Oltre alla Coppa dei Moschettieri, Stan Wawrinka ha portato con sè anche i suoi famosi calzoncini colorati nella conferenza stampa post-vittoria. "Li esporranno al Museo del Roland Garros, così li potrete vedere ogni giorno – ha detto – si parla di questi pantaloncini da quando li indosso, eppure a me piacciono molto. Peccato non poterli usare a Wimbledon". "Stan the Man" ha ammesso di aver giocato "la partita della vita". 12 anni dopo il trionfo nel torneo junior, è di nuovo padrone del Roland Garros. "Ho giocato aggressivo, profondo e sono stato rapido con le gambe. Lui è partito bene, ma sapevo che le cose avrebbero potuto cambiare da un momento all'altro. Sono sorpreso del mio livello, 15 minuti prima di scendere in campo ero molto nervoso, ma non l'ho dato a vedere". Lo svizzero, buon amico di Djokovic, si è augurato che prima o poi il serbo possa riuscire a vincere anche a Parigi e completare il Career Grand Slam. "La chiave della vittoria? L'assenza di pressione. L'anno scorso ero tra i favoriti e ho perso al primo turno. Quest'anno nessuno parlava di me e ho vinto il torneo. E' stata fondamentale la reazione dopo Monte Carlo: nel Principato ho avuto un colloquio con Magnus Norman, che mi ha aiutato a trovare il giusto equilibrio tra il tennis e la vita privata. Onestamente non pensavo che sarei tornato a vincere uno Slam". Wawrinka non ha voluto paragonarsi ai Fab Four, tuttavia quest'anno vanta un ottimo bilancio di 7-2 contro i top-10. E a Parigi ha battuto Federer e Djokovic…

Oltre alla Coppa dei Moschettieri, Stan Wawrinka ha portato con sè anche i suoi famosi calzoncini colorati nella conferenza stampa post-vittoria. "Li esporranno al Museo del Roland Garros, così li potrete vedere ogni giorno – ha detto – si parla di questi pantaloncini da quando li indosso, eppure a me piacciono molto. Peccato non poterli usare a Wimbledon". "Stan the Man" ha ammesso di aver giocato "la partita della vita". 12 anni dopo il trionfo nel torneo junior, è di nuovo padrone del Roland Garros. "Ho giocato aggressivo, profondo e sono stato rapido con le gambe. Lui è partito bene, ma sapevo che le cose avrebbero potuto cambiare da un momento all'altro. Sono sorpreso del mio livello, 15 minuti prima di scendere in campo ero molto nervoso, ma non l'ho dato a vedere". Lo svizzero, buon amico di Djokovic, si è augurato che prima o poi il serbo possa riuscire a vincere anche a Parigi e completare il Career Grand Slam. "La chiave della vittoria? L'assenza di pressione. L'anno scorso ero tra i favoriti e ho perso al primo turno. Quest'anno nessuno parlava di me e ho vinto il torneo. E' stata fondamentale la reazione dopo Monte Carlo: nel Principato ho avuto un colloquio con Magnus Norman, che mi ha aiutato a trovare il giusto equilibrio tra il tennis e la vita privata. Onestamente non pensavo che sarei tornato a vincere uno Slam". Wawrinka non ha voluto paragonarsi ai Fab Four, tuttavia quest'anno vanta un ottimo bilancio di 7-2 contro i top-10. E a Parigi ha battuto Federer e Djokovic…