Secondo molti, Larry Ellison potrebbe essere il “commissioner” di cui il tennis avrebbe bisogno per fruttare al meglio. Lui, tuttavia, sembra più interessato a un progetto per rilanciare il tennis americano partendo dalle Università. E a Indian Wells…  

I tornei del Grande Slam possono tirare un sospiro di sollievo. Soprattutto il Roland Garros, che sta vivendo una delle sue peggiori edizioni tra invasioni indesiderate, pannelli che crollano e guai burocratici. Difficilmente i quattro Major perderanno il loro status, ma chissà…. Tempo addietro, si pensava che l'unico uomo in grado di rovesciare lo status quo fosse Ion Tiriac, soprattutto quando realizzò dal nulla l'avveniristica Caja Magica. Oggi, invece, il rivoluzionario potrebbe essere Larry Ellison, patron di Oracle nonché del maxi evento di Indian Wells. L'hanno definito (a ragione) il quinto Slam, ed è già in grado di rivaleggiare con Wimbledon e Roland Garros per il numero di spettatori. Quest'anno hanno varcato i cancelli dell'Indian Wells Tennis Garden oltre 450.000 persone. E pensare che si gioca in una cittadina in mezzo al deserto della California, dove abitano soltanto ricchi, bianchi e pensionati. C'è un lusso quasi sfrenato, tra piscine, resort e campi da golf. Dopo aver acquistato il torneo nel 2009, Ellison ha pensato bene di acquistare Porcupine Creek, una tenuta di 249 ettari. Chiunque vi mette piede deve sottoscrivere un patto di riservatezza, ma non è difficile scoprire che al suo interno c'è un campo da golf, piscine, lussi sfrenati (tra cui alcune sculture di donne nude) che conducono a una tenuta di 27 camere. Ellison non ci passa molto tempo, ma a marzo è sempre lì. A 20 minuti di distanza c'è il suo torneo, l'unico dove il proprietario può permettersi di ospitare i giocatori. Rafael Nadal non risiede in albergo, bensì nella residenza di Ellison. Tutto normale, per un uomo il cui patrimonio è stimato in 47 miliardi di dollari. L'operazione Indian Wells gli è costata 100 milioni di dollari, più altri 100 di lavori e interventi successivi. Facendo un paragone con il nostro mondo, viene in mente Gabriele Volpi, il patron dello Spezia Calcio. Il suo patrimonio gli consentirebbe di diventare azionista di maggioranza (in contemporanea) di Juventus, Milan e Inter. Eppure lui si tiene il suo progetto. Fatte le debite proporzioni, è lo stesso per Ellison. Il suo obiettivo è dare una mano al tennis americano, in profonda crisi dopo i fasti degli anni 70-80. Hanno la federazione più ricca al mondo, ma la globalizzazione è stata un colpo durissimo.


UN UOMO CHE PUO' TUTTO

A Porcupine Creek, Rafael Nadal è l'ospite prediletto. A Indian Wells ha sempre giocato bene e ha stabilito un rapporto straordinario con Ellison. Lo spagnolo ha definito le due settimane del BNP Paribas Open “le migliori dell'anno” e ha il privilegio di allenarsi nei tre campi da tennis privati, interni alla residenza. Lì attorno, camerieri e maggiordomi sono pronti a soddisfare qualsiasi esigenza. Avrebbe a disposizione ciò che vuole, ma si limita a prendere acqua con cocco fresco. Anche Novak Djokovic e Roger Federer transitano da quelle parti. Ellison sta ben attento a non farli incrociare, ma si è concesso più di una cena e una partita di golf con Djokovic e la moglie Jelena, mentre le due gemelle di Federer sono tra le più avide consumatrici degli scivoli della piscina. “Credo che non ci sia al mondo una persona migliore di Mirka Vavrinec” ha detto il padrone di casa. Indian Wells è un gioiello che resterà tale, perchè i progetti di espansione di Ellison vanno in un'altra direzione: quella agonistica. Vorrebbe rilanciare il tennis americano e sa già come fare, in compagnia del suo socio Mark Hurd. Oggi Ellison può tutto: ha 70 anni, ha già rivoluzionato uno sport (la vela, vincendo la Coppa America con la sua Oracle, la barca che viaggia a 50 miglia orarie), ha creato un impero immobiliare a Malibu e alle Hawaii (dove possiede il 98% di un'isola, Itaole), e frequenta donne molto più giovani di lui. La sua attuale compagna è l'attrice e modella ucraina Nikita Kahn.


