Su quale campo e in quali condizioni, i migliori giocatori del mondo giocherebbero un incontro decisivo? Abbiamo provato a dare una risposta.Di recente, stavo chiacchierando con Riccardo Bisti (il mio Podcast Partner) e l'argomento era David Ferrer. Lui sosteneva che la terra battuta fosse la sua superficie preferita/migliore, io non ne ero troppo convinto. Conclusa la conversazione, sono andato a studiare i risultati dello spagnolo per vedere se riuscivo a darmi una risposta definitiva, quindi ho iniziato a pensare: "Ma se ogni giocatore dovesse giocare la partita della vita, nel vero senso della parola, una che se la perdi 'ciao, ciao’, esattamente su quale campo e in quali condizioni vorrebbe giocarla?”
Per gioco, eccovi le mie risposte per quanto riguarda i Fab Three + 1.
NOVAK DJOKOVIC
Nello scegliere il cemento all’aperto, direi che siamo tutti d'accordo. Credo che il ballottaggio sia tra l'Australian Open e Miami, cinque vittorie in entrambi i tornei. Il bilancio è:
Melbourne: 50 vittorie, 6 sconfitte, 89,3%
Miami: 36 vittorie, 5 sconfitte, 87,8%
Contro i top 10:
Melbourne: 14 vittorie, 5 sconfitte
Miami: 9 vittorie, 2 sconfitte
Con chi ha perso (classifica):
Melbourne: Safin (4), Goldstein (68), Federer (1), Roddick (9), Tsonga (10), Wawrinka (8)
Miami: Coria (7), Anderson K. (122), Murray (4), Rochus O. (59), Haas (18)
A Melbourne ha vinto la partita più incredibile della sua carriera (finale 2012 contro Nadal, 5 ore 53 minuti) dopo aver battuto in semifinale Murray 7-5 al quinto set. Indimenticabile anche il successo contro Wawrinka negli ottavi del 2013 (12-10 al 5° set) e ci ha pure vinto il suo primo Slam.
A Miami si è aggiudicato il suo Masters 1000 (2007 contro Cañas) e ha sconfitto Nadal 7-6 al terzo set nella finale del 2011.
Djokovic sceglierebbe la Rod Laver Arena di Melbourne, sessione serale, 3 set su 5, vento assente. La velocità della superficie è perfetta per il suo tennis. Fisicamente non teme la battaglia ma, allo stesso tempo, in un match lungo si può permettere qualche pausa di concentrazione (2 set su 3 sarebbe più rischioso). Riguardando le partite perse riesco sempre a trovare una giustificazione (le prime tre non era ancora diventato il vero Djokovic, quelle del 2009 e 2010 sono dovute al cambio di racchetta e alimentazione e nell'ultima è stato supponente). In nessuna di queste sconfitte ha giocato al massimo e l'avversario è stato semplicemente più forte. Lui lo sa, e quindi si sentirebbe perfettamente a suo agio sulla RLA.
ROGER FEDERER
Il dubbio potrebbe essere tra erba e indoor ma lo si risolve rapidamente. Erba indoor, ovvero Wimbledon con il tetto chiuso. Non a caso nel suo ultimo successo londinese giocò diverse partite al coperto. A Wimbledon Federer ha un bilancio di 73 vittorie e 9 sconfitte (89%); contro i top 10 è 14-3 (82,4%) ed è in vantaggio nei confronti diretti o in parità con gli altri tre:
Nadal 2-1
Djokovic 1-1
Murray 1-1 (considerando le Olimpiadi 2012)
nelle altre tre prove dello Slam non è così:
Nadal: 0-3 (Aus); 0-5 (RG); 0-0 (US)
Djokovic: 1-2 (Aus); 1-1 (RG); 3-2 (US)
Murray: 1-1 (Aus); 0-0 (RG); 1-0 (US)
Sull'erba Federer ha il vantaggio di poter tenere gli scambi brevi, di ottenere molto dal servizio (soprattutto con lo slice), di attaccare sulla seconda degli avversari con lo slice di rovescio o, da destra, con la risposta di dritto lungolinea, senza il timore che la palla si fermi e sia preda del passante offensivo dell’avversario. Le sue volée acquistano velocità dopo il rimbalzo, la smorzata muore appena tocca l'erba. Giocando indoor non avrà il problema del vento che gli crea problemi nei colpi a rimbalzo e lo porta a steccare più del solito.
Anche nel suo caso credo preferirebbe un match 3 set su 5 che lo possa lasciare più tranquillo nel caso dovesse scappargli un parziale al tie-break. Inizio dell'incontro? Ora del thè, verso le 16.30/17.00.
RAFAEL NADAL
La scelta più semplice: il campo Philippe Chatrier di Roland Garros, giornata di sole con una leggera brezza, temperature intorno ai 30 gradi. 3 set su 5 (ma anche 4 su 7 o 5 su 9…).
Conosce ogni centimetro del centrale di Roland Garros come Larry Bird sapeva a memoria come rimbalzava il pallone su ogni piastrella del vecchio Boston Garden.
66 vinte, 1 persa (98,5%), solo domenica 31 maggio 2009, in una giornata fredda e umida, accadde l'impossibile (equiparabile, per me, a James "Buster" Douglas che mise al tappeto "Iron" Mike Tyson al Tokyo Dome): Nadal sconfitto da Robin Soderling.
Impressionante anche il fatto che solamente due giocatori siano riusciti a portarlo al quinto set: John Isner (1° turno, 2011), Novak Djokovic (semifinale 2013). Delle 66 vittorie, 52 le ha ottenute senza perdere un parziale. Contro i top 10 è 19-0!
La terra rossa parigina è rapida, così come le palle. Il suo top rimbalza altissimo, e questo gli permette con il dritto di giocare con relativo margine di sicurezza sapendo che, anche se il suo colpo non sarà particolarmente profondo, la rotazione impressa creerà una grande problema all'avversario. E quando allunga con questo colpo, addio.
Per permettergli di giocare il match con ancor maggior tranquillità, farei iniziare la partita verso le 12:30/13:00, così anche dovesse andare per le lunghe, non rischierebbe di concluderla al calar del sole.
ANDY MURRAY
Anche per lo scozzese sceglierei Wimbledon, all'aperto però. Del resto a Londra ha vinto il suo primo torneo VERO, le Olimpiadi 2012, oltre allo Slam (2013). In vantaggio con Djokovic (2-1), è pari con Federer (una vittoria a testa) e in svantaggio con Nadal (tre sconfitte, anche se non si sono incontrati negli ultimi quattro anni).
Dei quattro Slam è il torneo nel quale ha vinto più partite, con il miglior bilancio tra successi e sconfitte:
Aus Open: 39-10 (79,6%)
Roland Garros. 23-7 (76,7%)
Wimbledon: 41-8 (83,7%)
US Open: 37-9 (80,4%)
Murray avrebbe il vantaggio di giocare "in casa" e, da un punto di vista tecnico, il suo servizio è più efficace sull'erba (la prima palla) e meno vulnerabile (la seconda palla) visto che utilizza con maggiore incisività lo slice del kick. Non ha problemi in risposta ma diviene più aggressivo da fondocampo, soprattutto con il dritto. Il rovescio in back e la palla corta sono due armi importanti su questa superficie.
Gli farei disputare l'incontro al mattino presto (9:00/9:30) perché mi dà la sensazione di essere una persona mattiniera e, se anche non lo fosse, ci penserebbe Ivan Lendl a tirarlo giù dal letto all'alba. Giusto, perché per questo match la presenza del ceco/statunitense è imprescindibile.
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