Ci sono due scuole di pensiero. Qualcuno ritiene che il tennista debba essere molto intelligente, possibilmente colto. Altri credono che la “stupidità” sia meglio, perchè pensieri troppo complessi possono mandare il cervello in cortocircuito. Andrea Petkovic, avversaria odierna di Sara Errani, fa parte della prima categoria. Si sono sprecati tanti articoli su di lei e quella capacità di essere eclettica, divertente e mai banale. E' già difficile trovare un tennista che dica la sua su argomenti extra, ancor più complicato che lo faccia con cognizione di causa e/o proprietà di linguaggio. Se volete ascoltare un parere interessante, dovete chiedere di Andrea. Di sicuro avrebbe qualcosa da dire anche sull'ultima copertina di Charlie Hebdo, il noto giornale satirico francese che raffigura un tennista pieno di siringhe, chiara allusione al doping e – chissà – a qualche giocatore in particolare. Durante l'Australian Open, pochi minuti dopo un'inopinata sconfitta al primo turno, la tedesca rispose con cognizione di causa a qualche domanda sull'attentato subito proprio in quei giorni proprio da Charlie Hebdo. Adesso è a Parigi e sogna di arrivare almeno ai quarti di finale, dove troverebbe Serena Williams o forse Victoria Azarenka. Parigi è una delle sue città preferite: l'anno scorso ha ottenuto il suo miglior risultato Slam (semifinale, battendo proprio la Errani nei quarti) e soprattutto può passeggiare per i suoi amati musei. Ma quest'anno sta combattendo con un infortunio alla coscia che le impedisce di rendere al 100%. Per evitare rischi inutili, si limita a partite, allenamenti, routine e camera d'albergo. Così si è guardata Penny Dreadful, serie televisiva horror di matrice anglosassone. “E' uno spettacolo, dovreste guardarla”. La Petkovic colpisce perchè è diversa, davvero, dalle altre. Capita spesso di leggere di personaggi nuovi, definiti “boccate d'aria fresca in un tour sempre uguale a se stesso”. Spesso non è così, spesso è meglio uniformarsi. La Petkovic no, lei è davvero diversa. “E' sempre molto interessante e divertente – dice Julia Goerges, compagna di doppio e di Fed Cup – con lei si possono toccare tanti argomenti al di fuori del tennis. E' molto importante, altrimenti rischieremmo di parlare soltanto di quello”. Con Andrea corri il rischio contrario. Succedeva qualcosa del genere con Yannick Noah: magari si concordava un'intervista su argomenti tecnici e poi si finiva col parlare di tutt'altro.
MALEDETTA TIMIDEZZA
Può accadere lo stesso con la Petkovic, nata nella ex Jugoslavia ma cresciuta in Germania. Dal suo paese d'adozione ha preso la precisione e la puntualità, ma dentro di lei scorre sangue balcanico. “Per questo non sempre riesco a controllare le mie emozioni. In me c'è qualcosa di serbo che di tanto in tanto viene fuori”. In una sua vecchia canzone, Riccardo Cocciante diceva di essere affascinato da una donna che legge un libro di Cesare Pavese. Fosse appassionato di tennis, sarebbe certamente ispirato dalla Petkovic. Avida lettrice di classici, romanzi, tutto. Parte col tedesco, ma se riesce prova anche con la lingua originale. “Ad esempio leggo Hemingway in inglese, perchè utilizza un linguaggio semplice, ma David Foster Wallace non capisco cosa dica nemmeno in tedesco…quindi ho lasciato perdere l'inglese”. Incredibile ma vero, anche a giudicare dai mitici video “Petkorazzi” (che ultimamente ha abbandonato), la passione per la lettura è nata da piccola a causa della timidezza. “Ero consapevole di essere in difficoltà con gli altri, allora ho cercato di cambiare la mia personalità ed essere più aperta. Ho avuto alcuni amici molto intelligenti, da lì è cresciuta la mia fiducia e così sono cambiata”. Accidenti se è cambiata. I vecchi video in cui gira scene ridicole, ma mai pesanti e soprattutto autoironiche, sono ancora disponibili sia su Youtube che sul suo sito internet. E' troppo intelligente per rinnegare qualcosa che non fa più, a 28 anni e dopo aver superato tanti momenti difficili, soprattutto la caterva di infortuni tra il 2012 e il 2013. Inutile ricordarli, così come non serve più citare la sua vecchia intenzione di ritirarsi e diventare giornalista. Diciamo che il nostro mestiere ci ha perso, ma ci hanno guadagnato sia lei che il tennis. E' tornata tra le top-10 dopo aver rischiato di uscire dalle prime 150.
LA COSCIA DESTRA CHE SPAVENTA
Quest'anno è stata vittimi di alti e bassi. Dopo il picco di rendimento a Miami, si è fatta male alla coscia sinista a Stoccarda, ha avuto un problema intestinale a Madrid e a Norimberga si è procurata un problema alla coscia destra. Non esattamente il viatico migliore per il Roland Garros, dove ha una montagna di punti da difendere. Ai primi due turni ha superato Rogers e Dominguez Lino, adesso è attesa dalla Errani. L'anno scorso le rifilò un severo 6-2 6-2, ma stavolta può essere diverso. Andrea non è al 100% e lo sa. “Non voglio avere troppe aspettative – ha detto – mi sento come un cavallo ai nastri di partenza che vorrebbe correre, ma il cancelletto è ancora chiuso. Ho l'impressione di stare giocando molto bene, ma è molto pericoloso esprimersi in questo senso”. Non sappiamo come andrà il suo Roland Garros, e nemmeno se otterrà il botto come ipotizzava qualche anno fa il suo vecchio coach Petar Popovic, che parlava di uno Slam nel destino. Oggi Andrea è senza coach e non sa bene che fare del futuro. “E' strano: visto che ho tanti interessi fuori dal tennis, tutti pensano che io abbia le idee chiare. Non è così, cambio idea ogni giorno. Un giorno vorrei fare l'avvocato, quello dopo studiare biologia perchè non ne so niente, ma poi penso che sarebbe bello fare la collezionista d'arte. Spero che un giorno arrivi il click decisivo”. Qualunque cosa faccia, speriamo che non si dimentichi del tennis. La sua voce sarebbe molto, molto interessante.