Al calar delle tenebre, un mix tra spauracchio, speranza e paura di un (altro) quinto set infinito aveva contagiato un po' tutti. Si riguardano i filmati, si riesumano gli scatti fotografici, le targhe, le interviste. Nel 2010 vi sono stati Isner e Mahut. Cinque anni più tardi nelle vesti del francese c'è Marin Cilic, ben più restio a concedere strada sul proprio servizio. E sin dai primi scambi, tra il primo e secondo recordman riguardo i record di durata su questi campi, il presagio che si possa fare nottata è vivo. I primi due set sono una lenta e inesorabile agonia. Non c'è l'ombra di un occasione. Piovono servizi vincenti ad ace come non ci fosse un domani. Una sola parità, al decimo gioco. E i tiebreak come agognato, e salvifico, rifugio per porre fine a questo stillicidio. Nel primo, Cilic parte subito con un minibreak. Isner pareggia dopo uno scambio di 12 colpi (suscita ilarità il “longest rally” per chi guarda l'incontro in tv). Ma è il croato a crederci di più. Rispolvera il suo dritto d'antan, piazza due servizi devastanti e si porta a casa il set. Nel secondo, Cilic commette uno dei rarissimi errori non forzati del suo incontro. Isner fugge via e si procura due set point. Il croato li cancella con un passante meraviglioso e il solito, puntuale, ace. Poi il disastro. La più elementare delle volèe affossata in rete e altro set point concesso all'americano. Che questa volta non sbaglia. Un set pari.
SCHERMAGLIE NEL TERZO SET
E' passata un'ora e mezza. Inizia il terzo set. Appare una rondine che non fa primavera nel cielo londinese. Una palla break. Per Cilic. Annullata, che ve lo dico a fare, con un ace di Isner. Ma non è solo un calesse. Ne arriva un'altra sul 2 pari. Poi una terza. Tutte cancellate dall'americano, che al sesto vantaggio si porta a casa il game. Break sprecato, break subito? Le occasioni arrivano anche per Isner. Ben due, nel settimo gioco. La prima dilapidata in malo modo, la seconda? Sì, avete capito bene. Annullata con un ace. Ma l'ennesimo tiebreak pare brutto, anche per i due in campo. E l'equilibrio si spezza il game seguente. Palla break per Cilic sfruttata chirurgicamente dal croato. Che si porta due set a uno. Ma è troppo bello per sembrare vero. E se il terzo set è sembrata una partita di tennis, nel quarto si torna al dominio dei servizi. Con il terzo tiebreak della giornata che può mettere i titoli di coda o rimandare il compimento del dramma al quinto set. Tiebreak che si decide al sesto minibreak, con Isner che sfrutta una volèè giocata in maniera criminale da Cilic. E ci pensa lo stesso croato , piazzando fuori un dritto, a mettere la ciliegina sulla torta dell'americano.
LA FINE PIU' INUSUALE
Il quinto set inizia come nessuno si aspetta. Il ricordo del set appena regalato non scalfisce minimamente le intenzioni del croato. Che piazza un break al secondo gioco e si porta 3 a 0, dopo un parziale di 12 punti a 2. S'odono croati far festa, Ivanisevic sorride felice immaginando una parca cena di lì a poco. Ma è solo una chimera. Cilic si distrae, quasi s'addormenta. Si ritrova 0-40 al momento dell'allungo decisivo e la parità torna a regnare sovrana. Sul 5-4 c'è il match point, per il croato. Ma il destino è che questo incontro non abbia mai fine. Ci si trascina al 10 pari. Arriva l'interruzione e l'indomani non può che esserci un'altra maratona. Ma l'indomani dura giusto un attimo. Si ritorna in campo. Cilic tiene il servizio e sul servizio dell'americano si fa aggressivo. Cattivo. I due matchpoint annullati con due ace e il terzo con una bella giocata a rete sono il preludio a quel che non ti aspetti. Sul quarto matchpoint, Isner mette lunga la prima. Larga la seconda. Un doppio fallo, a decidere un incontro dominato dal servizio. Anche il gioco del tennis, in fondo, ha il suo senso dell'humor.
Un doppio fallo decide la sfida degli ace
Curioso finale di Cilic-Isner: si temeva l'ennesima sfida infinita, invece alla ripresa il match dura pochi game e viene sigillato da un doppio fallo dell'americano. Passa il croato, che così tiene vivo il sogno di coach Goran Ivanisevic.