Chapeau. Non c'è null'altro da aggiungere dinanzi alla prestazione, tra il mostruoso e il sublime, di Stan Wawrinka. L'uomo di Losanna ha disposto a suo piacimento di un Roger Federer che raramente si era visto così umiliato e offeso. Non un esitazione per Stan. Non un attimo di smarrimento. Per nulla sfiorato dall'emozione e dalla paura, nemmeno quando il sogno della sua prima semifinale a Parigi era sul punto di realizzarsi. Per nulla sfiorato dal timore reverenziale, forse la paura numero 1 alla vigilia, prima di un 6-4 6-3 7-6 che gli consegna le semifinali parigine. "Per me è il più bel giorno di sempre, contro il più grande giocatore di sempre – ha detto – è una cosa molto rara che mi funzioni sempre tutto contro di lui” Sta qui la chiave della partita. Ha funzionato tutto, sin dai primi scambi. Cinico e devastante, nel distribuire macigni imprendibili, sia di diritto che di rovescio. Praticamente ingiocabile al servizio. Con l'88% di punti vinti sulla prima di servizio (il 100%, sì avete capito bene, nel secondo set) per Roger ci sono solo le briciole. Briciole arrivate giusto all'inizio dell'incontro, mentre Stan sta mettendo a punto l'invasione di Basilea. Sono i primi game, infatti, gli unici che fanno prospettare una partita in bilico, d'altri tempi, da proiettare nelle cineteche, in bianco e nero, per i secoli a venire. Comincia a servire Roger. Cominciano a piovere, come nespole, le saette da parte di Stan. E ci sono subito due palle break per lui. Ma Federer ci mette una pezza. E già scorrono, noiosi, i fiumi di retorica sulle occasioni perse. Ma devono passare solo due game, giusto il tempo perché Roger torni al servizio, per rendersi conto che la retorica, Stan, oggi la vuole riscrivere. Nemmeno si rende conto, Federer, di quello che gli sta accadendo.
DELIZIOSI E SUBLIMI COMODINI
Wawrinka prende a rispondergli tirando, senza differenza alcuna, catenate di dritto e di rovescio. Il servizio strappato a zero è una secchiata d'acqua gelida sulle velleità di Federer. La prima frazione, in pratica, finisce qui. Stan è in modalità playstation, nemmeno viene sfiorato dal dubbio, quando arriva a concedere le uniche palle break dell'incontro. Tre palle nel sesto game e una nel decimo, proprio quando è in procinto di servire per il set. E se il secondo set è pura accademia (e che accademia), con Roger che raccoglie la miseria di 4 punti sul servizio di Stan ed è alla mercè dei suoi sublimi, deliziosi comodini, Il terzo è quello che rende meno amara la disfatta. No, non ci sono occasioni per la leggenda di Basilea per riaprire l'incontro. I punti raccolti sul servizio dell'avversario sono, addirittura, cinque. Riesce, se non altro, a non offrire il fianco e si trascina, tra il giubilo e l'estasi di un pubblico tanto romantico quanto nostalgico, a trascinarsi al tiebreak. Wawrinka non può, però, rovinare cotanto capolavoro. E affronta il gioco decisivo con il piglio del fenomeno. Dopo i primi punti d'equilibrio, prende il largo. Si porta sul 6 a 3, con Federer persosi tra inutili e immotivate proteste per una chiamata (giustissima) a favore del suo avversario, e alla seconda occasione chiude. Mettendo la firma su un capolavoro. “All'inizio pensavo fosse dura per il vento ma alla fine è stata una partita incredibile” Non è stata dura affatto, nemmeno al cospetto del vento. Sarà durissima per Tsonga, che gli si porrà di fronte, in semifinale ed per chiunque, eventualmente, troverà in finale. Non c'è più retorica. C'è solo Stan. Nella sua più sublime versione.
ROLAND GARROS UOMINI – Quarti di Finale
Novak Djokovic (SRB) vs. Rafael Nadal (SPA)
Andy Murray (GBR) vs. David Ferrer (SPA)
Jo Wifried Tsonga (FRA) b. Kei Nishikori (GIA) 6-1 6-4 4-6 3-6 6-3
Stan Wawrinka (SUI) b. Roger Federer (SUI) 6-4 6-3 7-6