 
IL TENNIS VALE PIU' DI QUEL CHE PRODUCE

Si è avvicinato al tennis una decina d'anni fa ma non è un grande esperto. Gioca spesso, anche cinque volte a settimana, con gli ex professionisti Sandy Mayer e Trey Waltke. Nel 2008 fu chiamato da Raymond Moore, uno dei due co-fondatori (l'altro è Charlie Pasarell) del torneo di Indian Wells. Nonostante il secondo stadio più grane al mondo, era in crisi nera e rischiava di traslocare. La Cina e il Qatar erano pronte a rilevarlo, ma Ellison ha portato la sua bacchetta magica e in pochi anni ha creato un secondo stadio da 8.000 spettatori (con tanto di ristoranti vista campo) “Di sicuro è il miglior stadio al mondo dove guardare il tennis mentre si mangia”, ha portato occhio di falco in tutti i campi e realizzato tribune anche sui campi di allenamento, obbligando persino lo US Open a scimmiottarlo. Già che c'era, ha acquistato alcuni terreni adiacenti all'impianto e li ha adibiti a immensi parcheggi. La municipalità di Indian Wells è stata ben contenta di lasciarlo fare. Ha anche aumentato a dismisura il montepremi, portandolo a 11 milioni di dollari. I tennisti ridevano, gli altri tornei un po' meno. La critica? Ellison rischia di creare standard impossibili da sostenere altrove. Secondo alcuni, potrebbe essere la persona giusta per governare il tennis e mettere insieme tutte le sigle che ad oggi si guardano con sospetto: ATP, WTA, ITF… Alcuni studi rivelano che, se certe associazioni si mettessero insieme, il tennis potrebbe fruttare molto di più sul piano economico. Ma gli uomini hanno escluso la possibilità di collaborare con le donne, sebbene qualcuno sostenga che il prodotto tennis faccia circolare quattrini per meno del 10% dl suo potenziale. In passato, Ellison ha pensato di acquistare Tennis Channel, il famoso canale all-tennis, ma il progetto si è arenato per l'enorme differenza tra domanda e offerta. Nonostante questo, l'amministratore delegato di Tennis Channel Ken Solomon ha detto: “Per cambiare il mondo del tennis ci vorrebbe una persona piena di soldi e una visione delle cose a lungo termine. Quella persona potrebbe essere Larry Ellison”.

UNIVERSITA', TERZO STADIO E MUSEO
Quella persona, adesso, ha messo gli occhi sul tennis universitario. Secondo il suo socio Hurd, il tennis americano può rinascere dal college. Le Università potrebbero diventare un laboratorio per aspiranti professionisti. Il tennis di oggi è sempre più fisico e faticoso: tenendo conto che i tennisti raggiungono il picco a 25 anni, il college può servire per far crescere i giovani americani sul piano tecnico e culturale, anziché spendere 60.000 euro all'anno per svolgere attività internazionale. In concreto, Oracle è diventata sponsor della Intercollegiate Tennis Association e organizzerà un paio di tornei di ottimo livello, uno a Indian Wells e l'altro a Malibu, ovviamente in un club di proprietà di Ellison. L'idea è creare un vero e proprio circuito minore, universitario, preparatorio all'attività professionistica. L'idea è creare 8-12 leghe minori per poi offrire una chance ai migliori. Conoscendo il tipo, c'è da aspettarsi sfracelli. Nel frattempo, dopo aver lasciato perdere il basket (“Avrei potuto acquistare i Golden State Warriors, ma avrei alzato troppo l'asticella per gli altri club, poi ho certe fantasie a inizio settimana, ma poi mi rendo conto che non ho tempo”), farà altri lavori a Indian Wells: un terzo stadio, al cui interno ci sarà “il più bel museo tennistico al mondo” (alla Hall of Fame di Newport devono tremare? Ndr). “Abbiamo pezzi unici, utilizzati in epoca elisabettiana, quando si giocava a tennis davanti alla regina” ha detto. Il nuovo impianto avrà un settore vip simile al Royal Box di Wimbledon, con ingresso riservato per i vip. “Mi rendo conto che può sembrare un po' elitario, ma se vogliamo avere certi personaggi al nostro torneo dobbiamo tutelare la loro privacy. Averli con noi renderà più interessante il nostro torneo, anche per il pubblico” Ellison può tutto, ma sembra che non abbia intenzione di attaccare l'establishment. Se solo ne avesse voglia, ne vedremmo delle belle….