La più giovane tra le top-25 WTA si presenta a Parigi con l'intenzione di fare benzina in vista di Wimbledon. Da anni le chiedono di vincere uno Slam, lei ha scelto di tenersi lontano dai social network. E vorrebbe farsi un tatuaggio come coach Lindsay Davenport.  

La faranno esordire sul Campo numero 2, a debita distanza dallo scenario principale. Tuttavia, Madison Keys sa bene che il suo destino è un altro. Quando scenderà in campo contro Varvara Lepchenko saprà che inizia un periodo fondamentale, in cui dovrà dimostrare di valere una top-10, forse qualcosa di più, e regalare agli Stati Uniti uno Slam tutto nuovo. Perchè hanno Serena Williams, ok, ma è dal 2003 che uno statunitense non vince uno Slam per la prima volta. Appena hanno intuito le sue qualità, l'hanno messa in rampa di lancio. "Avevo 18 anni e già mi chiedevano perchè non avevo ancora vinto uno Slam – ha raccontato al Wall Strett Journal, che raramente si occupa di tennis. Per lei hanno fatto un eccezione – mi piacerebbe vincerne uno già quest'anno, ma le persone che mi stanno accanto mi dicono che non ci saranno problemi se anche non dovesse succedere nei prossimi 5 anni. Non esiste un limite di tempo". A Parigi non è tra le favorite perchè la terra rossa non è la sua superficie. A Wimbledon è diverso, lì potrebbe esplodere. Ma Lindsay Davenport, che di Slam se ne intende, cerca di tenerla lontana dalla pressione. Cerca di farle passare un messaggio: "Goditi la tua ascesa, non pensare che devi vincere a tutti i costi". La strategia è facile: sviluppare il gioco, giorno dopo giorno, senza farsi prendere dall'assillo di giocare o vincere un torneo a tutti i costi. E' una visione a lungo termine, che pensa al futuro senza farsi condizionare dal presente. Per questo deve ringraziare mamma Christine, che osservava le campionesse con l'incanto di chi non capisce nulla di tecnica. Vedeva che gli Slam si vincevano a suon di colpi vincenti, mentre nei tornei junior c'era la fiera dei pallonetti. "Non importa se perdi da junior: tu devi pensare a diventare una professionista".

IL SOLE DELLA FLORIDA
A dispetto della pelle scura, i Keys sono una famiglia benestante. Entrambi i genitori sono avvocati e le hanno potuto acquistare il completo di Venus Williams che la piccola Madison vide in TV, quando aveva 4 anni. Fu così che si è innamorata del tennis. Però non è mai stato un'ossessione, tanto che non è nemmeno stata tra le migliori under 12-14 del midwest americano. Faceva lezioni di ballo, andava in bicicletta, passava molto tempo all'aria aperta e giocava a nascondino con i cugini presso la fattoria della nonna, a DeWitt, in Iowa. Come accade a tanti ragazzini, il bivio arrivò quando l'istruttore di danza le disse che doveva scegliere tra il ballo e il tennis. Quando Madison optò per la racchetta, la portarono a Boca Raton presso l'accademia di Chris Evert. Il primo a notarla fu John Evert, fratello della pluricampionessa Slam. Si trovò di fronte un grande talento atletico, ma senza alcuna idea di cosa volesse dire giocare a tennis. "Dissi alla famiglia che poteva diventare una professionista, a patto di impegnarsi a tempo pieno" dice John Evert. La famiglia accettò, spostandosi in pianta stabile in Florida. E' venuta fuori una grande giocatrice, la più giovane top-25 WTA, già semifinalista Slam e amatissima dagli americani di ogni età, bambini compresi: non è un caso che SI Kids l'abbia scelta come testimonial per raccontare ai bambini la sua vita nel tour.

PERICOLO SOCIAL 
L'anno scorso, il suo manager Max Eisenbud ha chiamato Lindsay Davenport per chiederle se poteva seguirla nel periodo di offseason. La Davenport vive in California col marito Jonathan Leach e hanno quattro figli, con pochissimo tempo libero. Ma dopo i primi allenamenti è scattato il click: hanno chiamato Eisenbud e gli hanno detto di essere interessati a una partnership a lungo termine. "Non lo avremmo fatto per nessun'altra giocatrice, ma con Madison è diverso". L'alchimia è assoluta. Per preparare la trasferta europea si è traferito in California, direttamente a casa Leach-Davenport. Ed è diventata amica dei figli di Lindsay, perchè un clima familiare le fa dimenticare la pressione. Ovviamente resterà sotto l'occhio dei riflettori, ma ne vale la pena. Il tennis può essere molto remunerativo e lei ha già restituito qualcosa: appena ha firmato il contratto con Nike, ha acquistato una casa per la madre. Secondo la Davenport, il più grande rischio per la sua allieva non sono i giornalisti, quanto i social network. In effetti, in una delle tante interviste con la WTA, Madison ha dichiarato che appena si alza controlla Twitter.

MAMMA, VOGLIO UN TATUAGGIO 
Ma c'è anche l'altro lato della medaglia. Dopo la brutta sconfitta a Indian Wells, su Twitter ha subito più di un attacco. Durante l'Australian Open, la Davenport ha bloccato i social network dal telefonino di Madison. Da allora, durante ogni evento, vige un curioso embargo dal mondo social. Qualche giorno fa ha comprato un nuovo telefonino, il cui prezioso numero è stato dato solo alla famiglia e agli amici più stretti. Sul campo da tennis le idee sono chiare: comandare lo scambio con tanto topspin e profondità, mettere i piedi dentro il campo e chiudere con un winner, il tutto se non è arrivato un ace a 130 miglia orarie. Facile a dirsi, ma la Davenport ritiene che Madison abbia tutte le qualità per riuscirci. Per adesso i risultati arrivano a corrente alternata, anche perchè dopo l'exploit australiano ha avuto qualche problema fisico: uno stiramento addominale e un problema al gomito che l'ha fatta ritirare a Strasburgo. Per adesso riesce a non crucciarsi per le sconfitte e a vivere come una 20enne qualsiasi, che salta un allenamento se vuole andare a un festival musicale. A Parigi, sotto la guida di Lindsay, vuole costruirsi la base per spaccare il mondo a Wimbledon. E poi ha uno stimolo in più: farsi un tatuaggio. La Davenport ne ha un paio, ma mamma Christine è stata irremovibile: "Se ne parlerà quando avrai quattro figli e avrai vinto uno Slam". Ok, è tempo di cominciare.