che qualche anno fa fu capace di portarlo al quinto set al Roland Garros. Passa anche Kei Nishikori: il giapponese vince un match complicato contro Jiri Vesely, giovane ceco (classe 1993) in ascesa. C'era grande curiosità attorno a Nishikori, poiché l'anno scorso diede forfait dopo la finale a Madrid. Stavolta può recitare un ruolo da protagonista, anche se Vesely lo ha impegnato severamente. Ha preso un break di vantaggio ed è andato a servire sul 5-4. Si è anche trovato 40-15 ma ha fallito tutte le chance prima di perdere 7-6 7-5. Il torneo conserva un personaggio importante, ma andrà rivisto contro avversari più impegnativi. A chiudere la giornata, è arrivata la sconfitta di Jo Wilfried Tsonga. Il francese ha combinato un pasticcio contro David Goffin: nettamente avanti nel terzo set, ha perso cinque giochi di fila e ha lasciato strada al belga.