L’inatteso sorpasso di Seppi ai danni di Fognini ha riacceso la lotta per il ruolo di numero uno d’Italia. Fabio sembra più attrezzato per chiudere il 2015 in vetta, ma i dati raccolti dicono l’opposto. E Bolelli ha chance di inserirsi? La nostra analisi.Alzi la mano chi se lo sarebbe aspettato, un anno fa, un mese fa, o anche solo la scorsa settimana. I segnali, ai vertici del tennis azzurro, erano piuttosto chiari: Fognini di nuovo competitivo al Foro Italico e pronto a risalire la classifica, Seppi con tanti punti interrogativi dopo i problemi all’anca, e sempre più vicino all’uscita dai primi 50. Il ruolo di numero uno d’Italia non pareva affatto in discussione, invece è bastata una manciata di giorni per cambiare tutto. L’ultimo ranking ATP dice Andreas Seppi numero 27, Fabio Fognini numero 28. Così diversi in tutto e per tutto, ma così vicini e soprattutto con Fognini nuovamente costretto a inseguire, come non accadeva dalla sua magnifica estate del 2013. Al di là degli appena 30 punti che li dividono e del ruolo più simbolico che altro, dato che entrambi metterebbero la firma per scendere nel ranking italiano ma salire in quello mondiale, è interessante capire quali scenari si possono aprire per i due, ora che la prima metà dell’anno se n’è andata. A sensazione verrebbe da prendere Fognini come numero uno azzurro a fine anno, perché ha picchi di rendimento più alti e non ha messo da parte l’intenzione di tornare a giocarsi quel posto fra i top ten che aveva avvicinato prepotentemente, ma i dati raccolti dicono Seppi. I motivi sono vari, ma in primis ha più chance di far bene all’imminente Wimbledon e si adatta (o si vuole adattare) meglio alle varie superfici che si susseguiranno nelle prossime settimane: erba, terra, cemento e veloce indoor. Non è un caso che abbia vinto un titolo su tre di queste, e sulla quarta ci abbia battuto un certo Roger Federer. Segno che il suo rendimento, secondo le statistiche migliore sui prati, non è così differente da un campo all’altro.
FOGNINI DIFENDE 605 PUNTI, SEPPI 460
Purtroppo, non si può dire lo stesso di Fognini, i cui risultati sono ancora troppo legati alla terra battuta. In questo senso, la cattiva notizia è che i tornei importanti sul rosso sono alle spalle, e gli altri sono ormai agli sgoccioli. Rimangono solo tre settimane, consecutive: Umago, Amburgo e Kitzbuhel, poi arriva il cemento all’aperto e pure la cambiale più importante dei prossimi mesi, i 180 punti dei quarti di finale raggiunti a Cincinnati. Un risultato che Fabio ha sì le qualità per ripetere, anche se, da quella sconfitta con Milos Raonic, sul veloce ci ha vinto solamente due partite: una allo Us Open e l’altra all’ormai ex ATP 500 di Valencia. Da qui alla fine dell’anno, che per lui e Simone Bolelli si concluderà con un posto da doppisti alle ATP World Tour Finals di doppio, il ligure ha da difendere 605 punti, distribuiti principalmente nei quattro Masters 1000 che ancora rimangono da disputare, proprio grazie al bel risultato raccolto l’agosto scorso sui campi verdi e blu dell’Ohio. 135 punti invece il bottino Slam, che significa vincere tre partite fra Londra e New York. Possibile, ma tutt’altro che scontato. Anche secondo la ‘breakdown’, insomma, è migliore la situazione di Seppi, che può sfruttare i Championships (dove dodici mesi fa perse al primo turno da Leonardo Mayer), e nel complesso deve tamponare l’uscita di 460 punti. Oltre la metà arrivano da cinque tornei piccoli (quattro 250 e il Challenger di casa a Ortisei), il che significa che a differenza di Fognini può solo migliorarsi nei tornei importanti, dove i punti in palio sono di più. Fra Slam e Masters 1000, l’altoatesino deve difendere la miseria di 145 punti: difficile fare peggio.
LE CHANCE DI BOLELLI
Probabile dunque che la versatilità di Seppi gli permetta di aver ragione di Fognini, per tornare a chiudere la stagione da numero uno azzurro. A patto che non arrivi un terzo incomodo a rompergli le uova nel paniere. Chi? Facile: Simone Bolelli. La classifica race dice che il bolognese non è poi così staccato dai due colleghi, e il tennis espresso da gennaio in avanti lo conferma. Simone ha vinto quasi tutte le partite che doveva vincere, mostrando quel rendimento che qualche anno fa faceva sognare addirittura un posto fra i top ten. Coi 30 anni da compiere ad agosto, probabilmente non ce la farà più, ma ciò non significa che non si possa migliorare ancora. Quel best ranking di numero 36 gli sta stretto, ma per andare più su serve un exploit: il primo titolo ATP o un quarto di finale in un torneo importante, che lo aiuti a convincersi di potercela fare. I tre set giocati a parigi contro David Ferrer gli hanno sicuramente schiarito le idee, ma ora ci vuole un altro passettino. A inizio anno, stuzzicato da TennisBest sui possibili nuovi Slammer della stagione, Claudio Pistolesi non ha usato mezze parole: “vedo un Simone Bolelli pronto per un grande risultato a Wimbledon, come una semifinale, o magari, con un pizzico di fortuna, anche una finale”. Bolelli si accontenterebbe volentieri di meno, e i mezzi per andare avanti ce li ha tutti. Fossimo in Seppi e Fognini, dunque, lo terremmo sempre sotto controllo. Nessuno se lo immagina lassù, proprio come nessuno immaginava di rivedere Seppi davanti a Fognini. E invece…
SEPPI E FOGNINI – ECCO TUTTI I PUNTI DA DIFENDERE ENTRO LA FINE DEL 2015
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