Un Roger in costante crescita annichilisce Tomas Berdych con un doppio 6-3, prendendosi la semifinale agli Internazionali d’Italia. Viste le condizioni, si impennano le sue quotazioni per il titolo. C’è lo spauracchio Nadal, però…– 66 minuti possono bastare, per godersi una serata tranquilla e magari una cena nell’amata Trastevere. Roger Federer aveva fretta e ha scaricato sul campo tutto il suo tennis, nella speranza di sbrigarsela in breve. Ce l’ha fatta in poco più di un’ora, piegando Tomas Berdych con un doppio 6-3 che conferma l'ottimo stato di forma. Solo un po' di fatica all’inizio, quando la prima di servizio latitava e il rivale gli ha strappato la battuta sul 2-2, poi è stato one man show. Controbreak immediato, vantaggio e allungo, raccolto grazie a uno splendido passante di polso, col rovescio incrociato. L’ha giocato sul 30-0 per Berdych, ma è bastato a mandare nel pallone il rivale, che ha buttato il game con un doppio fallo e due errori di diritto. Buona parte delle speranze di Berdych sono franate lì, tante altre nel game seguente, quando ha mancato l’aggancio da 40-0, le ultime sul 3-3 del secondo set. Fino a quel momento aveva retto bene, poi Roger ha messo una marcia insostenibile per il motore del ceco, dalla cilindrata sempre più alta ma non ancora all’altezza dei ‘fuoriserie’ del circuito. L’elvetico ha infiammato il pubblico con qualche numero d’alta scuola col rovescio lungo linea e vinto gli ultimi tre giochi, obbligando Berdych al secondo stop dell’anno nei quarti di finale. Gli era capitato solo a Indian Wells, dove, guarda caso, perse proprio con lui. “Roger ha giocato meglio – l’ha incoronato il 29enne allievo di Dani Vallverdu – ed è stato bravo ad approfittare delle chance che ho concesso. Non ho giocato al meglio, ma capita di imbattersi in delle giornate storte”. Fortunatamente, gli stanno succedendo sempre più raramente.
NADAL FA MENO PAURA DEL SOLITO
In passato Federer aveva sofferto con il ceco, ma stavolta non ha fatto sconti. “Da fondo ho giocato veramente bene. Solo all’inizio ho faticato un po’ col servizio, lui ha trovato il break e preso il comando, ma sono subito riuscito a salire di livello. Era il match che volevo: mi sono mosso bene e col passare dei minuti ho giocato sempre meglio”. La sua prestazione odierna ne lancia le quotazioni in vista delle ultime due giornate. Dopo il prematuro KO a Madrid ha scelto di presentarsi al Foro Italico: sin qui ne ha avuto ragione, vincendo tre match in due set e crescendo partita dopo partita, tanto che immaginarlo vincitore non è così assurdo. Ma prima di pensare all’eventuale finale, che sarebbe la quarta dopo le sconfitte di 2003, 2006 e 2013, ci sarà probabilmente da battere l’avversario di una vita, Rafael Nadal, favorito contro Stanislas Wawrinka nell’ultimo match della sessione serale. La storia dei loro precedenti sulla terra (l’ultimo proprio a Roma, nella finale di due anni fa) è ben chiara a tutti, ma più di un fattore dice che forse il film potrebbe cambiare per davvero. Il Nadal di oggi è diverso da quello che sul rosso faceva strike di avversari, ma non solo: da quando ha abbandonato il vecchio telaio da 90 pollici, Federer perde molto meno campo dalla parte del rovescio (chiedere conferma a Berdych), storicamente l’angolo favorevole al rivalissimo spagnolo. Lo schiacciava lì per poi affondare il diritto dall’altra parte, ma stavolta potrebbe trovare una resistenza ben diversa.
MASTERS 1000 ROMA – Quarti di finale
Roger Federer (SUI) b. Tomas Berdych (CZE) 6-3 6-3
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