Sensazioni opposte per due possibili protagonisti: Wawrinka sembra aver trovato la fiducia necessaria per fare male anche sull'erba. Da parte sua, Dimitrov deve difendere una semifinale e ha avuto un esordio morbido. Ma occhio già al secondo turno… 

Destava una certa curiosità l'esordio di Stan Wawrinka. Reduce dai fasti parigini, lo svizzero non può certo nascondersi. Persi per strada anche gli ultimi, temerari, detrattori, la sua presenza a Londra non si può più relegare al ruolo di “incomodo”. Secondo, terzo o quarto che sia. Ma a quello di grande favorito, assieme a Djokovic e Murray. Curioso anche il sorteggio: come lo scorso anno, gli riserva il portoghese Joao Sousa. E basta il primo set per capire che il risultato sarà lo stesso. Nel primo parziale concede soli due punti in battuta. Ottiene il break al terzo e al quinto gioco e mette in mostra tutto il suo campionario. Potrebbe essere una mattanza: Stan, invece si rilassa. Anche troppo. No, non c'è la minima occasione per il portoghese per rientrare in partita. Nel secondo set Sousa argina tre palle break al terzo gioco. E senza patemi d'animo sembra potersi trascinare al tie break. Ma proprio ad un passo dall'agognato rifugio, ecco il disastro.

DIMITROV ANCORA SOTTOTONO
Uno smash e due dritti giocati senza un perché e Stan si ritrova a servire per il secondo set. Lo svizzero, quasi dispiaciuto, nel terzo non infierisce. Un terzo set financo noioso e privo di occasioni di sorta. E il buon Joao riesce a guadagnarselo per davvero, il tie break. Ma Stan, in questa nuova vita, fa sul serio. E lo gioca con rabbia, classe e determinazione. Subito 6 a 2 e quindi titoli di coda al secondo match point. La mente è già al secondo turno, contro Victor Estrella. “E' stata una grande partenza. La cosa più importante è continuare a lavorare sul mio gioco. Sto giocando il miglior tennis della mia vita e ogni pezzo del puzzle è al posto giusto”. Gioco e convinzione. Gli avversari sono avvertiti. Tra i meno convinti, abbiamo Dimitrov. Semifinalista lo scorso anno e reduce da mesi in cui l'involuzione del suo tennis è quasi inquietante. Il suo dirimpettaio all'esordio è il fresco vincitore del challenger di Milano, Federico Delbonis. I sette soli game lasciati per strada, contro un giocatore che in cuor suo abolirebbe l'erba, non possono essere la cartina di tornasole delle condizioni del bulgaro. Che anche oggi ha giocato sottotono, sbagliando parecchio e con poca continuità. Il prossimo turno, contro l'ostico Steve Johnson, sarebbe bene prenderlo sul serio. Sempre che la pessima figura al Roland Garros sia servita da lezione.